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Avvenire Rassegna Stampa
19.05.2005 I terroristi violano la tregua, ma per il quotidiano cattolico è Israele che uccide i "guerriglieri"
un titolo e una cronaca fuorvianti

Testata: Avvenire
Data: 19 maggio 2005
Pagina: 23
Autore: un giornalista
Titolo: «Tregua violata, ucciso guerrigliero a Gaza L'Anp approva la nuova legge elettorale»
Il titolo, "Tregua violata, ucciso guerrigliero a Gaza L'Anp approva la nuova legge elettorale" e l'esordio dell'articolo pubblicato da AVVENIRE di giovedì 19 maggio 2005 suggeriscono falsamente che Israele abbia violato la tregua con i palestinesi uccidendo a freddo un "guerrigliero".

Soltanto leggendo l'articolo si viene a conoscere la versione israeliana dell'episodio. Versione la cui crediblità sarebbe stata maggiormente evidente se si fosse accennato alle precedenti violazioni della tregua da parte dei terroristi palestinesi.

Ecco la cronaca:

Tregua in pericolo nei Territori palestinesi in seguito all'uccisione di un militante di Hamas l'altra notte. «Le continue infrazioni della tregua da parte di Israele non possono restare senza risposta», afferma un comunicato del movimento integralista che ha fatto cessare le armi dopo il vertice di Sharm el-Sheik fra Abu Mazen e Ariel Sharon dello scorso febbraio. Secondo fonti della sicurezza palestinese l'uomo - Ahmad Baroum, 23 anni - è morto martedì notte durante uno scontro a fuoco con i soldati israeliani a Khan Yunes, nel sud della Striscia di Gaza. L'esercito israeliano ha confermato l'episodio precisando che la sparatoria è stata la reazione a un precedente assalto dei guerriglieri. Un episodio, dopo tre mesi di sostanziale calma, che ha scatenato una reazione a catena: in mattinata, alcuni colpi di mortaio sparati da miliziani palestinesi sono esplosi in due colonie ebraiche a sud di Gaza senza provocare vittime negli insediamenti di Morag e nel centro commerciale di Neveh Dekalim. Poco dopo l'esercito israeliano ha risposto sparando un missile contro un commando di Hamas ferendo gravemente uno dei componenti. Prosegue intanto il travagliato percorso delle riforme all'interno dell'Autorità palestinese: dopo settimane di ritardi e polemiche il Parlamento palestinese ha approvato la nuova legge elettorale nella terza e definitiva lettura. Il nuovo Parlamento avrà 132 seggi, un terzo dei quali verrà eletto con il proporzionale, mentre gli altri due terzi su base maggioritaria nelle singole circoscrizioni. Frattanto martedì un tribunale ha parzialmente invalidato il risultato delle elezioni municipali a Rafah del 5 maggio scorso nelle quali era prevalso il movimento islamico di Hamas. I risultati annullati riguardano un quarto dei seggi (2.700 elettori su 7.500). Subito dopo lo scrutinio si erano verificati degli scontri a fuoco tra i sostenitori di Hamas e quelli di al-Fatah. La data del nuovo voto non è ancora stata fissata, ma appena si è diffusa la notizia dell'annullamento centinaia di sostenitori di Fatah sono scesi in strada a tarda notte per festeggiare un verdetto per loro molto positivo. In una giornata molto difficile qualche segnali di distensione è giunta dai coloni dei 21 insediamenti della Striscia che dovrebbero smobilitare entro luglio: secondo Yedioth Ahronoth circa un un quarto degli 8mila coloni sarebbe già pronta ad andarsene e avrebbe già accettato gli indennizzi del governo.
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