Intervista al presidente israeliano Moshe Katzav con qualche domanda troppo faziosa
Testata: Il Messaggero Data: 13 aprile 2005 Pagina: 10 Autore: Eric Salerno - Anna Guaita Titolo: «Verso la pece con i palestinesi - Bush a Sharon: rispetta i patti e ferma i nuovi insediamenti»
Il MESSAGGERO del 2005-04-12 pubblica l'articolo di Eric Salerno "Verso la pace con i palestinesi", un' intervista con il Presidente israeliano Moshe Katzav. L’articolo risulta molto interessante ma c’è una domanda che necessita di essere ampliata perché formulata in modo impreciso. A proposito delle aperture di trattativa date da Israele alla Siria Salerno domanda (riportiamo per il lettore anche la risposta del Presidente Katzav) : Quale? E quali segnali positivi avete mandato voi, che occupate le alture del Golan siriane, a Damasco? «La precondizione, riprendere la trattativa da dove era arrivata quella tra suo padre e Itzhak Rabin. Un compromesso è possibile, ma con un nuovo dialogo partendo da zero. Il nostro segnale positivo è il fatto che non stiamo facendo nulla contro la Siria».
Salerno dimentica completamente di ricordare che, se Israele è attualmente costretta ad occupare le alture del Golan e a vivere in una continua situazione di guerra aperta con lo stato siriano, questo è dovuto a due guerre intraprese dai vicini arabi per distruggere Israele prima nel 1967 (Guerra dei Sei Giorni) e successivamente nel 1973 con la Guerra dello Yom Kippur. La Siria partecipò ad entrambi i tentativi e ambedue le volte fu ricacciata dal Nord di Israele. Ci sembra giusto, per dovere storico menzionare questi fatti e non sarebbe stato male leggerlo anche nella domanda dell’inviato de Il Messaggero.
Nell'articolo "Bush a Sharon: rispetta i patti e ferma i nuovi insediamenti" Anna Guaita scrive: Negli ultimi due giorni i soldati israeliani hanno ucciso tre giovani palestinesi nella Striscia di Gaza, perché sospettavano che trasportassero armi. I militanti palestinesi hanno risposto lanciando numerosi colpi di mortaio contro gli insediamenti israeliani
Ricordiamo che per i tre ragazzi palestinesi uccisi dall’esercito israeliano, perché penetrati in una zona chiusa hai civili, in Israele è stata aperta una inchiesta mentre, per i "numerosi" (70 per precisione) colpi di mortaio lanciati verso gli insediamenti ebraici, non ci sembra si stia facendo molto ( questo ovviamente considerando tutte le difficoltà attuali di Abu Mazen )
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