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ANSA Rassegna Stampa
01.06.2005 Dopo il ritiro da Gaza si prepara un' ondata di violenza e terrore ?
intanto, si scopre un tunnel scavato per realizzare un attentato

Testata: ANSA
Data: 01 giugno 2005
Pagina: 1
Autore: Francesco Cerri
Titolo: «MO: milziani Jihad e Haams scavano tunnel sotto colonie Responsabili sicurezza Israele avvertono, rischio terza intifada»
Un lancio ANSA, nel quale sarebbe stato opportuno un uso più attento delle parole, in particolare che i terroristi fossero chiamati con il loro nome:
GAZA, 31 MAG - La scoperta oggi di una galleria
sotterranea costruita dalla Jihad Islamica sotto il territorio
del blocco di colonie ebraiche di Gush Katif, probabilmente in
previsione di un attentato, sembra confermare il timore che una
terza Intifada possa scoppiare dopo il ritiro dello stato
ebraico da Gaza espresso negli ultimi giorni da alti
responsabili della sicurezza israeliana.
Il tunnel e' stato individuato da reparti dell'intelligence
palestinese, cui il presidente Mahmud Abbas (Abu Mazen) ha dato
l'ordine gia' due mesi fa di impedire attacchi contro interessi
israeliani, per tutelare la fragile tregua in vigore con lo
stato ebraico da marzo. Stando a fonti palestinesi locali
l'intervento della sicurezza palestinese ha provocato scambi a
fuoco con i miliziani di Hamas e della Jihad Islamica che
stavano scavando. Il tunnel, distrutto dalla polizia dell'Anp,
partiva dall'estremita' ovest della citta' palestinese di Kahn
Yunis, e penetrava ad una profondita' di 10 metri circa per
diverse decine di metri sotto il territorio del gruppo di
colonie di Gush Katif. Nella zona vivono 8.000 coloni che, in
base al piano di ritiro del premier Ariel Sharon, saranno
evacuati nella seconda meta' di agosto.
A quanto pare i miliziani integralisti cercavano di
raggiungere la vicina colonia di Netzer Hazani e fare detonare
sotto le case dei coloni una grande quantita' di esplosivo.
Presumibilmente l'attentato doveva avvenire - secondo le
informazioni della radio militare israeliana - il prossimo
agosto, quando nella zona oltre ai coloni si troveranno ingenti
forze militari israeliane impegnate nello smantellamento degli
insediamenti. Nel frattempo, stando a Ynet, l'edizione
elettronica del quotidiano Yedioth Ahronoth, il tunnel sarebbe
potuto servire per l'infiltrazione di uomini ed esplosivi nelle
colonie e da li' verso il territorio israeliano. Fonti dei
coloni hanno aggiunto che l'esistenza del tunnel era ben nota ai
responsabili militari israeliani a Gush Katif, la zona di
insediamento ebraico a sud di Gaza. Secondo queste fonti,
Israele avrebbe chiesto piu' volte all'Anp di distruggere il
tunnel.
Ieri, nella sensazione che un grave attentato fosse ormai
imminente, Israele ha lanciato infine un ultimatum e ha spostato
truppe dando l'impressione che una incursione terrestre a Khan
Yunis fosse imminente. Solo a questo punto - affermano i coloni
- gli agenti Anp sono entrati in azione.
Negli ultimi giorni alti responsabili della sicurezza
israeliana hanno lanciato segnali di allarme, circa il rischio
di una ripresa della spirale della violenza dopo il ritiro da
Gaza o dopo le elezioni palestinesi di meta' luglio. I gruppi
integralisti palestinesi, come Hamas e la Jihad Islamica,
affermano le fonti, stanno approfittando della tregua con
Israele per rafforzare le loro strutture militari in previsione
di una ripresa della violenza, di una possibile terza Intifada.
Nei giorni scorsi, a conferma di queste fosche previsioni,
sono intervenuti l'arresto di due candidati kamikaze palestinesi
gia' muniti di esplosivi e la morte di almeno tre miliziani di
Hamas che trasportavano razzi e proiettili di mortaio verso le
colonie. Stando al capo uscente dello Shin Beth, il servizio
segreto interno, Avi Dichter, Hamas sta organizzando un esercito
di migliaia di uomini in preparazione della ''prossima
battaglia'' con Israele. ''Hamas si sta preparando a lanciare un
nuovo ciclo di violenza dopo il ritiro da Gaza o dopo le
elezioni palestinesi'', ha ammonito anche il presidente del
consiglio per la sicurezza nazionale Giora Eiland. ''La mia
personale valutazione - ha detto Eiland, uno dei piu' stretti
consiglieri del premier Ariel Sharon - e' che le possibilita' di
prevenire un nuovo ciclo di violenza non siano molto
alte''.
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