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Europa Rassegna Stampa
01.04.2005 Israele come la Corea del Nord
l'assurdo paragone del quotidiano della Margherita

Testata: Europa
Data: 01 aprile 2005
Pagina: 2
Autore: Simone Verde
Titolo: «In Iraq raddoppia la mortalità infantile. Rapporto Onu sugli effetti della guerra»
Simone Verde pubblica su EUROPA di venerdì 1 aprile 2005 un articolo sul rapporto sulla fame nel mondo presentato all'Onu da Jean Ziegler.
Nel quale si legge che la liberazione dell'Iraq dalla dittatura di Saddam Hussein, e non la guerra terroristica scatenata dalle forze della reazione, avrebbe causato un'aumento della fame e della denutrizione dei bambini iracheni.
E vengono ripresentate le incerte estrapolazioni statistiche della rivista Lancet sul presunto aumento della mortalità irachena dopo la caduta del regime.

Ziegler è del resto colui che ha accusato Israele di affamare i palestinesi, senza alcun cenno al terrorismo, che ha portato al crollo dei rapporti economici israelo-palestinesi sui quali l'economia dei territori viveva, e a dannose, ma indispensabili, misure di sicurezza ( se, per esempio, il porto di Gaza veniva utilizzato per far arrivare armi ai gruppi terroristici e, conseguentemente, Israele lo ha chiuso, la si potrà accusare, con un minimo di equità, di voler togliere il sostentamento ai pescatori della Striscia?) e senza menzionare la povertà imposta dalla guerra anche ai bambini israeliani (al 30% privi di un'alimentazione sufficiente, secondo statistiche contemporanee a quel primo rapporto di Ziegler, mentre molti anziani si trovavano nella necessità di scegliere tra i pasti e i farmaci).

Nell'articolo c'è comunque un passo ancora più scandaloso su questo tema, non sappiamo se attribuibile a Ziegler o solo a Verde: un paragone tra tra Israele e Corea del nord,massimi esempi di affamatori della comunità internazionale.

Ricordiamo che il regime comunista nordcoreano ha provocato terribili carestie che hanno coinvolto milioni di persone, senza per altro essere mai stato aggredito da nessuno.

Eccom l'articolo:

Il dato più allarmante viene dall’Iraq dove «la popolazione irachena ha registrato 100.000 morti in più che se il paese non fosse stato invaso dalle truppe anglo-americane», si legge nel rapporto annuale sulla fame nel mondo presentato ieri a Ginevra al 61° vertice sull’alimentazione. Ma la più parte dei decessi non sarebbe dovuto alla violenza militare quanto «alle condizioni di vita che sono seguite alla liberazione del paese». Secondo questo documento, voluto dalla Commissione Onu sui diritti umani e curato dal sociologo svizzero Jean Ziegler, sono circa 852 milioni le persone che hanno problemi di accesso alle risorse alimentari, 10 milioni in più del 2003 ed è ormai un decennio che la situazione non cessa di aggravarsi. «Il fatto che la fame non abbia cessato di aumentare dal vertice del 1996 – ha dichiarato Ziegler – fa delle promesse formulate dai governi in questi ultimi anni, una farsa inaccettabile». I maggiori responsabili restano, come sempre, la Corea del nord e, per la sua politica condotta nei territori occupati, Israele.
In Iraq le condizioni di vita seguite al conflitto sono dif- ficilissime, e coloro che ne fanno maggiormente le spese sono i bambini: «Più di un quarto dei giovani iracheni soffre di sotto-alimentazione cronica mentre la malnutrizione acuta dei bambini sotto i cinque anni è praticamente raddoppiata passando dal 4% sotto il regime di Saddam Hussein, al 7,7% nel 2004». A lungo termine questa situazione produrrà risultati catastrofici perché i bambini ora malnutriti, qualora sopravvivano, soffriranno di malformazioni e di malattie per il resto della loro esistenza.
I delegati dei paesi della coalizione presenti al vertice non hanno voluto rispondere alle accuse rivolte loro dal sociologo svizzero, anche se nel rapporto si critica implicitamente la politica condotta dagli Stati Uniti e dai loro alleati. «I governi – si legge – devono riconoscere che hanno degli obblighi extraterritoriali e astenersi dal mettere in opera delle politiche o dei programmi che potrebbero avere incidenze che pregiudichino il diritto all’alimentazione di popolazioni di altri paesi»; ed ancora, devono superare l’approccio «schizofrenico» per cui se negli organismi internazionali promuovono politiche per combattere la malnutrizione, poi sul terreno operano in maniera diametralmente opposta.
Ziegler si dice preoccupato per il futuro e sulla capacità della comunità internazionale di proporre soluzioni.
«Gli americani conducono una lobbyng costante nelle Nazioni Unite – ha affermato in un’intervista all’agenzia swiss info – Nel sottosuolo della casa bianca esiste una cellula speciale che sorveglia tutte le nomine eliminando i dirigenti considerati ostili ai loro interessi. Un esempio? L’azienda americana Monsanto utilizza gli aiuti alimentari dell’Onu per introdurre nei paesi del terzo mondo organismi geneticamente modificati per poter bene- ficiare delle tasse sui brevetti imposte ai contadini africani ». Una situazione analoga a quella irachena in cui, come si legge nel rapporto, la nuova legislazione sulla proprietà intellettuale che entrerà in vigore, «regolando nei minimi dettagli i diritti dei brevetti, legalizzerà l’ingegneria genetica e comporterà disposizioni relative all’uso di organismi geneticamente modificati» che permetteranno affari alle aziende americane ma che «ipotecheranno la sicurezza alimentare futura del popolo iracheno»
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