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Libero Rassegna Stampa
21.07.2005 Scienziati atomici di Saddam formati in Italia
all'Icpt di Trieste

Testata: Libero
Data: 21 luglio 2005
Pagina: 1
Autore: Francesco Ruggeri
Titolo: «Saddam a lezione di atomica in Italia»
LIBERO di giovedì 21 luglio 2005 pubblica in prima pagina e a pagina 9 un 'inchiesta di Francesco Ruggeri sull'istruzione degli scienziati atomici dell'Iraq di Saddam Hussein in Italia.

Ecco l'articolo:

TRIESTE Anche loro hanno imparato all'Ictp. Khidhir Hamza e Jaffar Dhia Jaffar, i due padri storici del programma di armi nucleari iracheno, coloro che condussero Saddam a un passo dall'atomica, hanno svolto attività di ricerca e studio fra gli anni Settanta e gli Ottanta proprio al Centro di fisica triestino (...) Abdus Salam", oggetto della nostra inchiesta. Come altri 198 fisici iracheni fra il 1970 e il 1990. E il secondo dei due avrebbe acquistato una parte essenziale del materiale per il suo progetto dalla ditta italiana che ha rifornito anche il Sincrotrone per la fisica nucleare, con cui l'Ictp è gemellato. Insomma, è la prova provata, la " pistola fumante", dei rischi che pone all'intera comunità internazionale un istituto di fisica nucleare aperto a tutti ( islamici in testa), secondo l'ipocrita demagogia terzomondista di stampo Onu. Complice lo Stato italiano, che oltre a finanziare l'Ictp e le sue attività " double use", concede agli ospiti del Centro l'accesso ai più sensibili laboratori nazionali di ricerca, nucleare e biofisica, in tutto 75. Sostenendo in particolare alcuni progetti riservati al mondo islamico e alle nazioni filoterroriste. CONSULENTE DEL RAÌS " Ricerche miste - data inizio 1 gennaio 1986, data fine 31 dicembre 1986". Il documento è ancora nell'archivio del Centro, sotto la dicitura " Partecipazione di Hamza Khidhir A. Abbas alle attività Ictp". Un'occhiata ai programmi odierni può dare un'idea di cosa si sia occupato quello scienziato durante l'anno di permanenza a Trieste: alla voce " Miscellaneous research" ( ricerche miste) leggiamo " Strumentazione per la fisica nucleare e subnucleare". Un'altra specifica visita a suo nome è datata 10- 30 agosto 1986. Stranamente di entrambe, a differenza che per tutti gli altri nominativi visionati, non sono indicate né la nazionalità né l'istituto di provenienza. A meno di improbabili omonimie, si dovrebbe trattare di Hamza Khidhir Abdul Abbas, che fu il capo del programma iracheno per lo sviluppo di armi atomiche fra il 1987 e il ' 91. Prima di trovare asilo nel ' 94 negli Stati Uniti, dove oggi lavora per il Dipartimento dell'energia e scrive libri autobiografici (" Saddam's bomb maker"). Rivelando quanto il raìs di Bagdad, grazie alle competenze di fisica apprese anche in Italia da lui e da Jaffar, fosse giunto a un soffio dal possesso della bomba nucleare appena prima dell'invasione del Kuwait. Ma se anche i documenti in archivio non riguardassero lui, i passaggi di Khidhir all'Ictp non sono in dubbio e attraversano oltre un decennio, a partire dal 1974. È egli stesso a confessarli, definendoli « presenza frequente e partecipazione » , nella scheda biografica compilata per l'Isis, durante il suo recente biennio da consulente presso il prestigioso think- tank nucleare di Washington. Quanto invece a Jaffar, fondatore e responsabile del programma nucleare clandestino iracheno che procedeva in parallelo a quello pubblico di Khidhir, fu ospite dell'Ictp negli anni ' 70 per partecipare ad una " ricerca avanzata": l'ha confermato l'Agenzia atomica Onu ( Aiea) per bocca del suo vicedirettore ( un italiano). Un paio di mesi dopo l'invasione americana del 2003 Jaffar è stato arrestato in Siria dalle forze della Coalizione. Inutile dire che nell'Iraq di Saddam nessuno ammetteva di lavorare per la bomba. Ufficialmente Khidhir si occupava di sviluppare energia nucleare per scopi civili. In pratica si adoperava per arrivare a un reattore, e predisponeva la base scientifica dell'Uranium diffusion project. Jaffar mascherava invece la sua missione dietro al paravento dell'Ufficio per gli studi e lo sviluppo ( Osd), poi rinominato Petrolchimico- 3. Il suo incarico consisteva nel costruire un'atomica seguendo una via alternativa a quella classica delle centrifughe: separando gli isotopi di uranio 235 con l'ausilio di calamite super potenti. Il processo si definisce Emis ( separazione elettromagnetica degli isotopi), e venne avviato presso il Centro di ricerca nucleare di Al Twaitha, e poi agli impianti segreti di Al Tarmiya e Ash Sharqat. Ancora fino a due mesi prima dell'invasione del Kuwait, uno scienziato di Al Twaitha ( Sabah Sadig) partecipava per conto della Commissione atomica irachena al " Workshop sui calcoli di fisica del reattore per le applicazioni nella tecnologia nucleare", svoltosi all'Ictp tra 12 febbraio e 16 marzo ' 90. Da notare che, secondo l'Isis, gli alimentatori per le super calamite