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Il Mattino Rassegna Stampa
17.07.2005 Alcune riflessioni su Michele Giorgio
ovvero la verità separata dalla cronaca

Testata: Il Mattino
Data: 17 luglio 2005
Pagina: 2
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «Gaza, uccisi dirigenti di Hamas»
Riportiamo senza commenti l'articolo di Michele Giorgio sul MATTINO del 16-7-2005.
Invitiamo però i nostri lettori a leggerlo, per rendersi conto della differenza che passa tra un cronista che riporta i fatti e uno che mette in ciò che scrive idee e sentimenti della propria parte a discapito della correttezza dell'informazione. E' la corrispondenza di chi vorrebbe una realtà fatta a immagine delle sue posizioni, e così la descrive, con il fastidio di dover raccontare fatti che vorrebbe fossero accaduti in modo diverso. Un corrispondente di un giornale di partito, un po' come scrivevano i giornalisti sull'UNITA' dei tempi sovietici, quando prima di mettersi alla macchina da scrivere si studiavano bene le veline del Partito.
Michele Giorgio dovrebbe limitarsi a scrivere commenti,nei quali potrà ignorare la realtà dei fatti nascondendoli nella sua interpretazione.

Ecco l'articolo:

Gerusalemme.In un clima di tensione crescente, Israele ieri ha ripreso gli «omicidi mirati» di militanti dell’Intifada, sospesi alla fine dello scorso anno, attaccando attivisti del movimento islamico Hamas in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. Il bilancio complessivo dei raid compiuti dagli elicotteri Apache è di sette palestinesi uccisi. La risposta degli integralisti non si è fatta attendere. «Non rimarremo a guardare senza reagire, ci vendicheremo», ha avvertito Sami Abu Zughri, il portavoce di Hamas a Gaza il quale, tuttavia, ha aggiunto che la sua organizzazione si ritiene ancora vincolata al rispetto della tregua proclamata dalle fazioni palestinesi lo scorso marzo al Cairo. Forte è stata la protesta dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) che ieri mattina, per ordine del presidente Abu Mazen, ha proclamato lo stato d’emergenza a Gaza e ordinato alla polizia di condurre controlli a tappeto per impedire il lancio di razzi artigianali «Qassam», come quello che giovedì sera ha ucciso una giovane israeliana in un kibbutz. Le perquisizioni hanno scatenato forti reazioni da parte della popolazione e di Hamas. A Zaitun, una roccaforte islamica alla periferia di Gaza city, la folla ha dato alle fiamme un posto di polizia, un automezzo blindato e tre jeep. I reparti antisommossa hanno replicato sparando. Un bambino e un adolescente sono rimasti uccisi, mentre altre nove persone hanno riportato ferite gravi. Erano anni che non si registravano scontri a fuoco tanto violenti tra l’Anp e le opposizioni islamiche. Si teme ora che l’escalation di violenze induca il governo israeliano a congelare il ritiro da Gaza, previsto a metà agosto. Il primo raid israeliano è avvenuto nella cittadina cisgiordana di Salfit, non lontano dall'insediamento ebraico di Ariel. Gli elicotteri hanno lanciato tre o quattro missili contro una automobile palestinese, uccidendo tre attivisti di Hamas. Poco dopo a Gaza city, nell'area di Tel Hawa, missili israeliani hanno colpito un furgone che, secondo il portavoce dell’esercito, trasportava dei razzi Qassam. Quattro i membri di Hamas sono rimasti uccisi.
Invitiamo i lettori di Informazione Corretta a dare il proprio giudizio su quanto scritto dal quotidiano napoletano. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail pronta per essere compilata e spedita.

posta@ilmattino.it

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