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Il Manifesto Rassegna Stampa
13.04.2005 Hamas non sapeva
lo garantisce Michele Giorgio

Testata: Il Manifesto
Data: 13 aprile 2005
Pagina: 7
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «Gaza, squadre anti-vizio o criminalità comune?»
"Squadre anti-vizio o criminalità comune" è l'interrogativo del MANIFESTO di mercoledì 13 aprile 2005 a proposito dell'omicidio a Gaza della studentessa palestinese Yusra Azzami. Inappropriato, a dir poco, l'uso di un termine come "squadre anti-vizio" per descrivere bande di assassini motivate dal fanatismo religioso. Altre, però, ci sembrano in questo caso le distorsioni più gravi.
Michele Giorgio, autore dell'articolo, appare preoccupato di difendere Hamas, descrivendo gli esecutori del delitto come "cani sciolti" non motivati ideologicamente.
Ma anche insinuando il dubbio sui particolari più raccapriccianti dell'episodio, in quanto riferiti solo dal Jerusalem Post e sulla base di dichiarazioni di testimoni anonimi (il che è normale in un contesto di violenza e di terrore).

La lettura della cronaca di Davide Frattini sul CORRIERE DELLA SERA ("Gaza ragazza uccisa: "non era sposata" " ) e anche di Pietro Del Re su LA REPUBBLICA ("Hamas rompe l'ultimo tabù palestinese uccisa per immoralità") smentiscono però l'apologia di Giorgio: Hamas, pur negando la creazione delle "squadre" assassine, ha riconosciuto che i suoi "militanti" avevano fermato le vittime con lo scopo di "punirle", sia pure non uccidendole.

Inoltre, la violenza per motivi "d'onore" o di controllo sociale è endemica nei territori, contro le donne e contro altri gruppi, come gli omosessuali.
Si potrebbero anche ricordare agghiaccianti episodi come quello della terrorista suicida costretta al suo crimine perchè adultera.
Piuttosto che denunciare il retroterra ideologico di questi fatti, e il ruolo svolto dai gruppi terroristici nella diffusione di una cultura della violenza devastante per la stessa società palestinese, il quotidiano comunista preferisce però denunciare l'"anarchia", prodotta, ovviamente, dall'occupazione israeliana.

Ecco il testo:

Non sono ancora stati chiariti i motivi e le circostanze del brutale omicidio della studentessa palestinese Yusra Azzami, compiuto da Hamas venerdì sera a nord di Gaza city. La versione data dal quotidiano israeliano Jerusalem Post, secondo cui responsabile dell'assassinio è stata un'unità di «vigilantes per il buoncostume» del movimento islamico, non è stata confermata a Gaza. Allo stesso tempo il coinvolgimento di Hamas nell'accaduto è certo, visto che il portavoce di questa organizzazione, Sami Abu Zughri, ieri ha chiesto scusa alla famiglia Azzami, ha offerto un risarcimento danni e assicurato che i colpevoli verranno puniti. Altrettanto vero è lo sdegno della popolazione civile palestinese costretta a vivere in un clima di insicurezza dove a dettare legge nelle strade sono spesso ragazzi con poco più che 18enni e armati di mitra. Il Jerusalem Post ha riferito che Yusra Azzami, 22 anni e studentessa all'Università islamica di Gaza city, lo scorso venerdì stava passeggiando, assieme al fidanzato, sul lungomare di Gaza quando è stata notata da un gruppo di militanti islamici, che in apparenza si sono ritenuti investiti del potere di imporre il rispetto dei costumi islamici. Dopo aver ammirato il tramonto la giovane è salita sull'auto del suo ragazzo per tornare a casa. Cinque attivisti di Hamas hanno inseguito la coppia su un'altra automobile dalla quale sono partiti i colpi d'arma da fuoco che hanno fulminato la giovane. Gli assassini si sarebbero poi accaniti sul cadavere della donna, che giaceva in terra, colpendolo con bastoni e sbarre di ferro.

Questo particolare tuttavia viene riferito solo dal Jerusalem Post che cita diversi testimoni e agenti di polizia, tutti però anonimi. Un altro quotidiano israeliano, Haaretz, notoriamente ben informato, invece non lo ha riportato nel suo sito internet. Secondo altre versioni, tra cui quella della femminista di Gaza Naila Zakut, l'esistenza di una una squadra del buoncostume di Hamas non è credibile. «È un caso più di criminalità che di religione» - ha detto - gli assassinii hanno seguito i giovani perché volevano spaventarli e derubarli e invece alla fine hanno sparato». Zakut ha sostenuto che Hamas «ha preferito parlare di tragico errore per non ammettere che al suo interno ci sono giovani che rubano proprio come altri, in un momento in cui sta puntando tutto sulla lotta alla corruzione nell' Autorità nazionale di Abu Mazen».

Hamas ha negato con decisione di aver formato squadre per la «moralità». «In vista delle elezioni palestinesi (del 17 luglio) Hamas non può prendere iniziative altamente impopolari agli occhi di una parte consistente della popolazione palestinese», ha aggiunto Naila Zakut. Altre forze politiche sono immediatamente intervenute nella vicenda per mettere nell'angolo Hamas, denunciando che anche nelle fila del movimento islamico ci sono giovani che svolgono attività criminali. Il colpo per l'immagine di Hamas è stato duro ma più che favorire l'Anp e il partito di Abu Mazen, Al-Fatah, è destinato ad accrescere la sfiducia della popolazione palestinese verso tutte le forze politiche. L'accaduto conferma inoltre lo stato di anarchia che regna nei Territori occupati.

La polizia palestinese ha comunicato di aver arrestato due dei cinque responsabili dell omicidio di Yusra Azzami, gli altri tre sono latitanti. La famiglia della giovane uccisa ha chiesto una punizione esemplare, contro la quale si e invece espresso l'attivista dei diritti umani Raja Surani che ha chiesto il rispetto della legalità.
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