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Libero Rassegna Stampa
03.08.2005 Strage di Bologna: la pista trascurata che porta a Carlos e al terrorismo palestinese
riemersa dal dossier Mitrokhin

Testata: Libero
Data: 03 agosto 2005
Pagina: 7
Autore: Renato Besana
Titolo: «Il dossier mitrokhin l'ha dimostrato: gli assassini erano islamici»
LIBERO di mercoledì 3 agosto 2005 pubblica un intervento di Renato Besana sulla strage di Bologna e sulla pista mediorientale, trascurata nelle indagini e ora riemersa.

Ecco il testo:

C'è voluto un quarto di secolo, ma lentamente iniziano ad arrivare alla pubblica opinione le dirompenti novità investigative che, grazie al lavoro della commissione Mitrokhin, stanno emergendo sugli autori della strage di Bologna. Prima un'intervista di Francesca Mambro su Sky Tv 24, poi un servizio del Tg2 e infine un documentato articolo sul Manifesto di ieri. Tutti gli altri, purtroppo, nel venticinquesimo anniversario di quel fatale 2 agosto 1980, preferiscono invece difendere, oltre ogni evidenza, la verità giudiziaria: a mettere la bomba fu l'eversione nera. La lapide posta a ricordo delle 85 vittime parla chiaro: sono stati i fascisti, e di lì non ci si smuove. Da anni, il presidente emerito Francesco Cossiga ripete che la condanna di Giusva Fioravanti e Francesca Mambro fu uno tra i peggiori episodi di malagiustizia; negli ultimi giorni ha detto e ripetuto che, con ogni probabilità, l'attentato fu di matrice mediorientale. Da qualche anno sono noti gli indizi che conducono all'organizzazione di Carlos, al secolo Ilich Ramirez Sanchez, oggi detenuto in Francia, ma legato, fra il ' 76 e l' 89, alle agenzie terroristiche che agivano nel bacino mediterraneo. La rivista Area, nel numero di agosto, ha fornito una minuziosa ricostruzione delle risultanze cui è giunta la Mitrokhin. La strage sarebbe stata un gesto di ritorsione contro l'arresto, nel novembre ' 79, del giordano Abu Anzeh Saleh, militante del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, guidato da George Abbash. Il territorio italiano, come si dice in gergo, era stato sterilizzato: una paziente opera di mediazione - cui, dice Cossiga, non fu estraneo Aldo Moro - l'aveva escluso dagli obiettivi del terrorismo legato alla causa palestinese; esso aveva ottenuto in cambio il riconoscimento politico della lotta armata contro Israele e la sostanziale agibilità per i membri delle organizzazioni che la conducevano. L'arresto e la condanna di Saleh parvero una violazione dell'intesa. A reagire non fu però Abbash, a quanto pare subito contattato in Libano dalla nostra diplomazia, ma Carlos. Saleh, infatti, apparteneva anche al suo gruppo. Di qui la scelta di passare ai fatti, approfittando del fatto che Abbash, per un intervento chirurgico, era nella Germania Est. L'Ucigos, una delle sigle dei nostri 007, era conscia del pericolo e inviò un'informativa, evidentemente ignorata, al direttore del Sisde. Era l' 11 luglio ' 80. Chi s'avventurasse nell'intricata lettura dei documenti su cui si basa questa ricostruzione, vi troverebbe puntuale riscontro di date, nomi, luoghi. Invece, la condanna di Fioravanti e Mambro, e quella, non ancora confermata, di Luigi Ciavardini quale esecutore materiale, continuano a fondarsi sulle rivelazioni di Massimo Sparti, un malavitoso legato alla banda della Magliana, e di quel galantuomo di Angelo Izzo, il massacratore del Circeo, tornato agli onori delle cronache per un nuovo duplice omicidio e che, all'epoca, stava dietro le sbarre. L'Italia ha il diritto di conoscere la verità o, almeno, di pretendere che la si cerchi. La magistratura, che si agita per molto meno, potrebbe aprire un'inchiesta. Invece no: tace o, se parla, lo fa per svilire il possibile nuovo filone d'indagine. Idem l'associazione che riunisce i familiari delle vittime, la sinistra che conta e la grande stampa. Giorgio Bocca, su Repubblica, è stato chiaro: sono stati i fascisti, leggevano Evola e Von Salomon. Indizi stringenti, non c'è che dire ( senza contare che il filosofo della tradizione fu per un'intera generazione di destra una sorta di mito incapacitante, perché negava, al fondo, il ruolo della politica; che fosse un ispiratore del terrorismo non sta né il cielo né in terra). Ma tutto fa brodo. Le piste nere sono nell'album di famiglia, guai a chi le tocca; continuano evidentemente a tornare utili, oggi come allora. Immaginiamo per un momento che il nodo dei poteri - sinistra, magistratura, informazione - riaprisse le indagini e giungesse alle stesse conclusioni di Cossiga. C'è da domandarsi: si continuerebbe, ogni 2 agosto, a onorare con una grande cerimonia il ricordo di chi a Bologna perse la vita, oppure, usciti di scena i fascisti, ci si limiterebbe a due sobrie parole di circostanza?
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