Continua la corsa iraniana alll'arma nucleare. Pronto un piano israeliano per fermarla? la corrispondenza da New York di Maurizio Molinari
Testata: La Stampa Data: 14 marzo 2005 Pagina: 10 Autore: Maurizio Molinari Titolo: «Pronto il piano di attacco israeliano all'Iran»
Da LA STAMPA di lunedì 14 marzo 2005 riportiamo un articolo di Maurizio Molinari: «Condoleezza Rice è una regina della violenza e della guerra, una vera terrorista». E' il ministro dell'Intelligence iraniano, Ali Younesi, ad usare toni senza precedenti nei confronti del Segretario di Stato americano, mentre Teheran ribadisce che «non vi saranno cedimenti» alle pressioni internazionali per l'abbandono del programma nucleare. Mohammed Khatami, presidente iraniano, ha spiegato al termine di una visita in Venezuela che «se non vi sarà accordo nel negoziato con gli europei riprenderemo l'arricchimento dell'uranio» sospeso lo scorso primo novembre. Washington spiega le dichiarazioni che da 48 ore continuano ad arrivare da Teheran con l'irritazione per il fatto che America, Europa e Russia parlano «con una voce sola» dopo la decisione di Bush di offrire incentivi economici all'Iran. «L'Iran contava sulle divisioni nella Comunità internazionale per non fare fronte ai propri obblighi sul nucleare - ha spiegato la Rice durante un'intervista rilasciata alla tv Cbs - ma si è sbagliato, oggi il mondo è unito nel chiedergli l'abbandono del programma nucleare, tutti sono d'accordo sul fatto che l'Iran non può entrare in possesso della bomba». Il consigliere per la sicurezza nazionale, Stephen Hadley, ha inoltre tenuto ad aggiungere che l'offerta di incentivi economici a Teheran non comporta affatto un cambio radicale di politica da parte dell'amministrazione: «L'Iran resta la fonte primaria del terrorismo nel mondo, abbiamo offerto gli incentivi solo per favorire il negoziato che Gran Bretagna, Francia e Germania stanno conducendo». Secondo il «Sunday Times» di Londra l'amministrazione Bush in realtà sarebbe al corrente del fatto che Israele sta preparando un attacco militare da terra e dall'aria contro gli impianti nucleari iraniani. Il premier di Gerusalemme, Ariel Sharon, avrebbe dato il via libera iniziale all'organizzazione del blitz durante un vertice con i capi della sicurezza avvenuto in febbraio nella sua fattoria nel Negev. Il piano, scrive ancora il «Sunday Times», sarebbe mirato a neutralizzare il centro di arricchimento dell'uranio a Natanz, una cui copia sarebbe stata costruita nel deserto dagli israeliani per far esercitare le truppe a diversi possibili tipi di assalti. A condurre il blitz dovrebbero essere i reparti delle unità speciali di commandos «Shaldag», appoggiati dello squadrone 69 di cacciabombardieri F-15, dotati di particolari bombe anti-bunker recentemente acquistate dagli Stati Uniti ed in grado di esplodere dopo aver perforato pareti di cemento armato. Gerusalemme avrebbe informato Washington dei preparativi e delle simulazioni in atto, sarebbe questo il motivo di recenti dichiarazioni del vicepresidente Dick Cheney sulla possibilità di un attacco da parte di Israele, in ragione delle minacce di distruzione lanciate più volte dalla Repubblica islamica nei confronti dello Stato ebraico. La Rice tuttavia ieri ha smentito qualsiasi coinvolgimento in piani di tipo militare: «Non abbiamo autorizzato alcun attacco, tutte le opzioni restano sul tavolo del presidente Bush, ma abbiamo optato per la via diplomatica in quanto gli europei hanno assunto una posizione più decisa, adesso la palla si trova nel campo degli iraniani». Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla redazione de La Stampa. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.