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Avvenire Rassegna Stampa
15.04.2005 Bene la maratona, ma la pace richiede anche di smascherare le falsità sul conflitto israelo-palestinese
non lo fa la cronaca del quotidiano cattolico

Testata: Avvenire
Data: 15 aprile 2005
Pagina: 11
Autore: Daniele Morini
Titolo: «Betlemme, in corsa per la pace sulle orme di Wojtyla»
AVVENIRE di venerdì 15 aprile 2005 pubblica un articolo di Daniele Morini sulla maratona tra Betlemme e Gerusalemme.
L'articolo, nel quale prevalgono condivisibili auspici di pacificazione, presenta in alcuni passaggi cedimenti a una visione unilaterale, quando non totalmente distorta, del conflitto.

Padre Ibrahim Faltas parla al giornalista di "giorni terribili". Sono stati quelli, ci informa Morini, dell'"assedio militare alla Basilica della Natività.
Nè Faltas, che parteggiò per i terroristi che avevano sequestrato l'edificio sacro, nè Morini ricordano come realmente si svolsero i fatti.
Il procedere della maratona, inoltre, è descritto come una sorta di "sfondamento" dei posti blocco israeliani, visti come l'unico ostacolo alla pace ( non viene del resto spiegato perchè sono stati istituiti: nessun cenno al terrorismo).
"Persino" i soldati israeliani al passaggio della maratona gridano "pace, pace, pace!".
Di norma inneggiano invece alla guerra, avrà forse pensato Morini.

Ecco il testo:

È stata una grande festa dello sport, ma soprattutto una festa della pace. Erano passate da poco le otto del mattino, ieri, quando la piazza principale di Betlemme si è animata di un insolito gruppo di pellegrini. La gente, da circa quattro anni, non è più molto abituata a vederne in grandi quantità. I viaggi turistici sono in crisi e la piccola economia che si regge sull'indotto dei pellegrinaggi ha accusato il colpo duramente. Di quella piazza che si apre di fronte al minuscolo ingresso della Basilica dedicata alla Natività gli occhi di tutti conservano ancora i ricordi del drammatico assedio militare del 2002.
«Quei giorni terribili - dice padre Ibrahim Faltas, il francescano che li visse in prima linea - oggi sembrano davvero lontani, grazie anche a iniziative come quella che stiamo vivendo».
Sul palco delle autorità salgono in tanti, per salutare gli italiani che - dopo la prima edizione del 2004 - tornano a passo di marcia per gettare un ponte di pace tra Betlemme e Gerusalemme. L'accoglienza più calorosa arriva dal ministro palestinese per il Turismo, Ziad Elbandak, in carica da appena un mese, e dal sindaco di Betlemme, Hanna Nasser. L'amministratore delegato dell'Opera romana pellegrinaggi, monsignor Liberio Andreatta, accende la fiaccola dei tedofori, portata nel primo tratto dall'ex campione italiano di pallavolo, Andrea Zorzi e dal suo compagno in nazionale, Roberto Masciarelli. Sono solo due dei circa 50 atleti che si mettono in corsa verso il centro di Gerusalemme, sotto le insegne del Centro Sportivo Italiano. Il gruppo più consistente degli sportivi italiani arriva da Modena. Gran parte c'era l'anno scorso e neanche stavolta sono voluti mancare. Oltre dieci chilometri di corsa per portare una fiaccola che è una vera e propria fiamma di speranza.
I maratoneti superano in un clima di festa il check-point dell'esercito israeliano che controlla uno dei varchi principali nel muro di cemento armato che divide due popoli e due stati che da decenni non riescono a convivere sullo stesso territorio. Il corteo si ingrossa, come un fiume in piena, quasi a travolgere camionette e blindati. Si uniscono al gruppo altri cinquanta maratoneti circa tra israeliani e palestinesi residenti in Gerusalemme. Persino un paio di militari, elmetto in testa e mitra a tracolla, cominciano a correre abbracciando gli italiani e scandendo con loro i passi al grido di "Pace, pace, pace!".
Un altro coro si leva periodicamente lungo il tragitto della marcia. Lo abbiamo sentito più volte pronunciato da maree di giovani. «Giovanni Paolo, Giovanni Paolo…». Proprio a lui, da quest'anno, è dedicata la maratona di pace del Csi. Perché il Santo Padre ha incarnato più volte e gridato con forza la voglia di pace di questa terra. Certo, una maratona può fare ben poco per cambiare le cose. Ma qualche piccolo risultato l'ha raggiunto l'iniziativa del Centro sportivo e dell'Opera romana pellegrinaggi, realizzata in collaborazione con il Coni e la Conferenza episcopale italiana. Lo sottolineano il ministro della Funzione pubblica, Mario Baccini, che per arrivare qui ha annullato tutti gli impegni di lavoro, e il nunzio apostolico per la Terra Santa, monsignor Pietro Sambi. Per la prima volta dal 28 settembre del 2000 i maratoneti palestinesi riescono a entrare in Gerusalemme.
Cosa finora impossibile, dopo l'inizio della nuova Intifada, per i musulmani che risiedono fuori dalla città. L'anno scorso tra i ragazzi palestinesi e quelli ebrei non era stato possibile nessun contatto, nessun incontro nemmeno sotto l'occhio vigile dei soldati. E gli italiani, attraversando il check-point, avevano passato il "testimone" della fiaccola dagli uni agli altri. Ora si pensa già al prossimo anno, con l'obiettivo di far arrivare gli israeliani nel cuore di Betlemme.
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