Jaffar li acquistò in Italia, dalla stessa ditta - la Ocem spa - che li ha forniti anche per le calamite elettromagnetiche del Sincrotrone. Ossia l'anello di ricerca in fisica nucleare del parco tecnologico di Trieste, cui l'Ictp è collegato e dove garantisce agli scienziati del terzo mondo 1500 ore di esperimenti l'anno. Gli accordi di collaborazione fra Ictp e le maggiori istituzioni di ricerca italiane si esplicano con modalità variegate. Esiste un programma di " Addestramento e ricerca nei laboratori italiani" ( Tril) che apre agli scienziati del Centro, oltre che le porte del Sincrotrone, anche quelle di Cnr, Enea e Istituto nazionale di fisica della materia. E del laboratorio dell'Istituto nazionale di fisica nucleare ( Infn), dove si fa ricerca su microprocessori, tecnologia informatica e strumentazione, nel campo della fisica. Stretti sono pure i rapporti col Cern di Ginevra. Grazie poi allo Step, o Sandwich training educational programme, l'Ictp offre addestramento e ricerca alTrieste laser laboratory e al Centro internazionale per l'ingegneria genetica e la biotecnologia. Inoltre, Ictp è praticamente tutt'uno coi laboratori e le aule del Sissa ( Scuola internazionale superiore di studi avanzati), uno dei 3 più prestigiosi centri di ricerca post laurea dell'università italiana. E con quelli della facoltà di scienze dell'università di Trieste, che organizza all'Ictp un master in fisica con accluso laboratorio nucleare. Non va però dimenticato che lo stesso Ictp, comerecita la sua guida, è " un'istituzione che senza un nocciolo duro di ricerca interna non può disseminare sapere". I campi in cui si esprime questa ricerca, interna o esterna che sia tutta potenzialmente " a doppio uso", sono tra gli altri: fisica nucleare applicata, dati nucleari e loro applicazioni, fisica sperimentale e di laboratorio nucleare e subnucleare, fisica atomica e molecolare, fisica delle particelle, fisica dei laser, tecniche nucleari degli isotopi e del laser, strumentazione per la fisica nucleare, chimica, biotecnologia. I laboratori citati si situano tutti fra la cittadella Ictp e i campus di Basovizza e Pedriciano ( Trieste) nel più grande parco tecnologico d'Italia ( Area science Park), dove lavorano almeno 1600 scienziati, con un indotto di 3400 ricercatori: 35 su 100 abitanti, contro una media europea di 5.3. I finanziamenti degli istituti pubblici o sotto cornice Onu vengono coperti per la quasi totalità dallo Stato italiano. Compresi dei programmi dedicati al mondo islamico o a Paesi che sponsorizzano il terrorismo. BORSE DI STUDIO Tipico esempio il programma " Sesame", che insegna solo a scienziati del Medio Oriente la gestione e le specifiche tecniche di una macchina elettromagnetica a fasci di radiazioni per la ricerca nucleare come il Sincrotrone. Lo finanzia un contributo ad hoc del nostro ministero degli Esteri. Mentre il Pakistan dispone di una sua lobby interna all'Ictp, che riunisce studenti e ricercatori nel Pakistan Chapter, presieduto dal dott. Butt dell'Istituto di scienza nucleare di Islamabad. Ulteriori enti di base all'Ictp si occupano, sempre con fondi italiani, di gestire una fitta rete di filiali e sostenere progetti di ricerca in fisica chimica e biologia direttamente in loco nella maggior parte dei Paesi arabi e/ o canaglia, Iran in primis: a parte il già citato Icgeb, c'è la Twas o Accademia delle scienze del terzo mondo, i cui membri, secondo un criterio razzista, debbono essere nativi del sud del mondo o aver già contribuito al suo sviluppo. Figlio della Twas è poi il Twnso, network delle organizzazioni scientifiche del terzo mondo. Ci sono infine l'Ics, Centro internazionale di scienza e alta tecnologia, fondato insieme all'Ictp dal nobel pakistano per la fisica Abdus Salam, e l'Inter Academy panel che coordina 80 Accademie delle scienze di Paesi membri Twas. I premi e le borse di studio consegnati ai ricercatori più promettenti non si contano, dalle due da 50.000 dollari pagate dalla Illycaffè col Premio scienza Trieste, ai 5 premi da 20.000 dollari dell'Ictp in " Pensiero islamico e fisica", o chimica. Lo statuto dell'Ictp prevede addirittura che possano essere gli stessi Paesi assistiti a fornire spunti e indirizzi per le attività del Centro. Per prendervi parte basta sottoscrivere che le proprie dichiarazioni " sono vere e complete", prendendo altresì atto che " ogni coinvolgimento in politica o in attività che danneggino l'immagine del Centro avrà come esito la fine del rapporto con esso". La liberatoria dev'essere identica a quella che avevano firmato a suo tempo anche Khidhir e Jaffar. Solo dal 1991, con decenni di ritardo, l'Ictp vietò finalmente ogni partecipazione agli scienziati di Saddam. Un anno fa Matti Nasir Abdul Makadsi è stato il primo fisico iracheno a tornare a Trieste, dopo 14 anni di interdizione totale. www. laltrogiornale. com ( 2- continua)
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