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Il Foglio Rassegna Stampa
11.02.2005 Ritratto del nuovo capo del servizio di sicurezza interno d' Israele
che sorveglierà la tregua con i palestinesi

Testata: Il Foglio
Data: 11 febbraio 2005
Pagina: 3
Autore: un giornalista
Titolo: «Un po’ psicologo e un po’ poeta, la nuova super spia d’Israele»
IL FOGLIO di venerdì 11 febbraio 2005 pubblica un ritratto di Yuval
Diskin nuovo capo dello Shabak, il servizio di sicurezza interno d’Israele.
Ecco il testo:

Gerusalemme. Dicono di lui: è il migliore sul campo. Yuval
Diskin è il nuovo capo di Shin Bet (o Shabak), il servizio
di sicurezza interno d’Israele. La sua carica sarà operativa
dalla mezzanotte del 15 maggio. Il primo ministro Ariel Sharon
lo ha chiamato mercoledì intorno alle 23, annunciandogli
la nomina, dopo una lunga riflessione in cui il premier
ha dovuto decidere fra lui e l’attuale vicecapo. Shabak è un
acronimo formato dalle tre lettere ebraiche Shin, Bet, Kaf
che stanno per Sherut–Servizio, Bitachon–Sicurezza, Klali–
Generale. Diskin, 49 anni, sposato per la seconda volta e
padre di quattro figli, conosce bene lo Shabak: ha ricoperto
infatti tutte le posizioni al suo interno, prima di arrivare a
esserne il capo. E’ cresciuto nel dipartimento arabo dell’organizzazione.
Dopo aver imparato l’arabo, ha lavorato nella
città di Tulkarem, poi a Nablus e Jenin, per tornare a Tulkarem
come comandante. Fine conoscitore della società palestinese,
tra i colleghi è noto per essere in un certo senso
lo psicologo della controparte araba. E’ uscito una prima
volta dai servizi per studiare. Ha preso la laurea in Storia di
"Eretz Israel", dopo è diventato capo del dipartimento per
il Controterrorismo; questa nomina lo ha portato ad acquistare
sempre maggior responsabilità all’interno dell’ala riservata
alle questioni arabe di Shabak. Dopo due anni, Diskin
è stato nominato numero uno dei servizi per Gerusaemme
e la Cisgiordania. Una seconda pausa nella sua attività
è stata nuovamente dedicata allo studio. Si è laureato
in Scienze politiche e Organizzazione pubblica all’università
di Haifa, con una tesi sul Jihad islamico. Un mese e
mezzo prima che scoppiasse la seconda Intifada, è stato nominato
vicecapo dell’organizzazione.
Diskin è considerato il principale fautore della dottrina
del coordinamento tra intelligence ed esercito nella lotta al
terrorismo palestinese; è anche uno degli ideatori delle operazioni
mirate contro i leader dei gruppi armati. Era responsabile
di tradurre le decisioni politiche del governo in
operazioni congiunte tra intelligence e militari. Negli ultimi
due anni, da quando ha lasciato l’incarico di vicecapo di
Shin Bet, ha scritto una tesi, ancora top secret, molto discussa
negli ambienti della sicurezza israeliana. Ha usato il
suo tempo anche per consultarsi con membri del Mossad, il
servizio di spionaggio esterno, e adottare alcune pratiche
dell’organizzazione all’interno di Shin Bet. Membri dei servizi
lo descrivono come uno dei maggiori professionisti del
gruppo, un comandante creativo con un carisma particolare.
Sono questi forse i due elementi che hanno convinto
Ariel Sharon a puntare su di lui. Jibril Rajoub, ex capo della
Sicurezza in Cisgiordania, e Tawfik Tirawi, dell’intelligence
palestinese, sono soltanto due delle molte conoscenze
che Diskin ha tra le fila della controparte. Rajoub, alla
notizia della nomina, lo ha definito un "professionista di
prima classe favorevole alla riconciliazione". Per quanto
sembri strano, il capo degli 007 israeliani passa il suo tempo
libero, scrivendo poesie e occupandosi di filosofia.
Ra’anan Gissin, dell’ufficio del premier israeliano, dice
al Foglio che Diskin non rilascerà alcuna intervista, per lo
meno fino a quando non prenderà il comando effettivo del
ruolo che gli è stato assegnato. "Diskin è una persona che
ha le giuste capacità per portare avanti operazioni militari
e allo stesso tempo ha la sensibilità necessaria per capire
la situazione politica – spiega Gissin – Sicuramente, abbiamo
bisogno di una persona con le sue esperienze nel campo
dell’antiterrorismo. Il periodo che ci prepariamo ad affrontare
non sarà calmo. Le minacce dell’Iran, di Hezbollah
e Hamas rendono indispensabile un uomo che in questi anni
abbia sviluppato tecniche militari adatte, adottate poi da
molti altri servizi segreti. La sua abilità sta nel saper guardare
al futuro e prendere le giuste misure di prevenzione.
Non c’è dubbio che dovremmo far fronte anche a gruppi radicali
ebraici che sconvolgeranno la situazione interna. Diskin
è quindi l’uomo perfetto, cauto, sensibile, che al momento
giusto sa prendere la situazione in mano e agire al
meglio".
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