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Il Mattino Rassegna Stampa
21.01.2005 La propaganda anti-israeliana di Al Zarqawi trova spazio sul quotidiano napoletano
che conferma la sua faziosità nella cronaca della morte di due palestinesi a Jenin e Rafah

Testata: Il Mattino
Data: 21 gennaio 2005
Pagina: 2
Autore: un giornalista
Titolo: «mailto:posta@ilmattino.it»
Singolare che Il MATTINO, nel riferire il messaggio audio diffuso via Internet e attribuito al terrorista Al-Zarqawi, riprenda unicamente la parte propagandistica che riguarda Israele. Addirittura questo particolare viene ripreso in una frase evidenziata ("Torna a farsi sentire Zarqawi: a Falluja c'erano 800 israeliani") posta sopra l'articolo. In quest'ultimo viene detto che "le affermazioni sono prive di qualsiasi riscontro", ma non viene spiegato che un simile proclama va inquadrato nella campagna anti-israeliana e anti-semita del terrorismo islamico, di cui Bin Laden con il suo "crociati ed ebrei" è campione.

Riportiamo il passaggio, dall'articolo "Iraq, un giorno di tregua verso le elezioni":

Ieri ha fatto la sua ricomparsa il super-ricercato giordano Abu Musab Al-Zarqawi. In un lungo messaggio audio diffuso via internet, ha affermato che alla sanguinosa battaglia di Falluja avrebbero preso parte anche «800 soldati israeliani nelle retrovie», mentre ufficiali giordani avrebbero «contribuito alla pianificazione e all'assalto militare». Le affermazioni sono prive di qualsiasi riscontro.
Scorretto anche l'articolo: "Gaza, uccisi due ragazzi palestinesi", il primo episodio viene deformato dando solo alla fine le informazioni sulla spiegazione dell'accaduto data dall'esercito, dopo aver già raccontato l'episodio come un omicidio a sangue freddo compiuto da una temibile unità dell'esercito "formata esclusivamente da soldati ebrei ultra-ortodossi". Il secondo episodio è riferito secondo la versione delle fonti palestinesi locali, che però non sono indicate.
Ecco il testo:

Ramallah. Altri due ragazzi palestinesi sono caduti colpiti dal fuoco dei soldati israeliani. Avevano 13 e 14 anni. Salah Ikhab Abu Mohsen è morto vicino a Jenin. Il ragazzo, da poco quattordicenne, aveva appena ricevuto in regalo la più importante festa musulmana, quella del Sacrificio, una mitraglietta giocattolo. Era in mezzo a un gruppo di altri ragazzi del villaggio, quando è arrivato un reparto dell'esercito, informato della presenza di una «concentrazione sospetta». L'unità faceva parte della Nahal Haredi Force, formata esclusivamente da soldati ebrei ultra-ortodossi. Come spesso accade nei Territori palestinesi, alcuni ragazzi hanno cominciato a lanciare sassi contro i militari. Uno dei soldati ha imbracciato il fucile ed ha sparato, colpendo mortalmente il ragazzo al petto. Fonti militari israeliane hanno detto che i soldati hanno riferito di avere visto nel gruppo anche un miliziano armato, e di avere aperto il fuoco contro di lui. Poco dopo a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, è morto un secondo ragazzo palestinese. Salah Abu El Eich, 13 anni, passeggiava con la famiglia vicino all'ingresso del campo profughi di Rafah. È stato colpito mortalmente alla nuca da una pallottola sparata da un soldato israeliano.
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Iraq, un giorno di tregua verso le elezioni - Gaza, uccisi due ragazzi palestinesi

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