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La Stampa Rassegna Stampa
20.07.2005 La marcia dei coloni, gli attacchi del terrorismo palestinese e gli scontri interni all'Anp
la cronaca di Aldo Baquis

Testata: La Stampa
Data: 20 luglio 2005
Pagina: 8
Autore: Aldo Baquis
Titolo: «La polizia assedia il villaggio dei coloni»
LA STAMPA di mercoledì 20 luglio 2005 pubblica a pagina 8 una cronaca di Aldo Baquis sulla marcia dei coloni, e sugli scontri a Gaza (tra terroristi e israeliani e interni all'Anp), trattati molto brevemente e non citati nel titolo "La polizia assedia il villaggio dei coloni".

Ecco il testo:

Nel tentativo di impedire il ritiro da Gaza ordinato per agosto, il movimento dei coloni ha ingaggiato una strenua lotta contro il governo. Lunedì decine di migliaia di persone si sono raccolte a Netivot (Neghev) per marciare verso Gaza e ieri i dimostranti sono entrati nel villaggio di Kfar Maimon, dove la polizia li ha stretti d’assedio. Nelle stesse ore in un rione di Gaza militanti di Hamas e di al-Fatah si sono scontrati duramente. In serata numerosi colpi di mortaio sono esplosi nella colonie di Gaza, mentre notizie di intelligence avvertono che la giornata di oggi potrebbe essere più violenta ancora.
I vertici militari israeliani hanno vietato tassativamente ai coloni di raggiungere oggi il valico di Kissufim, alle porte di Gaza. In quel posto i dimostranti sarebbero esposti al rischio dei razzi Qassam. L’altra ragione del divieto è politica: il ritiro da Gaza è stato approvato (sia pure con difficoltà) dal governo e dal parlamento. Se il movimento dei coloni riuscisse ad impedirlo, le conseguenze sarebbero quelle di un terremoto.
A Kfar Maimon, assediato ieri da oltre 10 mila uomini fra polizia e esercito, uno degli ideologhi dei coloni, Pinchas Wallerstein, ha ammesso che si cerca di logorare sistematicamente le forze di sicurezza israeliane per impedire loro di completare i preparativi del ritiro e del conseguente sgombero forzato di 10 mila coloni. «Siamo pronti a dormire nei campi, a manifestare ogni giorno» ha avvertito il colono, mentre nella sinagoga del villaggio austeri rabbini impartivano lezioni ai dimostranti che, nella quasi totalità, hanno avuto una formazione religiosa. Per questi coloni della Cisgiordania è evidente che dopo lo sgombero degli insediamenti di Gaza verrà presto o tardi il turno delle loro case. «La nostra - dicono - è anche un’operazione preventiva». Nei tafferugli di ieri ci sono stati alcuni contusi, molti gli svenuti per la grande afa. Alcune persone sono state fermate: fra queste coloni sospettati di aver cosparso di chiodi piste utilizzate dalla polizia.
Mentre Sharon è alle prese con il movimento dei coloni e con le incitazioni ai soldati all’insubordinazione di massa da parte di rabbini nazionalisti, il leader palestinese Abu Mazen deve affrontare una situazione altrettanto complessa con gli integralisti di Hamas che esigono di partecipare alla gestione della Striscia dopo il ritiro israeliano. Nell’imminenza della visita di Condoleezza Rice, Abu Mazen cerca di mettere ordine, anche con l’aiuto di emissari egiziani che hanno incontrato esponenti di Hamas.
Ieri, tuttavia, la violenza è esplosa di nuovo in un rione di Gaza, dove miliziani di al-Fatah hanno dato alle fiamme un edificio adibito a scuola islamica. Ci sono stati anche scontri armati. E in Cisgiordania, a Yamun, unità speciali israeliane hanno ucciso due miliziani della intifada: i fratelli Ibrahim e Wedad Abahara. La loro esatta identificazione politica è oggetto di controversia: erano quadri delle Brigate al-Aqsa di al-Fatah secondo fonti palestinesi, mentre Israele ritiene che facessero parte di una cellula della Jihad islamica responsabile di diversi attentati terroristici fra quello recente di Netanya. Le Brigate al-Aqsa, in serata, hanno minacciato una «dolorosa ritorsione».
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