Se il terrorismo non esiste, perchè Abu Mazen dichiara che lo combatterà? una domanda da rivolgere alla redazione di un quotidiano che censura le notizie sulla violenza palestinese
Testata: Il Mattino Data: 29 aprile 2005 Pagina: 6 Autore: Giorgio Raccah - Roberto Ferri Titolo: «Putin a Israele: non aiuto l’Iran sull’atomica - «Pugno di ferro per chi viola la tregua»»
IL MATTINO di venerdì 29 aprile 2005 pubblica un articolo di Giorgio Raccah sulla visita di Putin in Israele, "Putin a Israele: non aiuto l’Iran sull’atomica". Segnaliamo una frase particolarmente chiara ed efficace sul pericolo nucleare iraniano: Israele, assieme a molti altri Stati, è convinto che Teheran - dove il regime al potere nega il diritto stesso all'esistenza dello Stato ebraico - sia ormai molto vicino ad acquisire la capacità di produrre atomiche con le quali minacciare l'intera regione e anche la stessa Europa. Il quotidiano napoletano pubblica anche un articolo di Roberto Ferri «Pugno di ferro per chi viola la tregua», che riportiamo di seguito:
Ramallah. Fa la voce grossa con i gruppi armati dell'Intifada il presidente palestinese Abu Mazen. Di fronte al ripetuto lancio di razzi artigianali Qassam contro i coloni ebrei, Abu Mazen ha, per la prima volta, minacciato di far uso della forza contro tutte quelle organizzazioni palestinesi che violano l'accordo di cessate il fuoco raggiunto lo scorso marzo al Cairo. Viene da chiedersi come mai IL MATTINO, che nei giorni scorsi ha praticamente censurato tutte le violenze commesse dai terroristi palestinesi, oggi si ricordi del "ripetuto lancio di razzi". Forse perché oggi torna utile ad esaltare le parole del presidente palestinese.
Inoltre, altra scorrettezza è lo scrivere che i razzi qassam sono stati lanciati contro i "coloni ebrei". Falso: nei giorni scorsi diversi razzi sono caduti sulla cittadina israeliana di Sderot, non sulle colonie. Rivolgendosi agli agenti della polizia, il presidente palestinese ha detto di sentirsi impegnato a garantire la calma durante il ritiro dei coloni e dei soldati israeliani dalla striscia di Gaza previsto per l'estate. «Dobbiamo assicurare loro una partenza tranquilla», ha affermato. Il presidente è intervenuto dopo che militanti armati avevano sparato diversi razzi contro gli insediamenti israeliani a Gaza. Abu Mazen ha fatto capire che non è disposto a sopportare chi vuole far naufragare la sua politica di fine delle violenze e di ripresa del negoziato con Israele. «Fermeremo coloro che intendono sabotare la tregua», ha detto con tono perentorio il presidente. «C'è un consenso generale sulla calma con Israele, e chiunque la infrangerà sarà colpito con il pugno di ferro», ha aggiunto. Le sue parole non dispiaceranno a Israele e Stati Uniti che ad Abu Mazen hanno rimproverato di non aver fatto molto sino ad oggi per contrastare i militanti palestinesi e di aver lasciato loro libertà di azione proprio come il suo predecessore Yasser Arafat. Finora Abu Mazen ha preferito negoziare con i gruppi più radicali dell'Intifada, tra cui Hamas e Jihad, ma il rispetto della tregua non è stato totale. In diverse occasioni, specie dopo presunte violazioni della calma da parte di Israele, gli attivisti armati hanno aperto il fuoco contro le colonie ebraiche. Ad indurre Abu Mazen a fare la voce grossa è stato anche, con ogni probabilità, l'approssimarsi della sua attesa visita negli Usa. È evidente l'intenzione del leader palestinese di illustrare al presidente americano George Bush i risultati concreti che ha raggiunto nei quattro mesi in cui è stato al potere. È opinione diffusa tra i palestinesi che a «dare una mano» ad Abu Mazen sarà Rashid Abu Shbak, il nuovo capo dei servizi di sicurezza interna. Quest'ultimo, nel 1996, dopo una serie di attentati di Hamas in Israele, non esitò a far uso della forza ed incarcerò numerosi attivisti islamici. Invitiamo i lettori di Informazione Corretta a dare il proprio giudizio su quanto scritto dal quotidiano napoletano. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail pronta per essere compilata e spedita.