Si scoprono i "muri" che costellano il mondo, ma solo per continuare a fare propaganda contro Israele con argomenti logori e inconsistenti
Testata: Il Venerdì di Repubblica Data: 04 marzo 2005 Pagina: 57 Autore: Riccardo Staglianò Titolo: «Quelli che hanno sulla testa un maledetto muro»
"Quelli che hanno sulla testa un maledetto muro" è il titolo dell'articolo dedicato alla barriera difensiva da Riccardo Staglianò su IL VENERDI' del 4 marzo 2005 .
L'articolo ha certo il pregio di presentare alcuni dei "muri" dei quali non si parla mai, a differena di quanto accade con la barriera difensiva israeliana (senza per altro che Staglianò segnali questa differenza e se ne chieda il motivo).
I toni sono però sempre gli stessi. Così recita il sommario dell'articolo:"Contro i nemici, i terroristi, gli immigrati. Qualunque sia la ragione il risultato è una linea di divisione. E Sharon con la sua barriera di cemento non ha fatto altro che ispirarsi a molti esempi. Del passato? No, di oggi". Inserita in un contesto di deprecabili opere difensive o divisorie, la barriera difensiva resta comunque così un argomento di propaganda antisraeliana.
Infatti "è sempre il più forte ad aprire il cantiere", la barriera difensiva è tale " se a parlare sono gli israeliani (ed'è vero, nei due anni dalla sua costruzione gli attentati kamikaze sono diminuiti del 90%)" ma è "un recinto dell'aparthaid secondo i palestinesi, che pure hanno ragione come il caso del villaggio di Qalqilya, completamante circondato dalla recinzione, dimostra".
Ma il fatto che la barriera serva a bloccare il terrorismo esclude che sia un "recinto dell'apartheid". La barriera esiste perchè esiste il terrorismo, non per attuare politiche razziste.
L'articolo si apre con la descrizione di scene dal film "Il muro", opera di propaganda antisraeliana, e si chiude dopo una panoramica sulle barriere sparse per il mondo, con la controversia sulla sentenza dell'Aja. Forse perchè l'unica barriera che davvero interessava era quella israeliana?
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