sabato 23 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Rassegna Stampa
04.08.2005 Gravagnuolo risponde ad Allam e si sbugiarda da solo
sull' "occupazione" dell'Iraq

Testata:
Autore: Bruno Gravagnuolo
Titolo: «L'elmetto di Magdi Allam»
Bruno Gravagnulo risponde, sull'UNITA' di mercoledì 3 agosto 2005 all'articolo di Magdi Allam (vedi "Per l'Onu in Iraq non c'è nessuna "occupazione". Magdi Allam sul Corriere sbugiarda L'Unità Inforrmazione Corretta del 1 agosto 2005) nel quale veniva confutata la frottola per cui sarebbe l'Onu ad affermare che l'Iraq è sotto occupazione.

Come vedremo la risposta di Gravagnuolo non fa che confermare quanto ricordato da Allam, che cioè per l'Onu la presenza delle truppe straniere in Iraq non è, al momento, un'occupazione.

Ecco il testo:

Un sofisma, una bugia e tanta ignoranza del diritto internazionale. Tutto l'attacco a «l'Unità» di Magdi Allam, sul «Corriere della Sera» di ieri a proposito di occupazione dell'Iraq, era farcito di questi ingredienti. Con in più un buffo atteggiamento alla Don Ferrante, il personaggio manzoniano che diceva che la peste a Milano non esisteva.
Non esisteva, diceva Don Ferrante, perché non era «né sostanza né accidente». E finì contagiato, prendendosela con le stelle. I fatti. Sul quotidiano milanese Allam si affanna a voler dimostrare che «l'occupazione in Iraq è finita nel 2004», e che dunque è «infondato» il giudizio sul ruolo di occupazione svolto dalle truppe italiane e dalla coalizione angloamericana. Come è noto era stato Romano Prodi a qualificare come «occupanti» i militari italiani, e a sostenere la necessità di porre fine a una missione di tal tipo. Attirandosi la violenta reprimenda di «collusione col nemico» da parte di Berlusconi e Fini, in una con l'accusa di esporre il paese a gravi rischi. Giustamente «L'Unità» aveva rimesso a posto le parole e le cose, richiamando l'evidenza dei fatti. E cioè le dichiarazioni ufficiali del governo al momento di varare la missione, quelle degli Usa, il dettato delle risoluzioni Onu. E infine l'incontrovertibile realtà dei soldati italiani integrati sotto il comando della forza multinazionale.
Non varrebbe nemmeno la pena di polemizzare, tanto i fatti parlano chiaro. E basterebbero a chiudere la questione le parole su «La Repubblica» di Giulio Andreotti, che certo non è un kamikaze: «Berlusconi si lamenta perché Prodi parla di occupazione. Ma di fatto è così. Si tratta di un'occupazione». Ma tant'è. E così dopo le aggressioni della destra, ecco che Magdi salta in cattedra e si mette a fare il leguleio di Berlusconi. Questo il sofisma: una lunga citazione Onu della risoluzione 1546 dell'8 giugno 2004. Laddove al punto 2 si legge che il Consiglio di Sicurezza «Saluta il fatto che entro il 30 giugno l'occupazione finirà e che l'Autorità provvisoria della coalizione cesserà di esistere e che l'Iraq riacquisterà la sua piena sovranità». Dov'è l'imbroglio? Intanto nel dato che si tratta di un auspicio,
Si tratta di un auspicio avverato, dato che l'Autorità provvisoria della coalizione ha cessato effettivamente di esistere entro il 30 giugno.
come sta scritto nel preambolo generale della stessa risoluzione - da Allam citato ma non tenuto in conto - dove si legge che il Consiglio «attende con impazienza la fine dell'occupazione» («loooking forward») assieme al «ristabilimento della piena sovranità irachena».
Ristabilimento avvenuto appunto quando un governo iracheno si è insediato al potere.
E poi nel fatto che proprio all'articolo 10 della medesima risoluzione si ribadisce appunto che «la forza multinazionale avrà l'autorità di prendere tutte le misure necessarie per contribuire al mantenimento della sicurezza e della stabilità in Iraq», benché poi formalmente la presenza di quella forza figuri (al punto 9) come «richiesta dell'entrante governo ad interim dell'Iraq».
Dunque la risoluzione Onu stessa prevede la presenza di truppe straniere in Iraq, non vi vede una contraddizione con la sovranità irachena, dato che la loro presenza è richiesta dal governo iracheno.
Ma perché Gravagnuolo fa questa citazione, che demolisce la sua stessa tesi (cioè che èl'Onu a denunciare come "occupanti" le truppe della colaizione in Iraq?). Vediamo come prosegue:

