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Il Foglio Rassegna Stampa
28.07.2005 L'assassinio dei due diplomatici algerini a Baghdad spiega quale sia la vera genesi del terrorismo islamico
e come preceda almeno di 12 anni la guerra in Iraq

Testata: Il Foglio
Data: 28 luglio 2005
Pagina: 1
Autore: un giornalista
Titolo: «Al Qaeda uccide in Iraq due diplomatici algerini esvela le origini del terrore»
IL FOGLIO di giovedì 28 luglio 2005 pubblica in prima pagina un articolo sull'omicidio da parte di al Qaeda di due diplomatici algerigi in Iraq.
Un'analisi sulle origini storiche e ideologiche del terrorrismo islamista, al di là dei luoghi comuni.

Ecco il testo:

Baghdad. L’annuncio dell’esecuzione dei due diplomatici algerini, rapiti giovedì 21 luglio nella capitale irachena, segna una svolta importante sulla scena del terrorismo islamico. Il comunicato dell’Organizzazione di al Qaida per il jihad in Mesopotamia, che annuncia l’esecuzione spiega infatti che il capo della missione diplomatica, Ali Belaroussi, e l’addetto Azzedine Belkadi sono stati uccisi perché "apostati e alleati di ebrei e cristiani in Iraq. L’Iraq non sarà mai un luogo sicuro per i nemici di Dio". Le parole di al Zarqawi sono pietre: non si parla di israeliani, ma di "ebrei", non di occidentali, ma di "cristiani": l’alleanza con queste religioni è colpa sufficiente per essere indicati come "nemici di Allah" ed essere uccisi. Chi nega che sia in corso una "guerra di civiltà" e non vede il rivendicato segno anticristiano e antisemita del terrorismo islamico è servito.
In questo ennesimo delitto c’è anche molto altro. Nei giorni scorsi, dopo il rapimento, il Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento (Gspc) ha diffuso su Internet dall’Algeria un comunicato informato sulla biografia dei due rapiti: "L’addetto diplomatico Belkadi è membro dei servizi segreti e ha partecipato assieme alle forze di sicurezza algerine alle sanguinose stragi di Rais e Bentalha, nel 1998, che fecero centinaia di morti. Per il suo valore sul campo è stato premiato. L’ambasciatore Belaroussi è un nazionalista ostile alla creazione di uno Stato islamico in Algeria".
Il Gspc è uno dei più feroci gruppi terroristi musulmani, fa parte della "Alleanza per il jihad contro gli ebrei e i crociati" di Osama bin Laden e segnala oggi come il network steso da al Qaida negli anni 90 sia il vero motore di tutto il terrorismo islamico (come confermano le biografie dei tanti terroristi che hanno operato in Spagna come in Iraq dopo un training in Algeria).
Questo assassinio spiega meglio di ogni trattato quale sia la vera genesi del terrorismo islamico, come esso sia precedente di ben 12 anni, almeno, alla guerra in Iraq e come questa indiscutibile primogenitura algerina dia ancora oggi i suoi frutti. Le cifre impressionanti dei morti per terrorismo in Iraq, la violenza rivoltante di uno stragismo che strazia bambini innocenti, che sgozza donne e vecchi impallidiscono nel raffronto con quanto lo stesso terrorismo produce in Algeria tra il 1991 e il 1998 e che continua oggi a produrre. Il terrorismo islamico di massa algerino – che miete, secondo le cifre ufficiali 150 mila vittime – nasce dunque in un paese che mai è stato alleato degli Stati Uniti, con un governo del Fronte di liberazione nazionale (Fln) che è il simbolo stesso della lotta antimperialista ("l’impero" era quello francese, non americano) ed è da sempre alla guida del "fronte del rifiuto" nei confronti di ogni riconoscimento dell’esistenza di Israele. Il tutto in un paese che sfrutta risorse petrolifere che permetterebbero elevatissimi standard di vita alla popolazione, se non fossero disperse nella corruzione e in progetti di sviluppo basati sull’acciaio, di pretta marca staliniana, partoriti dalla gauche francese.

La faida dei Fratelli musulmani
Oggi il terrorismo islamico in Algeria non è scomparso, si è cronicizzato: ha mietuto non meno di 900 vittime nel 2004 e alcune centinaia nel 2005. E’ un terrorismo che nasce da scissioni continue dal blocco dei Fratelli musulmani (cui si rivolgono tanti "multiculturalisti" europei per "contrastare" il terrorismo), che riuscì nel 1990 a vincere il primo turno delle prime elezioni politiche libere con il Fronte islamico di salvezza (poi annullate con un golpe) e che hanno dato origine a varie sigle (tra cui il Gia e, appunto, il Gspc). E’ il terrorismo islamico algerino che percorre per primo la strada dei massacri indiscriminati della popolazione civile, che considera "apostati" tutti i musulmani che non ne appoggiano le azioni, che introduce l’atroce pratica dello sgozzamento rituale.
Se si guarda all’Algeria degli ultimi 15 anni si trova l’Iraq di oggi. Con una drammatica e fondamentale differenza: in Algeria governa un regime arabo, non opera una coalizione militare internazionale che appoggia e difende libere elezioni e una classe dirigente nazionale democratica, unica strategia percorribile di contrasto al terrorismo.
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