venerdi 01 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Il Giornale Rassegna Stampa
02.06.2005 Ateneo in mano agli squadristi
la denuncia del presidente di LiberaPisa

Testata: Il Giornale
Data: 02 giugno 2005
Pagina: 15
Autore: un giornalista
Titolo: «Le università prigioniere della rete antiisraeliana dei collettivi studenteschi»
IL GIORNALE di giovedì 2 giugno 2005 pubblica un articolo sulla denuncia da parte del presidente di LiberaPisa dello squadrismo rosso e filoislamista nell'università della città toscana.

Sull'antisemitismo del gruppo che lo esercita, occorrerebbe a nostro giudizio riflettere con più attenzione: davvero si pensa che il rifiuto dell'esistenza di Israele, l'odio assoluto e ossessivo che le si riserva non abbiano nulla a che vedere con il fatto che è lo Stato degli Ebrei?
Ecco l' articolo:

«Che si definisca «boia»
un diplomatico israeliano impedendogli
di parlare o che si
impedisca ad alcuni studenti
di presentare la loro opinione
favorevole all’astensione al referendum,
il problema è sempre
lo stesso: ci sono gruppuscoli
dell’estrema sinistra che
si comportano da squadristi...
». È il giudizio di Marco
Cecchi, studente di Scienze Politiche
all’università di Pisa e
presidente dell’associazione
radicale «Libera Pisa». «Nei
giorni scorsi – racconta – lo
stesso "collettivo" che qualche
mese fa ha contestato così
duramente la lezione di Shai
Cohen impedendogli di parlare
se l’è presa con un gruppo
di studenti del comitato
"Scienza e vita" che distribuivano
volantini in favore dell’astensione
al referendum
abrogativo della legge sulla fecondazione
assistita. Io sono
su posizioni opposte, ma sono
intervenutoconuncomunicato
per denunciare l’accaduto:
il problema vero è quello
dell’agibilità democratica dell’università
».
I preoccupanti episodi che
negli ultimi tempi sono accaduti
a Pisa, Bologna Firenze e
Torino, con le violente contestazioni
e le minacce verbali
rivolte agli insegnanti che avevano
invitato a parlare i rappresentanti
israeliani non sonodunque
facilmente classificabili
come episodi di antisemitismo,
una patologia orrenda
che non deve rinascere.
«Nonso se si tratti di vero antisemitismo
– osserva Cecchi –
eho deidubbiin proposito.Anche
se è sotto gli occhi di tutti
il fatto che questi collettivi
quando contestano Israele lo
fannoutilizzando terminie argomentazioni
che rimandano
a un certo antisemitismo arabo:
dicono che Israele non deve
esistere!». Il presidente di
«Libera Pisa» ha intenzione
di invitare nuovamente
Cohen nell’ateneo per il prossimo
ottobre, un anno dopo la
contestazione: «Speravamo
che fosse il rettore a farlo, ma
ciò non è accaduto. Si è accettato
che un gruppuscolo cheungruppuscolominoritario
impedisse di svolgere
la lezione al grido di "Maiale,
boia, assassino!"».
Innanzitutto un problema
di ordine pubblico, di
«agibilità democratica», insomma.
Rimane però sempre
sospesa la domanda: quando
la contestazione dura e talvolta
violenta contro i rappresentanti
israeliani si trasforma in
antisemitismo? «Siamo di
fronte a qualcosa di orrido – commenta Sandro Curzi, consigliere
delCdaRai, già direttore
del Tg3 e del quotidiano Liberazione
– e quanto succede
nelle università fa il paio con
ciò che si ascolta negli stadi.
Sono due anni che soffro leggendo
certi striscioni allo stadio
e mi è capitato di sentirmi
dire,dapersone normali e gentili:
"Lei è laziale, è comunista,
non sarà mica pure ebreo...". Ecco, c’è una mentalità contro
la qualedobbiamocombattere
». Sulle contestazioni avvenute
negli atenei, Curzi osserva
che «purtroppo certe
volte estrema destra ed estrema
sinistra convergono».
«Vorrei ricordare agli studenti
dei collettivi – incalza il giornalista
– che quando è nato lo
Stato d’Israele, per noi comunisti
quello era il volto migliore
del socialismo. Ricordo
quando visitavamo i kibbutz e
dicevamo: "Qui sono riusciti a
coniugare il socialismo con la
democrazia"».
AncheCurzi, però, ci va cauto
neldefinire casi di antisemitismo
quelli avvenuti nelle università
italiane. «Si tratta piuttosto
di ignoranza. E pur ritenendo
contestabili certi atteggiamenti
del governo israeliano,
vorrei aggiungereche l’antisemitismo
può sempre riaffiorare.
Un fenomeno che si
può combattere soltanto con
la cultura».
Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione de Il Giornale. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.

lettori@ilgiornale.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT