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Avvenire - Il Sole 24 Ore - La Stampa - Il Manifesto Rassegna Stampa
18.03.2005 L'accordo del Cairo
rassegna di quotidiani

Testata:Avvenire - Il Sole 24 Ore - La Stampa - Il Manifesto
Autore: Graziano Motta - Francesca Fraccaroli - un giornalista - la redazione - Michele Giorgio
Titolo: «Dagli estremisti tregua a tempo per Abu Mazen - L'Autorità Nazionale Palestinese ora deve fare i conti con l'accresciuta influenza di Hamas - I palestinesi: ok alla tregua con Israele - Abu Mazen ottiene la tregua - Anp, al Cairo Hamas accetta la treg»
AVVENIRE di venerdì 18 marzo 2005 pubblica a pagina 17 una cronaca di Graziano Motta "Dagli estremisti tregua a tempo per Abu Mazen".
Nell'articolo, sostanzialmente corretto, si può leggere che:

Un suo stretto collaboratore (di Sharon, n.d.r.) Raanana Gissin, dopo aver messo in chiaro che "Israele non fa accordi e non tratta con organizzazioni terroristiche", ha espresso tutte le sue riserve sulla promessa Thahdiya. "Bisognerà vedere se reggerà a Tulkarem, Nablus e Jenin. Nelle ultime due settimane abbiamo impedito 10 attentati suicidi e ricevuto informazioni su 50 attacchi in preparazione".
Una notizia ignorata dagli altri quotidiani.
Ma ignorata anche da Francesca Fraccaroli che nell'articolo "L'Autorità Nazionale Palestinese ora deve fare i conti con l'accresciuta influenza di Hamas", pubblicato a fianco di quello di Motta riporta senza alcun commento la seguente dichiarazione di Ali Jirbawi, analista dell'università Bir Zeit

Una violazione israeliana della calma potrebbe scatenare la reazione di Hamas
Dieci attentati sventati e 50 in preparazione testimoniano abbastanza chiaramente, ci pare, che il rischio di una violazione della calma non viene da Israele (che per altro non ha preso alcun impegno nei, ma neppure ha mai aggredito chicchessia), ma da Hamas e dagli altri gruppi terroristici palestinesi.

IL SOLE 24 ORE titola, a pagina 6 "I palestinesi: ok alla tregua con Israele".
Una semplificazione che non rende conto delle numerose riserve e dell'ambiguità dell'accordo del Cairo.
L'articolo, sintetico e di tono oggettivo, ha comunque il merito di ricordare che la richiesta del disarmo delle organizzazioni terroristich palestinesi è previsto anche dalla Road Map.

Anche LA STAMPA, a pagina 9, sceglie per il lancio Ansa sul Cairo, una titolazione semplicistica: "Abu Mazen ottiene la tregua".

Anche IL MANIFESTO titola in modo impreciso "Anp, al Cairo Hamas accetta la tregua".
L'articolo, di Michele Giorgio, riporta così le condizioni poste da Hamas e dagli altri gruppi dell'"opposizione" (terrorista) palestinese:


Israele dovrà mettere fine alle sue operazioni militari in Cisgiordania e Gaza
Proprio ieri, 17 marzo 2005, il quotidiano comunista ammetteva che le operazioni militari israeliane avvengono là dove i palestinesi paraticano "l'intifada", cioè il terrorismo.
e scarcerare tutti i prigionieri politici
gli organizzatori di stragi e di assassinii sono "prigionieri politici"?
A questo proposito si è detto deluso dell'atteggiamanto di Abu Mazen dell'Anp il rappresentante del Fronte Popolare, Maher Taher, che ha chiesto la liberazione del segretario generale della sua organizzazione, Ahmed Saadat, detenuto nel carcere palestinese di Gerico perché accusato di aver dato il via libera all'uccisione (nel 2001) a Gerusalemme del ministro israeliano (e falco di destra) Rehavam Zeevi.
Tutte le volte che scrive dell'uccisione di Rehavam Zeevi il quotidiano comunista lo qualifica come estremista di destra. Un modo di giustificare i suoi assassini?

Un altro passaggio degno di nota è il seguente:

Il primo ministro palestinese Abu Ala nel frattempo ha messo in guardia contro il rischio di gravi tensioni in tutta la regione se ci sarà un attacco da parte di zeloti ebrei ortodossi contro la Spianata delle moschee di Gerusalemme (terzo luogo santo dell'Islam). Da giorni circolano voci di una possibile azione di migliaia di estremisti israeliani che intenderebbero provocare scontri e violenze con i palestinesi per impedire il ritiro da Gaza. Il secondo canale israeliano ha trasmesso un filmato registrato durante una riunione di rabbini ultrà che discutevano di una possibile operazione di «conquista» delle moschee dove, secondo la tradizione ebraica, sorgeva il Tempio.
la Spianata delle Moschee è "il terzo luogo santo dell'Islam" in virtù di una tradizione recente e tardiva, per contro il fatto che al posto delle Moschee sorgesse il Tempio non è attestato solo dalla "tradizione ebraica", ma anche dall'archeologia e da unanimi testimonianze storiche. Il secondo tempio venne distrutto dai romani nel 70 d.c.: si tratta di storia non di "tradizione".
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