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Rassegna Stampa
15.04.2005 Così l'Unione europea trattava con Hamas
le prove dei colloqui fornite dai verbali conservati dall'organizzazione terroristica, ora in possesso di Israele

Testata:
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «Quando Prodi trattava con Hamas»
LA PADANIA di venerdì 15 aprile 2005 pubblica un articolo di Dimitri Buffa sui verbali di colloqui riservati tra rappresentanti della Commisione europea, presieduta da Romano Prodi, e Hamas. Nel pieno dell'offensiva terroristica anti-israeliana.

Ecco il testo:

"Odio la parola terrorismo, ho passato gran parte della mia vita tra i
combattenti per la libertà come quelli che ci sono in Colombia e penso che
noi in Europa siamo stati impressionati troppo dagli eventi dell' 11 settembre
2001 e che ciò ha determinato una risposta troppo emotiva.."
Il campione di relativismo etico che avrebbe pronunziato questa frase non è
un no global qualunque, un Casarini o un Caruso. Ma un politico europeo con
grandi responsabilità istituzionali ai tempi della Commissione Ue presieduta
da Romano Prodi. Si chiama Alistair Crooke e fu consigliere per la
sicurezza di Miguel Moratinos, all’epoca lo speciale inviato europeo per
promuovere (chissà come) la pace in Medio Oriente.
La cosa più grave è che queste parole furono pronunziate nel giugno 2002
durante un incontro più clandestino che segreto coni vertici di Hamas,
capeggiati da Ahmed Yassin, lo sceicco paraplegico poi fatto fuori
dall’esercito israeliano con un cosiddetto "omicidio mirato".
Yassin infatti è il mandante materiale di decine di kamikaze islamici in
Israele e quindi di centinaia di vittime innocenti.
Il 25 novembre 2004, data da tenere a mente, Javier Solana, allora capo
della politica estera della Ue, attaccato da americani e israeliani che lo
accusavano di avere avuto rapporti clandestini con esponenti di Hamas nel
periodo più tragico dell’Intifada degli "shahid" negò sdegnato che simili
voci avessero alcun fondamento. Solana allora non poteva sapere che gli
israeliani già sapevano delle sue menzogne e ne possedevano le prove
rinvenute in alcuni fortini dei terroristi della striscia di Gaza durante le
periodiche incursioni bonificatrici dell’esercito. In una di esse, nel
novembre 2002, era stato trovato e sequestrato un piccolo dossier in cui
erano elencati questi contatti segreti che i delegati europei al Medio
Oriente avevano tenuto tanto con le Brigate dei martiri Al Aqsa quanto con
Hamas.
In pratica i palestinesi conservavano dei verbali di questi incontri,
circostanza che nei giorni scorsi ha permesso al governo israeliano di
sbugiardare l’Europa di Prodi i cui rappresentanti avevano spergiurato di
non avere mai avuto contatti segreti con Hamas.
Invece non solo questi approcci ci sarebbero stati, ma anche il tenore dei
discorsi era a dir poco agghiacciante, almeno dal punto di vista della
sicurezza di Israele. Alistair Crooke infatti si impegnava a far tornare
indietro la Commissione Prodi che solo da poco aveva incluso Hamas nella
lista dei movimenti terroristici da bandire dal vecchio continente, anche
congelando i fondi raccolti dai "fratelli musulmani" nelle banche inglesi e
francesi. Un’inclusione, tra parentesi, fortemente voluta dal governo
italiano su input di quello statunitense.

Come se non bastasse Crooke parlava con Yassin che cercava di convincerlo
che la soluzione buona per i palestinesi non era mica quella dei "due popoli
in due stati" entro i confini precedenti alla guerra dei sei giorni del
1967. No, Yassin ricordava all’interlocutore europeo, che bontà sua si
limitava ad annuire, che i veri confini da cui gli israeliani si dovevano
ritirare erano quelli del 1948, cioè l’anno della fondazione dello stato
ebraico. Che secondo Yassin era la causa della corruzione di tutta la
popolazione araba della Palestina che avrebbe ritrovato la propria pace solo
dopo la ricacciata in mare dell’odiato nemico sionista. E nella cornice di
questi discorsi anti ebraici da Terzo Reich, Alistair Crooke, invece di
alzare i tacchi e andarsene via, non ha trovato niente di meglio, sempre
secondo il resoconto del documento sequestrato a Gaza nel novembre 2002, che
promettere di mantenere segreti i colloqui e i loro contenuti "specie nei
confronti di israeliani e americani che avrebbero potuto usarli a loro
vantaggio".
Nonché di discettare sul concetto di "terrorismo" così come vissuto da noi
poveri idioti occidentali. Vantandosi, lui, di avere conosciuto "combattenti
liberi" in Colombia. Che si riferisse ai narcotraficantes delle Farc,
l’esercito marx-leninista di liberazione che con i propri squadroni della
morte controlla tutta l’area di fabbricazione e produzione di cocaina in Sud
America? Peraltro chi non ricorda che in Italia ai tempi del governo
dell’Ulivo fu proprio l’allora presidente della Camera Luciano Violante a
ricevere nel Parlamento italiano una delegazione delle Farc? Talvolta in
Italia e in Europa vi è davvero un idem sentire. Che ha la caratteristica di
repellere al cittadino comune.
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