È evidente che in certo senso «l'imbroglio» è nella stessa risoluzione Onu, frutto di compromessi e trazioni tra le potenze in contrasto che la votarono.
L'"imbroglio", scopriamo ora, è nella stessa risoluzione ONU! Gravagnuolo dovrebbe mettersi d'accordo con se stesso: o l'Onu è l'alta autorità morale e legale, da lui inzialmente invocata, che stabilisce che cosa è occupazione e ceh cosa no o è un covo di imbroglioni.
In ogni caso, autorità morale o imbrogliona che sia, l'Onu ha detto che le truppe stanziate in Iraq non sono di occupazione.
O no?
Vediamo ancora come prosegue Gravagnuolo

E tuttavia è chiarissimo che una forza militare straniera, titolare di «tutte le misure necessarie per contribuire al mantenimento della sicurezza» , espropria ipso facto la sovranità dello stato in questione.
"E tuttavia è chiarissimo...ecc. " A chi? Non all'Onu, che non lo dice, e anzi "imbroglia" ma a Gravagnuolo. Dunque la fonte dell'inappellabile giudizio (le truppe sono di "occupazione"), non è l'Onu, ma Gravagnuolo.

Sul cui giudizio "chiarissimo" abbiamo poi qualcosa da ridire. Infatti, quale sarebbe l'alternativa alla presenza di una "forza militare straniera, titolare di «tutte le misure necessarie per contribuire al mantenimento della sicurezza»" in Iraq? Con tutta evidenza, nell 'attuale situazione, un concreto rischio che il governo democraticamente eletto oggi al potere venga rovesciato dalla reazione baathista e dal terrorismo jihadista (straniero, per lo più). Se quel governo, che ancora non dispone di forze nazionali sufficienti a garantire la sicurezza, chiede l'aiuto di forze internazionali lo fa per difendere e consolidare la sua sovranità, non per distruggerla.
L'Onu, nonostante tutto, l'ha capito. Gravagnuolo e Romano Prodi no.

Con l'assumere su di sé i requisiti ultimi di quella che in dottrina è la «Sovranità»: controllo del territorio, monopolio della forza e decisioni di ultima istanza. Ma in tali condizioni, davvero Magdi Allam vuol farci credere che gli americani obbediscano al governo iracheno? Di quale paese immaginario sta discettando il nostro islamista?
Talché il vero imbroglio, la vera fantasiosa bugia a questo punto, è quella di Magdi Allam. Che non legge bene la risoluzione, finge di non capire, e non trae le conseguenze dovute dall'ambivalenza della risoluzione. Un deficit di comprensione dovuto esso sì a «poltronismo» e a «ideologia». E che sfiora il ridicolo allorché Magdi Allam racconta ai suoi lettori che l'interim del governo iracheno, e l'ambiguo accordo Onu sulla 1546, ha fatto decadere l'occupazione dell'Iraq. E che anzi l'ha cancellata del tutto. Non è così. E la tesi di Allam è falsa, sia in punto di diritto che in punto di fatto. E solo con argomenti da azzeccagarbugli si può sostenere il contrario. Mentre proprio ieri l'altro il «New York Times» scriveva che l'ambasciatore Usa a Baghdad sta letteralmente assediando il governo iracheno per fargli varare la Costituzione. Con buona pace della sovranità irachena! Da ultimo un dettaglio. La guerra in Iraq, come ormai tutti ammettono, è stata una catastrofe ed un errore. Ma ci sovviene di quando Magdi Allam irruppe nello studio di Vespa da Kuwait City, perorando l'intervento Usa in polemica con alcuni ospiti di «Porta a Porta». Un'incursione da «willing», più che da giornalista. Votato alle cause indifendibili ma senza un briciolo di autocritica.
Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla redazione de L'Unità. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.


lettere@unita.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT