Odio nazi-comunista contro Israele Il nuovo antisemitismo nelle Università
Testata:Corriere della Sera Autore: Costantino Muscau-Cecilia Zecchinelli Titolo: «Il nuovo antisemitismo-Un'amicizia storica divida dal muro di Sharon»
Il CORRIERE DELLA SERA pubblica oggi 14 maggio 2005 due articoli sulla disffusione dell'antisemitismo nelle università italiane. Il primo, a firma di Costantino Muscau. Ecco il testo: Vattimo e Pezzana, un'amicizia storica divisa dal muro di Sharon
Gianni Vattimo non lo sa, ma se dovesse incontrare Angelo Pezzana si sentirebbe apostrofare con una frase di Flaiano: « " Per favore, toglimi il saluto" » . Chi si firma è perduto. In questo caso perde anche un amico. Angelo Pezzana, 64 anni, fondatore del Fuori ( nel 1971) e, recentemente, del sito « Informazionecorretta. com » nato per « assicurare al pubblico un'informazione corretta su Israele » , non ha digerito che il sessantanovenne filosofo torinese, suo compagno di lotte contro le discriminazioni sessuali, abbia apposto la sua firma ( fra altre mille) sotto quel manifesto degli autonomi dell'università: contro il muro dell'apartheid di Sharon e contro l'ingresso nell'ateneo torinese di rappresentanti del governo israeliano. Pezzana, che non è ebreo, ma che fin da ragazzo « si batte contro l'antisemitismo » è furioso: « Invecchiare decentemente non è facile. Ma rincorrere i giovani e gli estremisti nell'illusione di potersi garantire una perenne gioventù è una ben misera operazione » . Il filosofo, che non sa del « Pezzana furioso » , racconta la storia della firma in modo diverso, ma non meno drastico: « E' un'operazione politica di boicottaggio contro questo governo israeliano. Si deve abbattere quel muro della vergogna, occorre impedire i contatti accademici con esponenti ufficiali di quello Stato. La cui esistenza sia chiaro non metto in discussione. Nè ce l'ho con gli ebrei. Ci mancherebbe... A me piace molto di più girare per Israele che per i paesi ara bi. Ma basta con l'accusa di essere antisemiti solo perché si accusa Sharon! Ci sono Paesi aggressori e Paesi aggrediti. Che c'entra la razza... Sharon è un criminale come Bush, la cui politica infetta il mondo. I due sono un pericolo. E sa perché quel fascista di Fini, Buttiglione, questo governo difendono Israele? Perché sono come Sharon » . « C'è poco da dire: l'antisionismo è la forma concreta dell'antisemitismo moderno, tipico di una parte dell'estrema sinistra commenta Pezzana La prova consiste nel fatto che l'odio e le ostilità si manifestano a prescindere dal colore del governo israeliano. Sharon è un pretesto » . Ma Vattimo insiste: « La facile etichetta di antisemiti alimenta il vero antisemitismo. Questo è boi cot tag gio democratico! Anni fa non andai in Cile perché c'era quel boia di Pinochet » . Ma i giovani autonomi giustificano Hamas, gli attentati suicidi, il terrorismo vigliacco... « E che altri mezzi hanno per difendersi se non i kamikaze? replica Vattimo Israele ha i tank, l'esercito... E per arrestare un palestinese tira giù un intero quartiere. Mettiamo tutto nella bilancia. Cambi politica e cambierà la sua popolarità » . Ma perché il boicottaggio proprio ora che si cerca una via d'uscita? « Se a questo si è arrivati, non è per ispirazione divina, ma per la pressione dell'opinione pubblica mondiale. E queste firme sono opinione pubblica mondiale » . Il secondo, a firma di Cecilia Zecchinelli. Ecco il testo: « Il nuovo antisemitismo cresce nelle università » La rabbina liberal: solo Israele vittima dei boicottaggi MILANO — Il boicottaggio delle università israeliane lanciato in Gran Bretagna. I fatti dell'ateneo di Torino dove un diplomatico d'Israele è stato contestato dagli studenti. Episodi che fanno discutere e che la comunità ebraica europea respinge, chiedendosi da dove abbiano origine. « Nascono da quell'area grigia che più preoccupa oggi: quell'area dove antisionismo e antisemitismo si confondono, dove la critica politica a Israele, assolutamente legittima, s'incrocia con la denigrazione e l'insulto che tutto autorizzano » , dice Julia Neuberger, rabbina britannica e membro della Camera dei Lords. E con lei è d'accordo Yasha Reibman, portavoce della Comunità ebraica di Milano. La prima, capelli bianchi e sciarpina fucsia, è una religiosa riformata, membro del partito liberal democratico; il secondo, psichiatra e laico, è un giovane ortodosso con la kippah. « Almeno su questo siamo perfettamente d'accordo, anche se su altro magari non è così, anche se noi stessi diciamo che quando due ebrei si incontrano le opinioni sono almeno tre se non quattro » , dice Reibman. « L'antisemitismo non è più, almeno in Europa occidentale, quello religioso alimentato in passato dai cattolici, che dal Concilio Vaticano II e poi con Pao lo IV e anche Giovanni Paolo II hanno però cambiato decisamente strada — continua Reibman — E nemmeno è più quello antropologico e razziale dei nazisti, che sopravvive solo tra pochi gruppi, " batteri" che ormai le nostre società sono in grado di isolare. E' qual cosa di più strisciante che sta però diffondendosi, che dall'Europa viene esportato anche nel mondo islamico, soprattutto che non va sottovalutato » . La discussione tra la rabbina britannica e l'esponente degli ebrei milanesi ha guardato ben poco al passato, molto al presente e al futuro, ieri a Milano. Nell'incontro dal titolo « Antisemitismo: tra pregiudizio e intolleranza » , parte del ciclo « Condividere le differenze » organizzato dalla Fondazione Corriere della Sera e dall'Ambasciata britannica di Roma, sono emersi più volte i casi delle università. « Sono stata spesso critica con Israele, sono decisamente contraria alle colonie, le uniche minacce di morte ricevute in vita mia mi sono arrivate proprio per aver criticato duramente quel Paese — ammette Julia Neuberger — Ma pren dersela con le università israeliane oggi è indegno e soprattutto stupido: perché ci studiano molti arabi, il 25% degli studenti di Haifa ad esempio lo sono, e ancor più perché gli atenei sono la fucina dell'opposizione e del pensiero liberal ebraico. E allora, se si vuol boi cottare uno Stato lo si faccia magari com'è stato per il Sud Africa, boicottando le sue merci, anche se dubito che serva a qualcosa. Ma non prendiamocela con le università » . Diverso il caso torinese, dove ad essere contestato era un diplomatico, rappresentante di uno Stato. « Ma mi chiedo perché Israele sia sempre nel mirino mentre ad altri Paesi è tutto permesso — continua la rabbina — Nessuno contesta ad esempio l'India che ha costruito 2.500 miglia di muro lungo la frontiera con il Bangladesh, nè boicotta la Cina o quegli stati arabi dove i diritti umani sono ignorati o quasi » . Per Reibman, invece, « non c'è molta differenza tra il caso britannico e quello torinese: si tratta comunque di comportamenti fascisti e antisemiti » , dice, pur precisando che non definisce tali le persone ma, appunto, solo quei loro specifici comportamenti. E aggiunge che la scelta di Gianni Vattimo di firmare l'appello anti israeliano degli studenti torinesi « forse è dovuta a una ricerca di posizioni estreme, a una sua voglia di provocare. Ma quello che rischia di provocare oggi — conclude Reibman — non è la riflessione, bensì un odio per Israele » .
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