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ANSA Rassegna Stampa
16.05.2005 Appello per libere elezioni in Iran
l'Occidente aiuterà i dissidenti in Medio Oriente?

Testata: ANSA
Data: 16 maggio 2005
Pagina: 1
Autore: la redazione
Titolo: «Iran: presidenziali appello dissidenti per libertà»
Un lancio ANSA, che ci auguriamo trovi eco anche sui giornali italiani.
Ecco il testo:

(ANSA) - TEHERAN, 16 MAG - Un appello in cui si chiede
liberta' e il rilascio dei prigionieri politici in Iran prima
delle elezioni presidenziali del 17 giugno prossimo, e' stato
firmato da 615 attivisti politici, studenti, scrittori e
giornalisti ed e' stato pubblicato oggi dal quotidiano 'Sharq'.
Nel documento si sottolinea ''la partecipazione unica'' del
popolo alle elezioni presidenziali del 1997 e del 2001, in cui
fu eletto per due mandati il presidente uscente Mohammad
Khatami, oltre che alle municipali del 1999 e alle parlamentari
del 2000. Una partecipazione che, sottolineano i firmatari, era
dovuta alla ''speranza popolare di riforme all'interno del
regime e di un progresso verso la democrazia''.
Ma successivamente, si afferma ancora nell'appello, la
reazione di ''coloro che hanno voluto tenere il potere in pugno
contrapponendosi alle riforme'' e ''l'incapacita' di gran parte
dei riformisti'' hanno portato ''all'attuale blocco e
fallimento''.
L'unico modo per superare questa situazione, aggiungono i
firmatari del documento, e' quello di ''inchinarsi al volere del
popolo''. E perche' le prossime elezioni siano veramente libere,
sono necessari ''la liberta' di parola, di raduno, dei partiti e
dei gruppi nella societa', il rilascio dei prigionieri politici,
la sicurezza per gli attivisti politici e sociali e uguali
opportunita' nella campagna elettorale''.
Tra i firmatari dell'appello figurano diversi noti
dissidenti, come Ali Akbar Moinfar, gia' ministro dell'Interno
nel primo governo post-rivoluzionario guidato da Mehdi Bazargan,
l'ex leader del movimento studentesco Ali Afshari, per molto
tempo in carcere, l'ex deputata Fatemeh Haqiqatju, l'avvocato
Nasser Zarafshian, anch'egli a lungo detenuto, e alcuni
collaboratori dell'avvocatessa Shirin Ebadi, Premio Nobel per la
Pace nel 2003. (ANSA)
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