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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Il Messaggero Rassegna Stampa
12.04.2005 Un articolo equilibrato, ma non privo di imprecisioni e omissioni
di Eric Salerno

Testata: Il Messaggero
Data: 12 aprile 2005
Pagina: 6
Autore: Eric Salerno
Titolo: «Scontri per i luoghi santi di ebrei e Islam»
Un buon articolo appare lunedì 12 aprile 2005 su Il MESSAGGERO a firma di Eric Salerno, ma in determinati punti le asserzioni dell’inviato risultano imprecise e si rende necessaria l’integrazione con ulteriori informazioni.

Descrivendo gli incidenti del 10-04-05 Salerno scrive:

Poteva trasformarsi in un campo di battaglia, ma alla fine la tensione intorno alla spianata delle moschee, che i musulmani chiamano Haram al Sharif e gli ebrei Monte del tempio, si è tradotto in qualche scontro tra manifestanti arabi e la polizia da una parte ed elementi della destra ebraica e la polizia dall'altra.


Va ricordato che se vi è stato solo "qualche scontro" è stato principalmente grazie al lavoro dei poliziotti israeliani nei giorni precedenti la manifestazione. Infatti molti sono stati gli estremisti di destra arrestati e molti bloccati alla partenza.

In chiusura di articolo Salerno riporta la notizia dell’incontro, nel ranch di Bush, tra il Premier Sharon e il Presidente USA:

Le sei ore che Sharon trascorrerà oggi nel ranch di Bush in Texas sono considerate in Israele come un gesto di sostegno americano al progetto di lasciare Gaza, ma la stampa e fonti del governo sono convinte che assieme alle parole di plauso, il presidente americano ripeterà le proprie preoccupazioni per l'ampliamento degli insediamenti in Cisgiordania. Bush, rientrando a Washington dai funerali di Giovanni Paolo II, ha spiegato ai giornalisti al seguito che chiederà a Sharon la piena adesione alla road map, il processo di pace con i palestinesi, e che questo significa per Israele rispettare il blocco totale delle costruzioni negli insediamenti, compresi quelli che, teoricamente, potrebbero essere trasferiti a Israele nel quadro di uno scambio di territorio concordato in un eventuale trattato di pace. Bush insisterà anche perché il premier faccia di più per aiutare il presidente palestinese a consolidare la propria posizione. Sharon, invece, porta con sé, secondo le stesse fonti, un dossier critico nei confronti di Abu Mazen e arriverebbe fino al punto di dire a Bush che il successore di Arafat «non è un buon investimento».
Quello che Salerno sostiene non è completamente giusto. Indubbiamente Sharon chiederà a Bush di sostenerlo nel ritiro da Gaza (anche contro il rischio, pubblicizzato dal quotidiano israeliano Yediot Haeronot, di un possibile golpe contro il suo governo), ma non è vero che il Primo Ministro di Israele ha intenzione di screditare Abu Mazen come "un cattivo investimento". Quello che Sharon intende sottolineare a Bush è che successore di Arafat deve assolutamente accelerare il processo di riforma politica e militare interna alla società palestinese e all’Anp altrimenti, il rischio di una interruzione della tregua e il ritorno della tensione, per azioni estremiste da ambedue le parti, rischia di diventare altissimo.

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