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Il Mattino Rassegna Stampa
13.06.2005 La pena di morte è in vigore a Gaza City, non in Palestina
lo scrive il quotidiano napoletano

Testata: Il Mattino
Data: 13 giugno 2005
Pagina: 4
Autore: la redazione
Titolo: «Quattro condanne a morte eseguite a Gaza City - Guantanamo, documento rivela le tecniche di tortura»
IL MATTINO di lunedì 13 giugno 2005 pubblica l'articolo "Quattro condanne a morte eseguite a Gaza City".
Quando non torna utile la parola "Palestina" viene bandita. In questo caso meglio "Gaza City": ci sono da raccontare delle condanne a morte eseguite dopo processi sommari. Anche quest’ultimo aspetto viene completamente trascurato dal minuscolo trafiletto che riporta la notizia. I 4 uomini uccisi erano sicuramente "colpevoli di omicidio di connazionali": il condizionale è riservato solo alle dichiarazioni degli israeliani.

Ecco il testo

Dopo una sospensione di circa un anno, dovuta alle proteste internazionali, l'Autorità nazionale palestinese ha ripreso le esecuzioni capitali. All’alba di ieri quattro palestinesi, colpevoli di omicidio di connazionali, sono stati giustiziati nella prigione centrale di Gaza City. Per l’Anp erano «criminali comuni». Il presidente Ab Mazen aveva respinto la loro domanda di grazia.
Il quotidiano napoletano pubblica anche l'articolo "Guantanamo, documento rivela le tecniche di tortura".
Da notare come le tremende torture (la musica di Cristina Aguilera, il divieto di andare al bagno, la visione di una videocassetta con l’attacco dell11/9 e non meglio precisati gavettoni) di Guantanamo meritano più spazio e visibilità, e anche un titolo sensazionalistico eccessivo rispetto alla sostanza delle rivelazioni del Time.

Ecco l'articolo:

Washington. Canzoni di Christina Aguilera a tutto volume per impedire ai prigionieri di dormire, gavettoni, videocassette con gli attacchi alla Torri Gemelle, negazione del permesso di andare al bagno. Sono alcune delle tecniche che i militari incaricati di interrogare i cosiddetti «combattenti nemici» del carcere di Guantanamo Bay, a Cuba, utilizzano, o almeno utilizzavano. Lo rivela il settimanale «Time» nel numero in edicola, dopo avere ottenuto un documento segreto di 84 pagine - di cui il Pentagono ha confermato l'autenticità - in cui vengono spiegate le tecniche utilizzate per ottenere informazioni dai prigionieri, la maggior parte dei quali ex taleban catturati in Afghanistan. Il documento riguarda il prigioniero numero 063, Mohammed Al Qathami, spesso considerato il 20/mo terrorista delle Torri gemelle. Qathami, catturato in Afghanistan, aveva tentato di entrare negli Stati Uniti nell'agosto del 2001, un mese prima degli attacchi dell'11 settembre, ma era stato rimandato indietro perché non aveva biglietto di ritorno. Nel documento c'è tra l'altro la trascrizione dell' interrogatorio in cui il terrorista ammette di lavorare per Al Qaida e per Osama Bin Laden. Ma quando gli viene chiesto qual era la sua missione, Qathami risponde: «Non me l'hanno detto».
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posta@ilmattino.it

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