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Libero Rassegna Stampa
01.03.2005 Ariel Sharon e i cattivi maestri di casa nostra
Furio Colombo, Sergio Romano, etc. etc.

Testata: Libero
Data: 01 marzo 2005
Pagina: 15
Autore: Angelo Pezzana
Titolo: «Contrordine l'orco sharon diventa una star»
LIBERO di martedì 1 marzo 2005 pubblica un articolo di Angelo Pezzana su Ariel Sharon e sui suoi denigratori italiani.
Ecco il pezzo:

Mai come in questo momento è stata così alta la popolarità di Ariel Sharon. In Israele, dove una percentuale molto significativa della popolazione è d’accordo con il suo piano di uscita da Gaza. Certo, dovranno abbandonare casa e lavoro coloro per tre generazioni avevano reso quei territori fertili e produttori di ricchezza, una scelta che ha fatto dire a Sharon che quella era la decisone più difficile della sua vita. Inevitabile però, e indispensabile, per garantire a Israele un futuro ebraico e democratico. Israeliani da una parte, palestinesi da un’altra. In due stati, vicini ma indipendenti.

La decisione di Sharon ha spiazzato i suoi oppositori, dentro Israele e fuori. In Israele, dove l’intellighenzia di sinistra non ha potuto far altro che prendere atto che il bersaglio Sharon era ormai spuntato. Di che cosa poteva ormai accusarlo, dal momento che la separazione totale fra i due popoli era quanto la sinistra da tempo chiedeva, ma non sapeva come realizzare ? Scompigliate e in preda al panico tutte quelle forze politiche e i giornali di tutto il mondo che avevano fatto dell’immagine di Sharon una delle più violente caricature che la satira abbia mai immaginato. Sharon che mangiava bambini palestinesi a colazione, le forze di difesa israeliane disegnate e raccontate come emuli delle SS di Hitler , tutto l’armamentario di bugie e falsità che Fiamma Nirenstein ha così ben raccontato nel suo libro "Gli antisemiti progressisti", che, rivelando ciò che invece andava taciuto, è stato letto con enorme fastidio da una sinistra abituata a definire fascista la violenza di casa propria.

Una sinistra che ha dovuto, costretta dagli avvenimenti, archiviare l’orco Sharon e rivedere i suoi giudizi. Contrordine compagni, da un po’ di tempo è il grido che si leva da quelle parti. C’è chi lo fa con serietà e chi no. Fra i primi Peppino Caldarola che, non da oggi, segue con attenzione lo sviluppo delle vicende mediorientali, una delle rare voci della sinistra italiana che, largamente inascoltata, ha sempre rimproverato alla sua parte la cecità di fronte al terrorismo e alle responsabilità della dirigenza palestinese. Fra gli altri, la palma va senza ombra di dubbio a Furio Colombo, che ha diretto, dopo la sua ricomparsa in edicola, l’Unità, uno dei giornali maggiormente responsabili della disinformazione e del consolidarsi del pregiudizio antisraeliano nell’area della sinistra moderata. La sua lettera aperta all’ambasciatore Ehud Gol,dopo la contestazione violenta all’università di Firenze, colma di espressioni di solidarietà e di rimproveri alla sinistra che non aveva capito il cambiamento, è il massimo dell’ipocrisia. Dopo aver propinato odio verso Israele ai suoi lettori, fra i quali vanno annoverati sicuramente gli studenti fiorentini, dopo averli nutriti di informazione a senso unico, di demonizzazione del falco Sharon, ecco che, a direzione dell’Unità perduta, Colombo scopre finalmente la verità. E rimprovera gli altri, mica se stesso, lui che è stato in questi quattro anni di intifada l’esempio più significativo di quelli che vengono chiamati cattivi maestri.

Quale giravolta a 360 gradi, quale abilità nell’entrare subito in un altro abito ! Certo non lascia il campo sguarnito. Di compagni che sbagliano ce ne sono un reggimento, e andranno avanti nei loro sbagli anche se alla guida non ci sarà più Colombo. Lo sta sostituendo degnamente Sergio Romano sul Corriere della Sera, che proprio un compagno non sarà, ma in quanto a antiamericanismo e pregiudizi contro lo Stato ebraico non è ultimamente secondo a nessuno. Come dice Caldarola, Sharon si muove, la sinistra è ferma. Purtroppo non solo la sinistra, le fanno buona compagnia destra e centro, almeno quelli che non hanno ancora capito la differenza tra democrazia e terrorismo.Non sono pochi.
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