Numero antiamericano del dopo-elezioni in Iraq. Come sempre anche anti-israeliano un settimanale che non sa cosa sia l'obiettività
Testata: Internazionale Data: 08 febbraio 2005 Pagina: 17 Autore: la redazione Titolo: «Notizie da Israele e il Medio Oriente»
Da INTERNAZIONALE del 4 febbraio 2005: Come avevamo anticipato, numero anti-americano (non è una novità), post elezioni irakene, quello di Internazionale questa settimana. Già in copertina si parte con un: "Le ombre di Bagdad", poi commenti, a pag. 17, del famoso ed autorevole esperto di geopolitica, autore di numerosi trattati e saggi, Beppe Grillo (!), ed articoli tratti non come avremmo auspicato, da grandi quotidiani come New York Times (che tra l'altro ha compiuto una mezza marcia indietro riguardo al giudizio prima negativo sulle elezioni), Washington Post o Wall Street Journal, ma dalla rivista culturale orientata a sinistra, Salon (pag.22) e da un giornale arabo, pubblicato a Londra, Asharq Al Awsat. Internazionale non ha i diritti per pubblicare gli articoli dei più grandi quotidiani americani, quelli che fanno opinione, così ripiega su riviste poco conosciute. Un pò come vantarsi di pubblicare i migliori articoli della stampa italiana, senza però poterlo fare con il Corriere della Sera, Repubblica e Sole24ore, i 3 maggiori quotidiani italiani. Restiamo in trepidante attesa infine degli strali illuminanti di Naomi Klein, idolo noglobal (o newglobal? Boh...), della redazione.
Piccola "chicca" pubblicata a margine del pezzo tratto da Salon, relativo ad un estratto di una intervista di Simona Torretta (ex ostaggio in Iraq), al settimanale inglese Sunday Times: Non credo che il risultato sia rappresentativo di quello che vogliono gli iracheni, perchè molti di loro non possono o non vogliono votare. Gli americani vogliono solo distruggere il paese, basta guardare cos'hanno fatto a Falluja. Lo scenario peggiore è quello di una guerra civile, il migliore è che le cose restino come sono oggi. Capito? "Gli americani vogliono solo distruggere il paese". La nascita di nuovi partiti, di nuovi quotidiani, le elezioni, l'entusiasmo delle donne in fila per votare? Tutto inutile, "perchè gli americani vogliono solo distruggere il paese". Così parlò una delle due Simona, quella che dopo la liberazione aveva ringraziato i tagliagole che la tenevano in ostaggio, i mullah, i sunniti, gli sciiti, i curdi, Allah, il Corano, la Sunna, mamma e papà, ma non quelli che l'avevano liberata, il governo italiano con il contributo degli americani, quelli che "vogliono solo distruggere il paese."
A pag. 15 è pubblicata la cronaca dal Medio Oriente, intitolata "La tregua minacciata" Otto gruppi armati palestinesi hanno minacciato di riprendere gli attacchi contro Israele se quest'ultimo non metterà fine alle violenze contro la popolazione palestinese. In un comunicato i gruppi affermano che "negli undici giorni di tregua rispettati dai palestinesi Israele ha continuato ad aggredire la popolazione dei Territori causando 22 morti, tra cui alcuni bambini". Il 31 gennaio, dopo l'uccisione di una bambina palestinese da parte dei militari israeliani a Rafah, i militanti di Hamas hanno tirato colpi di mortaio contro le colonie della Striscia di Gaza. Gli attacchi sono continuati anche il giorno successivo. Le violenze mettono a rischio la tregua concordata dai movimenti radicali con il presidente dell'Anp Abu Mazen . Ormai la redazione di Internazionale ha deciso; ad uccidere quella bambina sono stati i soldati dell'esercito israeliano, stop. Non importa che la stessa Anp, come riportato dal sito di info www.imra.org (sito indipendente di analisi e commenti sul Medio Oriente), fosse a conoscenza che ad uccidere la bambina sia stato un pellegrino musulmano di ritorno dalla Mecca, per la De Mauro's band, la verità è la loro, se non quella che appare dai bollettini di Hamas (semplici attivisti per Internazionale). POLITICA Incontro in Egitto Il primo ministro israeliano Ariel Sharon e il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese (Anp) Abu Mazen hanno annunciato che si incontreranno a Sharm el Sheikh, in Egitto, l'8 febbraio. Sarà il primo vertice tra un premier israeliano e il leader dell'Anp dopo i negoziati del 2000 a Camp David, negli Stati Uniti, tra Ehud Barak e Yasser Arafat. Al vertice dovrebbero partecipare anche re Abdallah di Giordania e il segretario di stato americano Condoleezza Rice, che dal 6 febbraio sarà in Medio Oriente per il suo primo viaggio ufficiale nella regione.
