Verità scomode sulla liberazione di Giuliana Sgrena e delle due Simone le scrive Vittorio Feltri
Testata: Libero Data: 04 maggio 2005 Pagina: 1 Autore: Vittorio Feltri Titolo: «Basta con le ipocrisie. Per Sgrena e le Simone pagati fior di miliardi.»
LIBERO di mercoledì 4 amaggio 2005 pubblica in prima pagina un editoriale di Vittorio Feltri, che non si associa all'ipocrisia imperante sul caso Calipari. Del quale si discute senza tener conto di un dato fondamentale: la scelta italiana di pagare i terroristi iracheni per ottenere la liberazione degli ostaggi.
Ecco l'articolo: Spesso si gira e si rigira intorno a un argomento e non si ha il coraggio della banalità, anche se notoriamente la realtà è appunto banale. E’ il caso della polemica Italia-Usa sull’uccisione accidentale di Calipari. Non riassumo la vicenda perché nei giorni scorsi Libe ro vi ha ammollato una mappazza indigeribile sulle due versioni in contasto. Prendo una scorciatoia. E parlo subito di vil denaro. Massì, basta con le dissimulazioni. E’ solo una questione di soldi.
Agli americani non va giù che un alleato impegnato nella lotta al terrorismo paghi riscatti a banditi islamici i quali poi, con le somme estorte, finanziano attentati e campagne di violenza. Gli yankee hanno una mentalità diversa dal la nostra; non tollerano mercanteggiamenti col nemico.
Quando un cittadino degli States è stato rapito, Bush non ha ten tennato: nessun compromesso con le bande, neanche un centesimo per liberare gli ostaggi. Giusto? Sbagliato? Non è importante.
Il dato di fatto è che gli Usa non trattano, non un quattrino deve servire a rimpinguare le casse dei professionisti del terrore. Cosa c'entra questo con Calipari? C'entra. La Casabianca non ha gradito il comportamento del nostro Paese, cioè la sua disponibilità, per salvare vite umane, a negoziare coi tagliatori di teste e similari. Berlusconi all'amico George non ha accennato ai dollari versati per riportarsi a casa gli amici di Quattrocchi, le Vispe Terese e la Sgrena. Anzi, ha sempre negato che il suo governo si sia abbassato a patteggiare.
Ma Bush non è subnormale. La sua Intelligence tiene sotto controllo tutti i telefoni nell'area bellica, e lui è stato informato di ogni conversazione e di ogni rapporto fra i nostri Servizi segreti e i sequestratori. Materialmente il denaro per la liberazione delle Simone e della giornalista comunista non è stato sganciato dall'esecutivo di Silvio, ovvio, bensì dagli 007 i quali sono dotati di fondi non esigui per certe operazioni. Fondi stanziati dallo Stato dopo l'approvazione del Parlamento, privi di causale specifica, comunque a disposizione di agenti segreti non obbligati a giustificarne l'impiego. Ciò consente loro ampi margini di manovra. Va da sé. Non esiste traccia contabile delle palanche scucite ai "guardiani" islamici, però è scontato siano state scucite da noi e intascate dai criminali, altrimenti le signore sarebbero state uccise. Chi organizza un rapimento o viene remunerato o si spinge fino alle estreme conseguenze: l'omicidio. Diversamente non avrebbe senso compiere il reato. Se liberi un ostaggio senza ricavare vantaggi, hai sprecato tempo e contanti per un affare che tale non è. Quindi non ci vengano a raccontare, i nostri apparati, di aver strappato gratis alla prigionia la Sgrena e le Simone.
Gli americani sono al corrente di ogni mossa dei nostri Servizi, inclusa l'onerosa liberazione degli ostaggi. Ecco spiegata la loro disattenzione all'automobile di Calipari con a bordo la Sgrena. Diciamo che, al momento in cni la macchina è comparsa, non si sono sforzati di riconoscerla e hanno sparato senza esitare. Saranno kamikaze, è stato il loro primo pensiero. E hanno premuto il grilletto.
Calipari non ha responsabilità, è solo una vittima. Aveva da poco concluso la missione, la consegna era quella di trasferire l'inviata del Manifesto all'aeroporto, con urgenza. Molta urgenza, perché l'Italia era in attesa della bella notizia e il governo smaniava dal desiderio di divulgarla. La fretta. La soddisfazione del successo. Le pressioni da Roma. Insomma, se teniamo conto di questi fattori; se teniamo poi conto che i militari Usa non avevano ricevuto l'ordine perentorio di tenere gli occhi aperti su una vettura che trasportava una donna liberata e i suoi liberatori (malsopportati per le ragioni descritte, il riscatto pagato eccetera), non è difficile immaginare come e perché sia potuto accadere l'irreparabile. Da una parte gli italiani hanno agito con riservatezza per non irritare Bush con il traffico di quattrini; dall'altra gli americani non hanno adottato speciali riguardi nei confronti di chi, in un modo o nell'altro, aveva riempito le saccocce di terroristi pronti a investire in attentati contro i mamines.
A quanto ammonta il "premio" ai sequestratori della Sgrena? Gli Usa dicono: 10 milioni di dollari, circa quindici miliardi di lire andate al macero. La cifra è verosimile. Se la moltiplichiamo per tre (rapimento Vispe Terese e amici di Quattrocchi) si sale a 45 miliardi escluse le spese vive. Con 45 miliardi a Bagdad ti compri mezza città, figuriamoci quanto esplosivo.
Non vogliamo affermare che vite umane valgano meno di un malloppo del genere. Tuttavia occorre rilevare che, al passivo finanziario, si aggiunge quello delle relazioni incrinate fra Roma e Washington. Il deficit finale è molto alto. Un governo cinico di sinistra lo avrebbe sopportato a scopo umanitario? Si sarebbe sottoposto a un sacrificio tanto grande per avere in cambio critiche severe dai suoi stessi beneficiati? Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione di Libero. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.