Ich bin ein Berliner oggi si dice Anė Israelė non la pensa cosė Lucia Annunziata
Testata: Libero Data: 24 luglio 2005 Pagina: 4 Autore: Angelo Pezzana Titolo: «Lucia sbagli, siamo tutti israeliani»
In merito all'articolo di Lucia Annunziata sulla STAMPA di ieri 23-7-2005 rimandiamo alla critica di ieri su IC, anche per leggerne il testo completo. Sull'articolo dell'Annunziata pubblichiamo oggi il commento di Angelo Pezzana uscito su LIBERO.
Ecco l'articolo: Il titolo, ''Vivere da israeliani'', ci aveva riempito di speranza. > Finalmente, un grande quotidiano come La Stampa apriva la prima pagina senza > il predicozzo sulle colpe dell'Occidente del solito Igor Man, nostalgico di > quando i suoi Fedayin scorrazzavano al comando di Arafat. Finalmente si > evoca Israele, che da tempo infinito vive i suoi 11 settembre, 7 luglio , 11 > marzo, senza che il mondo civile, tranne poche eccezioni, senta il bisogno di > gridare ''siamo tutti israeliani''. Ma la speranza si e' spenta in un > secondo, il tempo di iniziare l'editoriale di Lucia Annunziata, perche' e' > lei l'autrice dell'articolo piu' cinico che ci sia capitato di leggere sugli > attacchi del terrorismo in questi giorni. > L'Israele evocato nel titolo si trasforma immediatamente in una maledizione, > in un destino sciagurato: la ''israelizzazione del mondo occidentale'', > che č stato '' il nucleo duro della battaglia intellettuale dei neo-con > intorno all'avventura irachena''. Londra,New York,Washington si sono > trasformate in Tel Aviv, come dire che se non ci fosse stata l' ''avventura'' > irachena il terrorismo anti-occidentale non si sarebbe manifestato. Avrebbe > si' continuato a colpire Israele, ma noi ne saremmo rimasti fuori. Che > l'assalto e la distruzione delle Twin Towers sia avvenuto ''prima'' e non > ''dopo'' quella che l'Annunziata chiama l'avventura irachena non conta nulla > per la giornalista approdata alla Stampa dopo essere passata dal Manifesto, > da Repubblica, dalla presidenza della Rai, luoghi nei quali una certa > esperienza deve pur essersela fatta. Se non altro a Repubblica, per il quale ha > scritto per svariati anni come corrispondente da Israele. Macche', > ''vogliamo diventare come Israele ?'', chiede preoccupata l'Annunziata, > ''vogliamo diventare come Israele una societa' militarizzata? '', Bene, > allora prepariamoci a perdere tutte le nostre liberta'civili, ci > ispezioneranno gli zainetti per strada,l'America ha gia' violato il Quarto > emendamento, il Patriot Act si e' fatto piu' duro con l'aumento delle > pattuglie per strada,e-mail,telefoni, tutto sara' messo sotto controllo e a noi > cittadini verra' chiesto, come sta avvenendo in Inghilterra, di > ''partecipare'', che in pratica, scrive l'Annunziata, significa fare la spia. > E' questo che vogliamo ? ''Diventare dunque come Israele ?'', torna a > richiedersi la nostra Lucia. Dopo averci proposto un futuro prossimo privo > di liberta' perche' tutto teso alla difesa della sicurezza, l'Annunziata non > dimentica che scrive in prima pagina della Stampa e che quindi non puo' > terrorizzare piu' di tanto i lettori. Massė, accettiamo tutto questo per la > salvezza della democrazia, l'abbiamo gia' fatto ai tempi delle brigate > rosse, possiamo farlo anche oggi, scrive la nostra autrice. Potremmo sbagliarci, ma non ci sembra il > paragone adatto. Chi oggi giustifica il terrorimo, accampando inesistenti > colpe dell'Occidente, negli anni settanta/ottanta definiva i praticanti del > terrorismo nostrano '' compagni che sbagliano'', con tutto l'armamentario > comprensivo e giustificativo che non abbiamo dimenticato, Lo stesso film lo > stiamo rivedendo ora, anche se una parte degli interpreti č cambiata. Non ci > sono piu' le brigate rosse, sostituite dal terrorismo fondamentalista islamico. Il pericolo non č pių una dittatura nazi-comunista del proletariato, ridicola a partire da chi l'aveva promossa, ma una eversione mondiale che ha le sue basi nel fanatismo religioso islamico. Altro che brigate rosse! > Un sentimento di gratitudine a chi ha fatto quel titolo, "vivere da israeliani" ( forse non aveva > letto il pezzo), si, anche noi in Europa stiamo vivendo nelle stesse > condizioni nelle quali hanno quasi sempre vissuto gli israeliani, vorrei > dire un po' meglio, se calcoliamo che qui siamo solo agli inizi.'' Ich bin > ein Berliner'', disse John F.Kennedy davanti al Muro di Berlino. ''Anė > Israelė ", io sono un israeliano, dovrebbero gridare con affetto solidale > gli europei, anche loro oggi sotto attacco. Chissa' che non succeda. > >
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