RAFAH Caccia ai tunnel Le forze di sicurezza palestinesi hanno lanciato un'operazione contro i tunnel utilizzati dalla popolazione di Rafah per il contrabbando d'armi dall'Egitto. È il primo incarico dei circa quattromila agenti palestinesi che, la scorsa settimana, hanno sostituito le forze israeliane nel controllo della regione. L'avvicendamento è il frutto di un accordo tra il governo israeliano e Abu Mazen con il benestare dei gruppi radicali palestinesi. Il 28 gennaio il capo di stato maggiore israeliano Moshe Yaalon ha ordinato la sospensione di ogni offensiva contro i palestinesi nella Striscia di Gaza. Nei prossimi giorni le forze di sicurezza palestinesi dovrebbero prendere il controllo di cinque città della Cisgiordania, dopo il ritiro delle truppe israeliane . Quando queste operazioni le faceva Israele, Internazionale le metteva in cattiva luce, ora che le fanno, finalmente (perchè costretti), i palestinesi, sembrano degli eroi.
POLITICA I coloni protestano Il 30 gennaio più di 130mila israeliani hanno manifestato a Gerusalemme contro il piano di ritiro dalla Striscia di Gaza voluto dal premier Ariel Sharon. La protesta era organizzata dal Consiglio delle colonie di Giudea-Samaria e della Striscia di Gaza. I manifestanti sono arrivati a Gerusalemme a bordo di 1.300 autobus: la protesta andrà avanti in forma ridotta per un mese. Il progetto di Sharon prevede l'evacuazione entro il 2005 di più di ottomila coloni dai 21 insediamenti della Striscia di Gaza e da quattro della Cisgiordania. I coloni israeliani, l'opposizione di estrema destra e l'ala dura del Likud sono decisi a contrastare il piano. Circa duemila poliziotti sono stati mobilitati per mantenere l'ordine nella capitale durante le manifestazioni. Non c'è nessuna "ala dura" nel Likud, ma semplice opposizione politica. Certo che è difficile per chi, come Internazionale, ha sempre dipinto Sharon come un mostro, digerire una mossa come il ritiro unilaterale da Gaza. Onestà intellettuale vorrebbe che Sharon venisse rivalutato nelle pagine di Internazionale, cosa che non è ancora successa ( e finchè gli opinionisti resteranno Naomi Klein, Noam Chomsky, Beppe Grillo (ah ah ah!) e company, non avverrà mai.)
A pag.36 un servizio su Al-Jazeera tratto dal quotidiano francese Le Monde. In coda a questo pezzo, a pag.39 è pubblicato un piccolo box della redazione, dal titolo: "Si cambia rotta". Al-Jazeera potrebbe presto essere messa in vendita. Con un decreto l'emiro del Qatar Hamad bin Khalifa al Thani ha annunciato che l'emittente sarà trasformata in una società a capitale privato. L'emirato avrebbe quindi finito per piegarsi alle pressioni di Washington, che accusa la rete di essere vicina ai gruppi islamici radicali. E' evidente a tutti quanti non siano in malafede, l'appoggio di Al-Jazeera ai gruppi terroristici islamici. Ma per le parole scritte da Internazionale, sembra una cosa negativa se l'emittente araba dovesse togliere questo appoggio, e non ai gruppi islamici radicali come scrivono, ma ai gruppi del terrore. Ancora una volta la parola terrorismo è bandita dalle pagine del settimanale diretto da De Mauro. Che forse abbiano paura di perdere un pò di lettori in linea con la redazione nel caso scrivessero questa parola?
A pag.81 un trafiletto tratto dal The Jerusalem Report riguardante l'apparente disponibilità, tutta da verificare, della Siria a riaprire le trattative di pace con Israele.
Infine una considerazione: se per caso, in un qualsiasi giornale nel mondo, dovesse apparire un articolo antiamericano o antisraeliano (meglio ancora se in malafede o con qualche balla alla Seymour Hersh), state pur certi che nel giro di pochi giorni, apparirà tradotto su Internazionale.
Invitiamo i lettori di Informazione Corretta a scrivere il loro parere alla direzione di Internazionale. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.