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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
03.04.2005 Abu Mazen prova a ripulire le forze di sicurezza palestinesi. Che la fara ?
l'analisi di Davide Frattini

Testata: Corriere della Sera
Data: 03 aprile 2005
Pagina: 20
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Abbas ripulisce le forze di polizia»
GERUSALEMME - Tutti in pensione a sessant’anni. La legge è stata approvata un mese fa, ma solo ieri Mahmoud Abbas ha minacciato di applicarla. Il presidente palestinese vuol provare a ripulire le forze di sicurezza mettendo a riposo gli agenti e gli ufficiali che abbiano superato la soglia d’età. Una prima spinta alla riforma (promessa) che dovrebbe ridurre da una dozzina a tre gli apparati di Ramallah, formati da 54 mila uomini.
Adesso Abbas ha fretta. Le città della Cisgiordania stanno sfuggendo al controllo dei suoi poliziotti: mercoledì quindici militanti delle Brigate Al Aqsa, legate al Fatah (la fazione del presidente), hanno sparato contro le finestre della Mukata, il giorno dopo un gruppo di palestinesi ha bruciato un posto di blocco a Tulkarem, ieri ci sono stati scontri a Nablus.
Abbas ha fretta e sembra pensare che la soluzione sia un ritorno al passato: offrire un ruolo operativo a Jibril Rajoub, che fino ad ora si è mosso da consigliere del presidente. Rajoub, 52 anni, potrebbe diventare il capo della sicurezza in Cisgiordania dopo le dimissioni forzate del generale Haj Ismail Jaber, che deteneva la carica fin dalla creazione dell’Autorità palestinese nel 1994.
Era stato Jaber a suggerire di evitare il confronto con gli estremisti di Al Aqsa sostenendo che un’operazione per il disarmo avrebbe portato a uno scontro generazionale con i militanti più giovani. Rajoub è invece convinto che il confronto sia diventato inevitabile: «In passato esisteva un consenso nazionale attorno alla figura di Arafat - ha detto a Jennifer Miller della rivista online Salon -. C’è sempre stato un conflitto tra giovani e vecchi, quando il raìs era vivo. Arafat controllava le regole del gioco».
Quando Rajoub guidava la sicurezza preventiva in Cisgiordania per Yasser Arafat, i palestinesi lo avevano accusato di usare i suoi agenti segreti per stroncare il dissenso. Ma è stato lui a ordinare le operazioni contro i fondamentalisti islamici di Hamas e della Jihad tra il 1996 e il 1997, guadagnando il rispetto - come Mohammed Dahlan a Gaza - di americani e israeliani. «Abbas non ha altra scelta che imporre la legge e l’ordine - ha detto Rajoub alla France Presse - per garantire ai palestinesi la sicurezza che aveva promesso durante la campagna elettorale. L’unico modo di ottenere questo obiettivo è sostituire i comandanti e applicare la legge sui pensionamenti». Un’altra figura che riemerge dai tempi del raìs morto l’11 novembre del 2004 - scrive il New Tork Times - è quella di Mahmoud Al Natour, nome di battaglia Abu Tayeb: è stato per anni la guardia del corpo personale di Arafat e a Beirut guidava le milizie di Forza 17, è vicino ad Abbas e potrebbe essere uno dei nuovi comandanti. «L’Autorità deve agire immediatamente per arrestare e punire i responsabili del caos e delle violenze, altrimenti Abbas si ritroverà a essere soltanto un presidente simbolico che non potrà dirigere niente», commenta l’analista politico Hani Masri. Il governo ieri ha dichiarato lo stato di emergenza nei territori, con centinaia di poliziotti a pattugliare le strade, e avrebbe respinto le dimissioni di Tawfik Tirawi, il capo degli 007 in Cisgiordania, che due giorni fa aveva annunciato di volersene andare perché gli altri comandanti non fermavano le bande armate. Una denuncia che anche il presidente ha ripetuto in un incontro con cinquanta tra intellettuali e leader religiosi: «Voglio distinguere tra nazionalisti e criminali. Ma non permetteremo a nessuno di appropriarsi della legge e di boicottare i nostri sforzi».
«La metà dei capi della sicurezza - commenta Khalil Shikaki, direttore del più noto centro di ricerche e sondaggi - è corrotta. E il 99 per cento della gente è convinta che siano corrotti». Shikaki indica quattro mosse da seguire per Mahmoud Abbas: nominare un nuovo procuratore generale che abbia il mandato di colpire la corruzione; insediare un capo della polizia che possa essere arrestato se tenta di frenare le riforme; utilizzare una parte del bilancio per rimettere in piedi i tribunali e le prigioni; il ministro degli Interni e quello delle Finanze devono preparare i dossier sui politici e gli uomini d’affari da perseguire.
Richieste di riforme sono venute anche dall’opinionista Khaled Askalani in un editoriale su Al Ayyam : «Come possiamo parlare di rinascita delle istituzioni, quando la burocrazia è piagata da centinaia di funzionari e qualcuno di loro non sa neppure leggere e scrivere?"

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