Una cronaca con troppi eufemismi "miliziani" per terroristi, "attività legate alla insurrezione armata" per le stragi
Testata: Avvenire Data: 18 aprile 2005 Pagina: 18 Autore: un giornalista Titolo: «Blitz a Jenin: al-Fatah sfida l'Anp»
AVVENIRE di lunedì 18 aprile 2005 pubblica una cronaca delle vicende interne ai campi israeliano e palestinese, con notizie inquietanti da entrambi i fronti. (Riguardo a Israele, in particolare, desta preoccupazione la notizia sul presunto gruppo terroristico formato da militari fuoriusciti).
Di tono oggettivo, l'articolo definisce però "miliziani" i terroristi della Brigate al-Aqsa e "attività legate alla insurrezione armata" il terrorismo stesso. I terroristi inoltre "sono tornati in piazza" quando "si sono impadroniti del centro della città cisgiordana di Jenin, da dove hanno esploso in aria raffiche di avvertimento": il paradigma della "pacifica manifestazione2 palestinese.
Dopo questa serie di eufemismi leggiamo il nome dell'organizzazione palestinese che preme per la liberazione dei terroristi detenuti in Israele: "Mandela". Senza informazioni sulla reale natura dei crimini commessi dai detenuti palestinesi (cosa significa infatti: "attività legate alla insurrezione armata"?), il lettore troppo fiducioso può così convincersi che essi siano "prigioneri politici" o di "coscienza", eroi della lotta contro l'"apartheid" israeliano.
Ecco l'articolo: Una specie di prova generale. Schierati esercito, polizia, servizi di sicurezza, sotto la supervisione del capo di Stato maggiore israeliano Moshe Yalon. Una simulazione di quello che arriverà a partire dalla seconda metà di luglio, per concludersi dopo quattro o cinque settimane: il ritiro dei circa ottomila coloni da Gaza e di quattro colonie cisgiordane. in concomitanza con l'esercitazione, il premier Sharon ha smentito le voci secondo le quali, dopo Gaza, Israele procederebbe a un ritiro unilaterale dalla Cisgiordania, bollandole "solo bugie". Mentre prende corpo l'ipotesi che un gruppo di fuoriusciti dalle unità d'élite delle forze armate si stiano preparando a colpire membri del governo o obiettivi "strategici" come siti di alta importanza religiosa per i musulmani. Sul fronte palestinese, intanto, si registrano diverse scosse. Se il presidente Abu Mazen ha smentito l'esistenza di un piano per il rinvio delle elezioni parlamentari di luglio e ha accusato, incontrando il presidente israeliano Hosni Mubarak, Israele di non rispettare gli accordi di Sharm El Sheik si trova a fronteggiare la "fronda" interna. con i miliziani delle Brigate dei Martiri di Al Aqsa (al Fatah) che sono tornati nelle piazze sfidando l'Anp. L'occasione è giunta con l'inizio delle manifestazioni nazionali indette nei territori in solidarietà con migliaia di palestinesi ancora reclusi nelle prigioni israeliane per attività legate alla lotta armata. Il loro numero è compreso tra 7.600 (secondo le stime di Hamas) e 8.000, come calcola la organizzazione umanitaria palestinese "Mandela". i miliziani di al-Fatah, guidati dal comandante locale Zacaria Zubeidi, si sono impadroniti del centro della città cisgiordana di Jenin, da dove hanno esploso in aria raffiche di avvertimento. Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione di Avvenire. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.