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Il Foglio Rassegna Stampa
16.04.2005 Il piano di disimpegno israeliano da Gaza: un'occasione storica per la pace
intervento di Ehud Gol, ambasciatore d'Israele in Italia

Testata: Il Foglio
Data: 16 aprile 2005
Pagina: 4
Autore: Ehud Gol
Titolo: «L'occasione d'oro»
IL FOGLIO di sabato 16 aprile 2005 pubblica un articolodi Ehud Gol, amabasciatore d'Israele in Italia.

Ecco il testo:

Il primo ministro israeliano, Ariel Sharon, è stato in visita negli Stati Uniti, questa settimana, a Crawford, nel Texas, dove ha incontrato il presidente americano George W. Bush. L’elemento centrale della visita è stato l’aggiornamento del presidente americano sulla situazione alla vigilia dell’attuazione del piano di disimpegno dalla Striscia di Gaza e dalla Samaria del nord. La decisione sul disimpegno fu presa dal governo israeliano nel giugno dell’anno scorso, in maniera unilaterale e nella piena coscienza dei rischi e degli ostacoli a esso connessi, quando ancora infuriava il terrorismo delle organizzazioni estremiste palestinesi. Questa decisione ha richiesto una determinazione e un coraggio molto rari dalle nostre parti. Sebbene il disimpegno da Gaza e da una parte della Samaria avvenga per decisione soltanto
israeliana, lo Stato d’Israele rimane impegnato per la road map ed è interessato a un suo avanzamento, nella speranza che il ritiro da Gaza contribuisca al rafforzamento di una dirigenza palestinese responsabile e pragmatica, che combatta il terrorismo e crei le condizioni per attuare la road map. Per la prima volta dal 1967, Israele si ritira da territori palestinesi così vasti, dove risiede circa la metà della popolazione palestinese,offrendole una reale occasione di gestirsi da sola. Ciò dimostra la sincera disponibilità
di Israele a rinunce territoriali dolorose per il bene della pace. Tutto ciò nonostante le polemiche interne e i passi, per nulla semplici, che ne conseguono per la società israeliana (sgombero di migliaia di persone, necessità di ricollocarli e di un indennizzo), con il rischio di disordini violenti o di uno spargimento di sangue. Questa è una decisione storica e costituisce un passo concreto sulla via della realizzazione delle aspirazioni nazionali palestinesi. Il piano di disimpegno non stabilisce dei confini. Lo sgombero da Gaza e da alcuni insediamenti della Samaria costituisce una prova e un’opportunità per l’Anp di assumersi la responsabilità civile e per la sicurezza su un territorio così esteso. La capacità dei palestinesi nell’impedire attacchi terroristici, provenienti da quei territori,renderà possibili ulteriori passi da parte israeliana e la ripresa dei contatti politici
tra le due parti, in vista della costituzione dello Stato palestinese. In poche parole, si tratta di un avanzamento nel processo di pace, che potrà realizzarsi nella misura in cui i palestinesi stessi lo faranno proprio. Lo sgombero offrirà un’occasione d’oro per migliorare le condizioni della popolazione
a Gaza, in particolare dei profughi. Fino a oggi è stato fatto di questi ultimi un uso politico da parte del mondo arabo, con la perpetuazione della loro sofferenza, ma esiste l’opportunità concreta di migliorare la loro situazione. Israele è disposto a collaborare con i palestinesi per costruire un mercato
palestinese forte, anche con contributi finanziari esterni, per creare ulteriori zone industriali comuni, e via dicendo. In questo contesto, Israele si rivolge alla comunità internazionale, compresi gli Stati arabi, invitando a cooperare e ad aiutare i palestinesi a costruire la Striscia di Gaza. Inoltre, il disimpegno porterà anche un calo della tensione e delle frizioni tra le due parti, che permetterà, con il tempo, di creare un’atmosfera adatta alla ripresa del dialogo e dei negoziati. Questo passaggio è necessario, alla luce della profonda crisi, provocata dall’intifada, tra le due popolazioni. Israele è impegnato nel processo di pace e aspira a una sua rispresa, al fine di pervenire a un assetto basato sulla visione del presidente Bush e della road map, ma attraverso un accordo raggiunto per mezzo del dialogo e delle trattative. Per sbloccare lo stallo in cui ci trovavamo, Israele ha preso
l’iniziativa del piano di disimpegno da Gaza e dalla Samaria settentrionale, considerando con la massima serietà lo spiraglio di opportunità creatosi nella regione. Per questo, abbiamo già iniziato ad adottare misure per agevolare e migliorare le condizioni di vita quotidiana della popolazione palestinese,
sempre sulla base del presupposto che cessi il terrorismo. Israele è disposta a pagare un caro prezzo per la pace. Esiste un aspro e animato dibattito interno con divergenze sull’entità di questo prezzo, ma non vi è alcuna divergenza o disaccordo sulla questione della sicurezza. Il 23 luglio avrà inizio l’attuazione del piano di sgombero di 8.500 residenti degli insediamenti della Striscia di Gaza, e del ritiro dell’esercito. Un nuovo capitolo di grandi speranze per il futuro si aprirà nella nostra regione.
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