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Il Sole 24 Ore Rassegna Stampa
18.05.2005 Una vittoria basata su una consumata retorica e sull'elusione delle domande scomode
quella di Gerge Galloway di fronte al Senato americano

Testata: Il Sole 24 Ore
Data: 18 maggio 2005
Pagina: 8
Autore: Claudio Gatti
Titolo: «Galloway mattatore al Senato»
Per i quotidiani di mercoledì 18 maggio 2005 George Galloway avrebbe riportato una vittoria schiacciante, fondata su solidi argomenti, nel confronto con la Commisione d'inchiesta del Senato degli Stati Uniti, che lo accusa di aver ricevuto assegnazioni di petrolio dal regime di Saddam Hussein.

In realtà, come documenta Claudio Gatti sul SOLE 24 ORE, la vittoria di Galloway è stata soltanto retorica e "teatrale". Il politico è riuscito abilmente ad eludere le domande scomode e a dirottare l'udienza su temi che nulla avevano a che vedere con quello per discutere il quale era stata convocata. Ma non ha confutato le evidenze raccolte dalla Commisione circa i rapporti d'affari con il regime iracheno del presidente e finanziatore dell'associazione creata da Galloway per combattere le sanzioni all'Iraq.

Ecco il testo:

E’ venuto, ha parlato. E ha vinto. Perlomeno questo round. George Galloway, il politico scozzese accusato dalla Commissione d’inchiesta del senato Usa di aver ricevuto assegnazioni di petrolio dal regime di Saddam Hussein è riuscito a trasformare la sua testimonianza davanti al Senato in una tribuna politica.
Nello scontro retorico che ne è seguito, in cui si è parlato più delle vittime dell’invasione americana che dei contratti petroliferi concessi da Baghdad per ottenere favori politici, Galloway ha surclassato il presidente della commissione, il senatore repubblicano Norman Coleman.
Persino l’ammissione di Gallovay di essere stato consapevole che il presidente e finanziatore di Mariam Appeal, l’organizzazione da lui creata per condurre la campagna politica contro le sanzioni a Saddam Hussein si era arricchito facendo affari contro il regime di Saddam, è passata quasi inosservata nel mare di denunce e accuse lanciate da Galloway contro la commissione d’inchiesta, il Senato e l’intero Paese americano, accusati di aver sostenuto una guerra immorale "giustificata da una montagna di bugie".
Con l’abilità del politico consumato quale è, Galloway è riuscito ad evitare qualsiasi domanda imbarazzante sui suoi rapporti con Fawaz Zuraykat, l’uomo d’affari giordano da lui messo a presiedere Mariam Appeal, alla quale a poi donato svariate centinaia di dollari.
La Commissione del Senato ha trovato una serie di documenti iracheni dai quali risulta chiaramente che attraverso la società "Middle East advanced Semiconductors INc" Zuraycat ha firmato contratti con la società petrolifera di Stato irachena Somo. Quel petrolio è stato poi girato a trader internazionali, come la Aredio Petroleum, che lo hanno venduto pagando a Zuraycat una commissione di circa 6 centesimi a barile.
Nel corso dell’udienza di ieri sia Coleman che il senatore democratico Carl Levin hanno tentato di inchiodare Galloway costringendolo ad ammettere che se avesse saputo che i soldi versati a Mariam Appeal da Zuraycat fossero venuti dalla vendita di petrolio iracheno non li avrebbe mai accettati. O addirittura gli avrebbe restituiti. Ma nonostante la domanda gli sia stata rivolta ripetutamente Galloway è stato abilissimo nel girarci intorno senza rispondere.
Per avere un’idea di quanto il politico scozzese sia riuscito a prendere il controllo di un’udienza preparata per mesi in cui lui si è autoinvitato solo la settimana scorsa, basti sapere che la sua testimonianza avrebbe dovuto essere seguita da quella di una squadra di esperti e da 15 minuti di conferenza stampa con i senatori Coleman e Levin.
Ma non appena Galloway si è alzato, al termine della sua performance, l’intera sala si è svuotata al suo seguito. E a tenere una conferenza stampa comizio in un corridoio del palazzo del Senato è sato proprio George Galloway. Tutto il resto – e cioè il tema stesso dell’udienza – è così passato in secondo piano. Bisognerà ora vedere se la commissione delle Nazioni Unite diretta dall’ex presidente della Federal Reserve americana Paul Volcker, sarà in grado di fare meglio. Al Sole 24 Ore risulta infatti che prima dell’udienza al Senato Galloway ha incontrato anche gli investigatori di Volcker.
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