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Europa Rassegna Stampa
14.07.2005 Cosa pensa un islamista antisemita degli attentati di Londra?
il quotidiano della Margherita glielo chiede, ma non spiega chi sia in realtà

Testata: Europa
Data: 14 luglio 2005
Pagina: 2
Autore: Tiziana Barrucci
Titolo: «Socialmente integrati, psicologicamente isolati»
EUROPA di venerdì 15 luglio 2005 pubblica a pagina 2 un'intervista a Tariq Ramadan: intellettuale islamista e antisemita che la giornalista Tiziana Barrucci definisce:
Ramadan è oggi ua fugura difficilmente definibile. Intellettuale tanto apprezzato in alcuni ambienti quanto disprezzato in latri che lo accusano di essere una quinta colonna in doppiopetto dell'estremismo islamico in Europa.


Ramadan, interpellato sulla strage di Londra, definisce gli attentatori
perfettamente integrati socialmente ma del tutto disadattati dal punto di vista psicologico
dallo sradicamento nei confronti della loro cultura e della loro religione: una versione sosfisticata dell'argomento che attribuisce all'Occidente la colpa del terrorismo islamico, per via della "disperazione" che indurrebbe nei musulmani (in questo caso disperazione psicologica e non sociale, data l'evidente inapplicabilità agli attentatori di Londra di quest'ultima variante)

Alla domanda "Come spiega l'imperare della cultura del martirio? " risponde

Storicamente l'idea che chi muore per la propria causa sia degno di rispetto accomuna tutte le le religioni monoteiste e le fedi politiche
La giornalsta, invece di ricordare a Ramadan la differenza tra chi è disposto a morire e chi è disposto a uccidere innocenti per la propria causa gli propone quella tra "chi è combatte per le proprie idee con il rischio di morire e chi si fa saltare in aria".
Ramadan risponde distinguendo un piano politico e uno morale. Da un punto di vista politico

forse si può spiegare perchè disperati in Palestina o in Iraq non trovino altre armi che il proprio corpo, mentre impossibile è farlo con attentati come quello di Londra. Dal punto di vista morale entrambe le situazioni sono condannabili.
Osserviamo che simili dichiarazioni erano ampiamente prevedibili: già in passato Ramadan, in un'intervista a una giornalista italiana aveva definito "contestualemte comprensibile" l'omicidio di un bambino israeliano.

D'altro canto, il fatto che Ramadan sia un islamista che teorizza e pratica la "dissimulazione" nei confronti degli infedeli non è una questione controversa: è stato ampiamente documentato in un libro della giornalista francese Caroline Fourest (vedi "La sinistra francese scopre il vero volto di Tariq Ramadan", Informazione Corretta 20-10-2004).

E' anche noto che Ramadan usi compilare liste di intellettuali ebrei colpevoli di "etnicismo" e "tribalismo" per il loro sostegno a Israele.

Intervistarlo presentandolo come una figura controversa e non per quello che è non può dunque essere considerata una scelta dettata dall'iconsapevolezza.

Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione di Europa. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.


lettere@europaquotidiano.it

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