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Il Mattino Rassegna Stampa
03.05.2005 Ancora stereotipi: il pretesto è la visita di Erdogan in Israele
per il quotidiano napoletano i palestinesi sono disponibili alla pace, gli israeliani no

Testata: Il Mattino
Data: 03 maggio 2005
Pagina: 9
Autore: un giornalista
Titolo: «Sharanski molla Sharon «Errore il ritiro da Gaza»»
IL MATTINO di martedì 03-05-2005 pubblica un articolo di cronaca da Israele. Quando riferisce della visita del premier turco Erdogan il quotidiano napoletano non perde l'occasione di rappresentare i palestinesi come più disposti alla pace perchè favorevoli alla proposta di mediazione turca, in contrasto con la "fredda" reazione israeliana.
Senza spiegare i motivi per i quali Israele preferisce trattative dirette, nelle quali non sarebbe sottoposta a pressioni squilibrate, e senza ricordare i gesti di Erdogan che segnalano una scarsa credibilità come mediatore imparziale: dalla crisi dopo l'esecuzione del terrorista Yassin, alla visita alla tomba di Arafat fino al trasferimento all'Anp dei "titoli di proprietà" dell'Impero Ottomano, avvenuto durante questa visita.

Ecco l'articolo:






Tel Aviv. Alla fine ha sbattuto la porta, Natan Sharanski. Il ministro ebraico per le questioni della Diaspora, approdato al Likud dopo varie traiettorie politiche, ha formalizzato ieri le sue dimissioni, dando così veste ufficiale a una posizione sempre molto critica assunta verso la politica del premier Sharon. Nel mirino, ancora una volta, il ritiro israeliano da Gaza: per Sharanski «è un tragico errore» che prevedibilmente avrà effetti perversi: non solo non rafforzerà le forze pragmatiche e moderate fra i palestinesi, ma al contrario rischia di inasprire il conflitto nella Regione. Queste e altre considerazioni La Sharanski (Likud) ha affidato a una accorata lettera inviata a Sharon. Nel riceverla, il premier ha espresso rincrescimento e ha avuto parole di elogio per l’operato di Sharanski che, a suo parere, molto ha fatto nella lotta mondiale all’antisemitismo. Ex dissidente sovietico, con una lunga esperienza nei Gulag, Sharanski prevede di passare presto alla guida della Agenzia ebraica, l’ente parastatale per la immigrazione in Israele. Ma non sono solo le dimissioni di Sharanki a tenere banco nel sempre inquieto scacchiere mediorientale. Concludendo ieri a Ramallah una visita di due giorni in Israele e all’ Autorità nazionale palestinese il primo ministro turco Tayyip Erdogan ha rinnovato l’offerta dei buoni uffici del suo paese come mediatore per una soluzione del conflitto israelo-palestinese. Ma l’iniziativa turca che è stata accolta con aperto favore dalla parte palestinese, ha incontrato la fredda reazione del ministro degli esteri israeliano Silvan Shalom che in una dichiarazione alla radio pubblica israeliana ha affermato: «Noi diciamo alla Turchia, alla Russia e ad altri paesi che si va da Gerusalemme a Ramallah in trenta minuti e che perciò è possibile incontrarsi sul posto senza andare all’estero».
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