Il vertice invisibile il settimanale di De Mauro snobba Sharm el Sheik
Testata: Internazionale Data: 14 febbraio 2005 Pagina: 17 Autore: la redazione Titolo: «Notizie dal Medio Oriente»
Da INTERNAZIONALE datato 11 febbraio 2005
Questo numero di Internazionale ci ha profondamente deluso per la mancata, adeguata copertura dell'evento che ha monopolizzato le prime pagine della stampa di tutto il mondo: il summit israelo-palestinese di Sharm El Sheikh.
Ci saremmo aspettati, in copertina, la foto che ha fatto il giro del mondo; la stretta di mano fra due sorridenti Sharon e Abu Mazen, durante il primo vertice tra un premier israeliano e il leader dell'Anp dall'estate del 2000, dopo il fallito vertice di Camp David. Ed il primo vertice della nuova era cominciata dopo la morte di Arafat. Ci saremmo aspettati articoli tratti dalla stampa israeliana, dalla stampa araba, da quella europea e americana; analisi, commenti, per un vertice che ha decretato ufficialmente la fine dell'Intifada terrorista. E invece? Nulla di tutto questo.
Il giornale diretto da De Mauro ha scelto di pubblicare in copertina un riferimento alla tregua tra ribelli e governo del Sudan, evento importante, ma certamente non di strettissima attualità nè strategico per la stabilità di una zona del mondo così importante per il resto del pianeta, come il Medio Oriente. Inoltre in passato INTERNAZIONALE ha dedicato moltissimo spazio al conflitto israelo-palestinese, sarebbe dunque stato naturale dare rilievo a una notizia cruciale sulla sua evoluzione e su una svolta verso una possibile pace. E' sconcertante che nemmeno nel resto della copertina sia stato pubblicato un richiamo al vertice egiziano, come se per Internazionale nulla fosse accaduto.
Nelle pagine interne l'evento è coperto solo con uno striminzito editoriale di Haaretz (pag.7), da una foto (pag.8-9), del tavolo (con relativi ospiti) delle trattative (neanche qui, la foto evento), e da brevi di cronaca. E' una scelta editoriale che ci lascia attoniti e che ci fa sospettare che dietro ci sia una strategia. Gran parte della stampa internazionale infatti, compreso il sempre critico Haaretz, ha lentamente cambiato opinione nei riguardi di Sharon, da quasi criminale a uomo di pace, da molti paragonato a Rabin. Una retromarcia iniziata con l'avvio delle procedure per il ritiro unilaterale da Gaza e da parte della Cisgiordania, iniziato, tra mille difficoltà, dal governo Sharon. Evidentemente Internazionale non digerisce questa metamorfosi, nè di Sharon, nè tantomeno della stampa prima a lui contraria, così, al posto di evidenziarla come sarebbe giusto, la nasconde. Come se per Internazionale, il tempo si fosse fermato.
In questo caso, a nostro parere, il giornale diretto da De Mauro ha reso un pessimo servizio ai propri lettori. A pag.17, è pubblicata la cronaca dal Medio Oriente Hamas contro la tregua I movimenti radicali palestinesi di Hamas e della Jihad islamica si sono ufficialmente dissociati dalla tregua concordata da Abu Mazen e Ariel Sharon. I due gruppi osserveranno però un periodo di calma rispettando l'accordo raggiunto a fine gennaio con il presidente palestinese.
NEGOZIATI Le prossime tappe Dopo il vertice di Sharm el Sheikh, che ha rilanciato i negoziati tra Israele e palestinesi, il governo statunitense sembra voler riproporre la sua posizione di mediatore in Medio Oriente: nei prossimi mesi dovrebbe essere fissato un nuovo vertice tra Abu Mazen e Sharon alla Casa Bianca. Alla fine del summit in Egitto, il premier israeliano ha invitato Abu Mazen nella sua tenuta nel Negev, ma nessuna data è stata ancora fissata. Intanto i due leader potrebbero vedersi il 1 marzo a Londra, dove il primo ministro britannico Tony Blair ha organizzato una conferenza sulla nascita del nuovo stato palestinese. Quando a dicembre Blair aveva annunciato l'appuntamento, il governo israeliano aveva fatto sapere che non avrebbe inviato nessun suo rappresentante.
STATI UNITI Il regalo di Condoleezza Alla vigilia del vertice in Egitto, il nuovo segretario di stato americano Condoleezza Rice ha compiuto il suo primo viaggio ufficiale in Medio Oriente. Durante un incontro con Abu Mazen nei Territori, la Rice ha annunciato la nomina di un coordinatore speciale americano incaricato di aiutare i palestinesi nel settore della sicurezza. Si tratta di William Ward, vicecomandante in capo dell'esercito statunitense in Europa e capo della forza di pace della Nato in Bosnia dal 2002 al 2003. Ward è stato a lungo in Egitto per una missione di cooperazione tra Washington e il Cairo. Il segretario di stato ha reso noto che presto nominerà un secondo coordinatore americano che si occuperà del risanamento dell'economia palestinese. Manca un informazione importante, ovvero il finanziamento americano per l'Anp, immediato, di 40 mln di dollari, e nei prossimi mesi di 300 mln, solo a seguito però di riforme democratiche concrete e lotta al terrorismo.
Politica Si riparte da Sharm el Sheikh L'8 febbraio il premier israeliano Ariel Sharon e il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese (Anp) Abu Mazen si sono incontrati a Sharm el Sheikh, in Egitto, per la prima volta dall'inizio della seconda intifada. Hanno partecipato al vertice anche il presidente egiziano Hosni Mubarak e il re di Giordania Abdallah II. In due discorsi separati, alla fine dell'incontro, Abu Mazen e Sharon hanno reso noti i punti dell'accordo raggiunto: i palestinesi si sono impegnati a sospendere tutti gli attacchi contro Israele e, in cambio, Sharon ha deciso di fermare le operazioni militari contro i palestinesi. Israele ha annunciato la prossima liberazione di circa mille degli ottomila detenuti palestinesi, se l'Anp rispetterà gli impegni assunti. Sharon ha anche accettato di trasferire la responsabilità di alcuni settori palestinesi all'Anp. Inoltre Egitto e Giordania hanno annunciato che invieranno di nuovo i loro ambasciatori in Israele. Infine una rettifica. Nella recensione relativa al numero scorso (V. rec. del 8 febbraio), avevamo scritto che Internazionale non possiede i diritti per pubblicare gli articoli dei quotidiani americani più diffusi. Non è esatto, perchè in realtà, come ci ha comunicato il direttore De Mauro, Internazionale ha la facoltà di pubblicare articoli anche di quei quotidiani, ma scelti, di volta in volta, in base a criteri determinati dall'editore che pubblica i giornali in oggetto. Ci scusiamo con gli interessati, sperando quindi di veder pubblicati sulle pagine di Internazionale, gli editoriali del New York Times, piuttosto che del Wall Street Journal; pezzi che fanno opinione e creano dibattito in tutto il mondo.
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