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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
26.05.2005 Scienziati e voci dissenzienti di sinistra contro il boicottaggio accademico di Israele
che viene rilanciato da un ministro sudafricano

Testata: Corriere della Sera
Data: 26 maggio 2005
Pagina: 22
Autore: Roberto Delera
Titolo: «Appello degli scienziati: non boicottate Israele»
Il CORRIERE DELLA SERA di giovedì 26 maggio 2005 pubblica a pagina 22 un'articolo su nuove proposte di boicottaggio accademico antiisraeliano.

Ecco l'articolo:

L'immagine di partenza è cruda. La morte di una bimba palestinese di 13 anni, Iman al Hams, uccisa lo scorso ottobre dall'esercito israeliano, accostata alla morte di Johnny, un bimbo di colore nel Sudafrica dell'apartheid che Desmond Tutu commentò così: « Ero pieno di rabbia furente contro un sistema che poteva fare questo a un bambino... » . Il « negro » Johnny e la palestinese Iman: un'immagine cruda per accusare lo Stato di Israele ( « è razzista » ) e sostenere che il boicottaggio delle università israeliane lanciato dai docenti inglesi è sacrosanto: « Come il boicottaggio contro l'apartheid. Quello aiutò neri e bianchi in Sudafrica. Palestinesi e israeliani trarranno simili benefici » .
Chi lo sostiene ( sul quotidiano inglese Guardian, lo stesso che ha lanciato la campagna dei professori britannici contro Gerusalemme) il razzismo lo ha conosciuto sulla propria pelle: Ronnie Kasrils, ministro sudafricano ed ex capo dell'ala militare dell'African National Congress, il partito di Nelson Mandela. Ma ha ragione? « Sacrosanto affermare che la morte di un bambino è una tragedia — sottolinea Victor Magiar, tra i fondatori del gruppo Martin Buber Ebrei per la pace e assessore per la cultura della Comunità ebraica romana — ma perchè non parlare anche dei bambini israeliani uccisi dai terroristi palestinesi sugli autobus? » .
Ma è soprattutto il parallelo tra Sudafrica e Israele che non piace a Ma giar: « In Israele non c'è discriminazione razziale. C'è un conflitto tra due popoli. In gioco ci sono l'esistenza di Israele e l'autodeterminazione del popolo palestinese, non l'esistenza di un regime di apartheid. Leggere in termini razziali lo scontro in atto, come fa Kasrils, è avere una visione razzista di Israele e degli ebrei. Insomma il razzista è lui » . E boccia l'appello al boicottaggio perchè le università israeliane « sono tra le più libere del mondo » .
Il boicottaggio come strada per la pace non piace nemmeno a una delle più importanti associazioni di scienziati, la American Association for the Advancement of Science, il cui portavoce Alan Leshner ( della rivista Science) chiede « un immediato ritiro » dell'appello dei docenti britannici sottolineando l'importanza della comunicazione tra i ricercatori: « Il boicottaggio è contro il ruolo positivo della libera ricerca scientifica » .
Difficile infatti immaginare che bloccare le idee sia sinonimo di democrazia. David Bidussa, storico e appartenente alla « famiglia » degli intellettuali di sinistra della comunità ebraica milanese: « Per cambiare un sistema politico giudicato non democratico bisogna fare circolare le idee soprattutto lì dentro » . Ma non condivide il merito politico del ragionamento di Kasrils: « L'apartheid cadde non per il boicottaggio ma per la crescita della coscienza politica dei bianchi sudafricani. E poi vorrei ricordare che il boicottaggio rafforza il sentimento etnocentrico di chi è boicottato. Serve in questo momento in Medio Oriente? » .
Identico il ragionamento di Stefano Levi Della Torre, pittore, saggista, docente universitario, anche lui « ebreo di sinistra » : « Il boicottaggio delle università è sbagliato e rafforza la demagogia della destra israeliana. Ed emargina la sinistra » . Nelle sue parole si legge la preoccupazione: « La propaganda antisionista è falsa perchè in Israele la sinistra è sionista. E il sionismo è articolato. Una critica non articolata è sospetta: c'è in ballo l'esistenza di Israele. E dare aiuto alla demagogia di destra, permettere la sua enfatizzazione alimentando il vittimismo aiutano solo la destra » . Eppure Levi Della Torre non ha mai lesinato critiche al governo israeliano: « C'è un terrorismo palestinese. Ma io non ho remore di parlare anche di terrorismo di Stato. Su questo non bisogna essere reticenti. Ma per fare dei passi avanti è indispensabile aumentare i rapporti e aumentare l'esattezza della critica sui fatti concreti.
L'ultrasinistra in Italia fa esattamente il contrario: diminuisce i rapporti e diminuisce l'esattezza della critica. Quello che non serve » .
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