Gli ebrei "ospiti" in Italia pretesti animalisti per l'intolleranza
Testata: La Stampa Data: 02 giugno 2005 Pagina: 28 Autore: una lettrice Titolo: «La macellazione fa indignare»
Riportiamo una lettera pubblicata da LA STAMPA di giovedì 2 giugno 2005: Mi unisco all'indignazione del sig. Giuseppe Casagrande di Roma (La Stampa di domenica 29 maggio 2005) riguardante la macellazione in Italia di animali con rito ebraico e musulmano che prevede lo sgozzamento con morte lenta per dissanguamento. Se ciò corrisponde a verità, mi chiedo se c'è mai un limite a quello che, a parer mio, è un vero e proprio servilismo che spesso l'Italia dimostra nei confronti di minoranze etniche che soggiornano nel nostro paese e che pretendono di imporci i loro usi e costumi (molte volte arretrati, tribali e anche pericolosi). Quella di evitare dolori anche agli animali da macellazione è stata una conquista da parte nostra. Perché mai dobbiamo permettere nel nostro territorio una barbarie simile? Mi pongo la stessa domanda che si pone il sig. Casagrande: in questo esame del provvedimento è previsto il divieto della macellazione con rito musulmano? E che fine ha fatto la raccolta di firme (molto numerose) effettuate dalle associazioni animaliste e inoltrata tempo fa? Evidentemente non ha sortito alcun effetto se è vero che questo tipo di macellazione viene praticato in Italia. Il divieto per il cittadino italiano di recare dolore gratuitamente agli animali deve valere indistintamente anche per tutti coloro che intendono soggiornare nel nostro paese perché si tratta di un segno di civiltà che va assolutamente salvaguardato. Includere gli ebrei italiani nel novero delle "minoranze etniche che soggiornano nel nostro paese" e di "coloro che soggiornare nel nostro paese": gli ebrei italiani sono (come molti musulmani) cittadini italiani, non ospiti.
Inoltre sembra esserci qualcosa di pretestuoso nell'insistenza ossessiva sulla macellazione rituale ebraica, la cui esecuzione accurata, tra l'altro, permette di ridurre la sofferenza causata all'animale, da parte di una certa polemica animalista che trascura questioni ben più vaste, che convolgono tutta la società, come le condizioni di vita negli allevamenti intensivi, per concentrarsi sulle minoranze religiose e suscitare intolleranza verso di esse.
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