I "pacifisti" di Hamas e Jihad raggirati da Sharon. Eric Salerno non si smentisce
Testata: Il Messaggero Data: 05 agosto 2005 Pagina: 1 Autore: Eric Salerno Titolo: «L’obiettivo di Al Qaeda dividere i palestinesi»
IL MESSAGGERO di venerdì 5 agosto 2005 pubblica alle pagine 1 e 22 un editoriale di Eric Salerno intitolato "L’obiettivo di Al Qaeda dividere i palestinesi".
Più che un editoriale serio, oggi Eric Salerno ci propone una piéce teatrale progressista, un "Promessi Sposi" mediorientale in cui Arafat recita la parte di Fra Cristoforo, Sharon e il suo governo quella di Don Rodrigo e i bravi, mentre Hamas e Jihad sono la Provvidenza, ora avversa ora favorevole, ma certo non incolpabile di alcunchè, perché semplicemente c’è e non ci si può far niente. Riportiamo ora il passo più significativo, turandoci il naso: Abbas, e non potrebbe essere diversamente, persegue i medesimi obiettivi che furono di Arafat: una soluzione equa per i rifugiati palestinesi, confini accettabili, Gerusalemme Est come capitale di uno Stato indipendente.
Salerno si è sempre compiaciuto di farsi menare per il naso da Arafat. Il fatto che per il rais palestinese l’unica soluzione possibile fosse quella di evitare qualsiasi soluzione, in attesa di tempi migliori per lanciare la riconquista palestinese "dal fiume al mare" non lo sfiora nemmeno. Né che la sua disponibilità ai negoziati fosse solo un mezzo – da affiancare alla lotta armata - per riproporsi ogni volta come interlocutore e per recuperare credibilità (si vedano gli accordi di Oslo, stipulati dopo che Arafat si era schierato con Saddam nella prima guerra del golfo). Nelle ultime settimane, Hamas e Jihad, alla ricerca di uno spazio politico nella nuova realtà palestinese, si sono sbilanciati al punto di ammettere che nell’ambito di un trattato di pace e della creazione di uno Stato palestinese sarà possibile per loro riconoscere, di fatto, lo Stato d’Israele.
In realtà in Nostro interpreta alquanto estensivamente un’intervista rilasciata ieri su Haaretz da un leader della Jihad islamica in Cisgiordania, Abu Qassam, in cui i affermava la possibilità di un riconoscimento di Israele, nel caso in cui, in futuro, la stessa Jihad diverrà parte dell’ANP. Da ciò, Salerno estrapola un improvviso fervore pacifista, che percorrerebbe l’intero fronte terroristico palestinese, inclusa Hamas. Stato palestinese e accordo con Israele, nonostrante l’apparente determinazione del presidente americano, sono, però, ancora lontani. Sharon , in questo momento, vorrebbe rinviare nel tempo i negoziati e punta al consolidamento e all’allargamento degli insediamenti negli altri territori occupati. Ciò che Hamas e Jihad dicono, va dato per buono. Non bisogna confondere i lettori insinuando dubbi sulla loro buona fede. Viceversa le affermazioni di Sharon nascondono una macchinazione per soddisfare la sua famelica brama di terra. Il complotto è del resto un archetipo del giornalismo italiano che avversa Israele. Un giornalismo che si affida sempre più ad argomenti dietrologici per evitare di sottoporsi al banco di prova della realtà e continuare a coltivare i propri vecchi miti negativi.
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