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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
01.06.2005 Mara Gergolet sostituisce Davide Frattini, la sua ottica è subito unilaterale
continuerà così?

Testata: Corriere della Sera
Data: 01 giugno 2005
Pagina: 21
Autore: Mara Gergolet
Titolo: «Il re del tg israeliano accusa « Siamo brutali occupanti » I coloni: ci odia, cacciatelo»
Si sarebbe certamente potuto e dovuto dare spazio anche alla voce dei coloni e dei loro rappresentanti, dell'esercito israeliano, dei suoi soldati. Si sarebbe potuto e dovuto spiegare come il terrorismo renda i check point necessari.

A parte queste omissioni l'articolo di Mara Gergolet, pubblicato dal CORRIERE DELLA SERA di mercoledì 1 giugno 2005, sul film dell'anchorman israeliano Haim Yavin fa pensare che, andatosene Frattini e arrivata la nuova corrispondente da Israele, al CORRIERE si inforchino gli occhiali neri per guardare a Israele. Vedremo se i prossimi servizi si concentreranno tutti su aspetti negativi o smentiranno in meglio le nostre aspettative pessimistiche.

Come ovviamente speriamo.

Ecco il testo:

Per quasi quarant'anni, Haim Yavin è stato l' anchorman perfetto.
Ha condotto telegiornali in modo così imparziale che nessuno sapeva dire che opinione avesse delle notizie che leggeva o se ne avesse una. Ora, 72 anni e la fama di « Mr Television » d'Israele, si mette dietro a una telecamera per una spietata confessione denuncia: « Dal ' 67 siamo diventati dei conquistatori brutali, degli occupatori, che reprimono un altro popolo » dice in Yoman Masa ( « Diario di un viaggio » ) film « privato » girato in Cisgiordania e a Gaza: 5 puntate, la prima trasmessa ieri sera. Un vespaio scatenato già prima di andare in onda, il Consiglio dei coloni che ha chiesto la sua testa: « Ci odia, nessuno gli crede più » .
Per due anni e mezzo Yavin è andato avanti e indietro dai Territori. Nessun operatore, una camera digitale. In qualche insediamento viene accolto a male parole ( « la solita stampa di sinistra » ) ma per buona parte dei coloni è uno di loro. Lo era per tutti, in Israele, finora. Lui dice: « Non sono io che mi sono spostato a sinistra, è il Paese che è andato a destra » .
Riprende palestinesi che aspettano 4 ore ai check point. Va dai settlers e racconta di una donna che non riesce a raggiungere l'ospedale e si sente rispondere: se l'esercito mantiene il controllo, gli arabi faranno il caffè per te e per me. « Ma io — risponde — non voglio che un arabo mi faccia il caffè » .
Filma una ragazza che partorisce al check point e commenta: « Non è ebreo, quello che stiamo facendo qui » . Yavin si sente offeso se sente parlare di sionismo come di razzismo e colonialismo: « Eppure, ogni volta che tornavo dalla Cisgiordania, mi chiedevo: cosa resta del sionismo della pace e uguaglianza: il sionismo delle colonie? » E' duro con i palestinesi: « Nulla giustificherà mai il terrorismo » . Non odia i settler : « Tanti sono idealisti. Ma la loro idea è terribilmente sbagliata. Ci mette in pericolo tutti » . Eppure, in nessun altro film, i coloni escono così male, una setta fanatica, razzista, violenta. Non è un caso che Channel 1 , la tv di Stato per cui lavora, si sia rifiutata di trasmetterlo. Yavin l'ha venduto a Channel 2 , una tv commerciale. Quasi un congedo dal suo pubblico. « Questo è un mio film — si difende lui — . Quando conduco le news garantisce per me la mia professionalità » .
Il collega del New York Times gli chiede se si senta un po' Cronkite. L'altro « Mr. Television » , quello originale e americano, che nel ' 68 raccontò che gli Usa in Vietnam stavano fallendo.
Quello che fece dire a Lyndon B. Johnson: « Ho perso Cronkite, ho perso l'America » . Yavin non crede che il suo documentario smuoverà qualcosa: « Non posso fare niente per alleviare questa miseria, tranne documentarla, così che noi non potremo dire: non ho visto, non ho sentito, non sapevo.
Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla direzione del Corriere della Sera. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.

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