Oggi Sharon incontra Bush l'agenda del summit nella cronaca di Maurizio Molinari
Testata: La Stampa Data: 11 aprile 2005 Pagina: 5 Autore: Maurizio Molinari Titolo: «Sharon chiede aiuto all’amico americano sui termini del ritiro»
LA STAMPA di lunedì 11 marzo 2005 pubblica un articolo di Maurizio Molinari sul summit tra il premier israeliano Ariel Sharon e il presidente degli Stati Uniti George W. Bush
Ecco il testo: Ariel Sharon incontra oggi George W. Bush alla ricerca del sostegno necessario per affrontare in patria la dura opposizione dei coloni al ritiro dalla Striscia di Gaza. È la prima volta che il premier israeliano viene ricevuto nel ranch texano di Crawford, entrando così nel novero dei leader stranieri che il presidente americano considera amici oltre che alleati, ma al di là della forma diplomatica l'ospite ha bisogno di forti argomenti politici per rafforzarsi a Gerusalemme, dove i servizi segreti ammettono il rischio di guerra civile mentre il suo partito Likud appare lacerato. Ciò che Sharon chiede a Bush in particolare è la riaffermazione del testo dello scambio di lettere avvenuto alla Casa Bianca il 14 aprile 2004 nel quale il presidente definì «irrealistico» aspettarsi un ritiro di Israele sui confini precedenti la guerra del 1967 poiché «grandi insediamenti ebraici sono oramai stati costruiti in Cisgiordania». Per Sharon quell'affermazione serve a rassicurare l'opinione pubblica - ma soprattutto il movimento dei coloni - sul fatto che i maggiori centri urbani ebraici della Cisgiordania resteranno a Israele al momento dell'accordo con i palestinesi sullo status definitivo dei confini. L'amministrazione Usa ha interesse a rafforzare Sharon, affinché il ritiro da Gaza abbia luogo come previsto in luglio, ma i due leader tuttavia sembrano divisi dall'interpretazione di quei documenti che vennero siglati proprio in occasione dell'impegno del leader israeliano a smantellare tutti gli insediamenti nella Striscia e quattro minori in Cisgiordania. Il disaccordo sta nel fatto che per Sharon il testo di Bush consente a Israele di continuare ad espandere i «maggiori insediamenti ebraici» mentre la Casa Bianca non è affatto d'accordo, ritenendo questo eventuale sviluppo una palese violazione della Road Map che invece prevede il «totale congelamento» degli insediamenti ebraici prima dell'accordo finale con i palestinesi. Ad acuire la divergenza c'è l'intenzione del governo Sharon di costruire nell'insediamento di Maale Adumim 3650 nuove case che sono contestate dal presidente palestinese Abu Mazen, secondo cui andrebbero a creare una continuità edilizia con la città di Gerusalemme tagliando fuori interi quartieri arabi del settore orientale. Sebbene il portavoce di Sharon, Assaf Shariv, assicuri che «non ci aspettiamo particolari pressioni da Bush sulle 3650 case», è stato lo stesso presidente a ribadire alla vigilia che «sulla necessità di rispettare la Road Map dirò in privato a Sharon ciò che dico in pubblico, come faccio sempre». Nel tentativo di spianare la strada al faccia a faccia di novanta minuti previsto per oggi, il Segretario di Stato Condoleezza Rice ha ricevuto ieri sera Sharon in un hotel di Waco, la cittadina texana a breve distanza dal ranch dei Bush. «È possibile che sul contenzioso di Maale Adumim - prevede David Makovsky, esperto di studi mediorientali del Washington Institute - Bush e Sharon prendano atto di essere in disaccordo al fine di guardare avanti e portare a termine il ritiro dalla Striscia di Gaza». Nell'agenda del summit ci sono anche le preoccupazioni dello stato ebraico per il mancato rispetto da parte di Abu Mazen degli accordi sul cessate il fuoco. «I lanci di mortai da Gaza contro città israeliane violano le intese di Sharm el-Sheik», ha detto Sharon appena arrivato. Israele lamenta che gruppi islamici come Hamas non siano stati disarmati mentre individui «a rischio» continuano a muoversi liberamente e l'Autorità palestinese tarda tanto a pensionare duemila membri delle forze di sicurezza che a ristrutturare l'apparato dei servizi segreti. A ciò bisogna aggiungere i timori che accomunano Usa e Israele sulla cooperazione militare fra Hamas, Jihad islamica e gli Hezbollah filo-iraniani come anche l'incertezza sulle norme che regoleranno le elezioni per il Consiglio legislativo palestinese in programma il 17 luglio. Appena tre giorni prima della data fissata per iniziare il ritiro dei coloni da Gaza. Dopo il summit Ariel Sharon partirà alla volta di Washington, dove è atteso da incontri con i leader del Congresso, i rappresentanti delle maggiori organizzazioni ebraiche e il vicepresidente Dick Cheney, mentre Bush il 25 aprile riceverà nel ranch il principe ereditario saudita Abdullah in vista dell'appuntamento di maggio alla Casa Bianca con la prima visita di Abu Mazen. Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla redazione de La Stampa. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.