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Il Mattino Rassegna Stampa
04.04.2005 I lupi travestiti da agnelli: l'autopromozione di terroristi e autorità religiose filo-terrorriste in occasione della morte del Papa
sul quotidiano napoletano

Testata: Il Mattino
Data: 04 aprile 2005
Pagina: 15
Autore: un giornalista - Michele Giorgio
Titolo: «Israeliani e palestinesi salutano «l'amico della pace» - Ha indicato il cammino del dialogo, anche ai musulmani - Israele e Palestina piangono entrambi il Pontefice amico»
IL MATTINO del 4-4-2005 pubblica a pagina 14 l'articolo "Israeliani e palestinesi salutano «l'amico della pace»"
La foto che accompagna l'articolo ritrae, con chairi intenti propagandistici, un manifessto in cui si veddono seduti di fronte il papa e Arafat.

A pagina 15 troviamo un' intervista allo sceicco Tantawi. Si tratta di un leader "sprituale" che esalta il "martirio" dei terroristi palestinesi nell'articolo invece l'autore, Michele ,Giorgio lo accredita come un moderato campione del dialogo. Interessante la risposta in cui Tantawi cerca di sminuire le responsabilità dei terroristi parlando di presunte "ingiustizie" comemotore della violenza

Ecco l'intervista :"Ha indicato il cammino del dialogo, anche ai musulmani":

Giovanni Paolo II giunse in Egitto nel febbraio del 2000 come «pellegrino sulle orme di Mosè», ma anche per rimarcare che in Medio Oriente tutti i popoli devono «vedere i propri diritti rispettati e le loro legittime aspirazioni soddisfatte». Fu un viaggio memorabile tra i tanti fatti dal Pontefice fino a quel momento, perché servì a riannodare il dialogo con la antica Chiesa Copta ma anche a tendere la mano all'Islam in un fase in cui già cominciavano ad addensarsi le nubi nere dell'11 settembre. «As-salamu alaikum (la pace sia con voi)», disse in arabo, appena sceso dalla scaletta dell'aereo, rivolgendosi al presidente egiziano Hosni Mubarak, all'Imam dell'Al-Azhar Mohammed Sayed Tantawi, e al Patriarca cattolico Stephanos, che erano andati ad accoglierlo. Tantawi, massima autorità dei musulmani sunniti, ancora ricorda quell'incontro. «Avemmo modo di conoscere - dice - una personalità religiosa cristiana che non parlava solo ai suoi fedeli ma a tutti gli esseri umani». Sceicco Tantawi qual è l'eredità che il Papa lascia agli uomini di ogni fede? «Il Pontefice lascia innanzitutto un grande vuoto che non sarà facile colmare. Ha però indicato ai cristiani, e non solo a loro, una strada sulla quale incamminarsi. Un percorso che porta alla comprensione reciproca, al riconoscimento, al dialogo tra genti di religioni diverse ma che credono in un unico Dio». Giovanni Paolo II insisteva sulla giustizia, un tema caro ai popoli del Medio Oriente. «Durante il colloquio che avemmo alla moschea dell'Azhar, mi colpirono le sue parole. Disse che gli uomini e le donne ragionevoli sperano che la buona volontà e la giustizia prevalgano affinché tutti i popoli di questa area, unica al mondo, vedano i propri diritti rispettati. È proprio questo il punto sul quale gli arabi e i musulmani battono in continuazione per spiegare che la violenza è generata dall'ingiustizia e che per sconfiggere il terrorismo è necessario rimuovere le sue cause». Il Papa però spiegò anche che la violenza e lo scontro in nome della religione è un'offesa a Dio. «Io gli dissi che ero pienamente d'accordo con lui e che solo il dialogo tra le religioni e le loro culture può costruire l'avvenire dell'umanità. Ciò che ho continuato ad apprezzare di Giovanni Paolo II in questi anni era la sua determinazione nel voler vedere ciò che unisce piuttosto ciò che divide. Sulla base di quel principio di vita, gli uomini saggi di tutte le religioni devono sedersi intorno ad un tavolo e trovare i valori che accomunano gli esseri umani. La spaventosa crisi internazionale che abbiamo di fronte ai nostri occhi ci impone di voltare pagina, di mettere da parte l'odio e il rancore». I musulmani cosa si aspettano dal nuovo Pontefice? «Che proceda nella stessa direzione indicata da Giovanni Paolo II, poiché quella strada porta al dialogo, alla comprensione, alla sconfitta di coloro che vogliono creare a tutti i costi una contrapposizione tra cristiani e musulmani. È un impegno forte al quale anche i leader religiosi islamici non possono e non devono sottrarsi. Deve essere un nostro compito promuovere tra i musulmani il rispetto di ciò che è diverso da noi e condannare la violenza di coloro che affermano di parlare e agire a nome dell'Islam e invece non fanno altro che colpire la nostra religione».
Il 3-4-2005 IL MATTINO fa da gran cassa ad Hamas, "commossa" per la morte del papa

Da pagina 13: "Israele e Palestina piangono entrambi il Pontefice amico"

Gerusalemme. Il cordoglio ufficiale di Israele per la morte del Papa è stato espresso dal ministro degli esteri Silvan Shalom. La scomparsa del Papa, ha detto, «è una grande perdita per tutta l' umanità. Egli ha guidato la Chiesa cattolica verso buoni rapporti con Israele e con gli ebrei». Accorate anche le reazioni da Ramallah. Il rappresentante palestinese presso la Santa Sede Afif Safieh ha detto: «Mi addolora profondamente che Sua Santità ci lasci mentre il popolo palestinese continua a soffrire». Cordoglio anche da Hamas
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