Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Polemica sul film Private e sul suo doppiaggio propagandistico
Testata: Corriere della Sera Data: 21 gennaio 2005 Pagina: 39 Autore: Maurizio Porro Titolo: «quel film doppiato a metà»
Il CORRIERE DELLA SERA di venerdì 21 gennaio 2005 pubblica un articolo di Maurizio Porro sul film Private e sulle polemiche suscitate dal suo doppiaggio tendenzioso. Ecco il testo: I palestinesi parlano in italiano, ma per capire i soldati israeliani bisogna leggere i sottotitoli. Così è arrivato nelle nostre sale Private di Saverio Costanzo, film vincitore del festival di Locarno. « Una scelta null'altro che linguistica fa in modo che lo spettatore s'identifichi con la famiglia palestinese » , si legge su Il Riformista in un articolo intitolato « Se l'ebraico non è doppiato » di Anna Momigliano. E ancora: « Quando guardiamo i film sulla seconda guerra mondiale, sentiamo i " buoni" ( gli Alleati) doppiati in italiano, mentre i " cattivi" ( i tedeschi) parlano in una lingua straniera... » . In effetti il doppiaggio è un'arte piena di stereotipi ( si pensi ai vecchi indiani con i verbi all'infinito, i russi da operetta). Nel film gli israeliani parlano in ebraico e in inglese. « Dovevo differenziare la lingua e il racconto, ovviamente non era negli intenti privilegiare una parte, tanto che abbiamo lavorato in perfetto accordo con gli israeliani » dice Costanzo. « Il grosso problema del doppiaggio esiste, riguarda il mercato italiano » . In quasi tutti i 30 paesi del mondo in cui è stato venduto Private uscirà in originale: « Il mio film, co- prodotto dall'Istituto Luce, in 31 copie ha raggiunto 95.000 euro in 6 giorni, avrà qualche proiezione originale nelle grandi città ma l'edizione senza doppiaggio mi avrebbe negato la diffusione » . Spiega ancora il regista: « Abbiamo voluto il film anche per raccontare la somiglianza di due ceppi linguistici, non abbiamo mai pensato a una divisione manichea, la pellicola è uno psicodramma, di comune accordo tra due popoli, questo dimostra l'onestà degli intenti » . Eppure anche su questo fronte Private ha diviso. Per esempio il Foglio ha stigmatizzato la poca credibilità del racconto ( la convivenza forzata in una casa tra una famiglia benestante palestinese e un gruppo di militari israeliani). E sul sito di Angelo Pezzana ( www. informazionecorretta. com), intellettuale scomodo con una storica libreria, a Torino, si parla e si sparla anche di questo film di Costanzo. Il punto di vista è negativo. « I film che escono sull'argomento mi paiono sempre di propaganda anti israeliana — dice Pezzana — cominciando dalla dubbia fama dell'attore palestinese Mohammad Bakri, noto per aver falsificato la storia, aver accusato alcuni innocenti militari di strage nel suo film Jenin, Jenin e per aver poi ritrattato in tribunale, querelato per diffamazione. Credo che per fare un vero documentario sull'argomento ci voglia più obiettività di un film di propaganda mascherato, allora meglio una fiction dichiarata; ed è vero che il doppiaggio non aiuta l'esercito ma solo i palestinesi. E' un'operazione calcolata. E' vero, i soldati ebrei sono umani, ma arrivano in un film che ha il giudizio incorporato » . Non c'è solo Private . Sta per uscire, il 28 gennaio, con la Lucky Red, anche Il muro, un bellissimo documentario, una riflessione accorata, della regista franco- israeliana Simone Bitton, proiettato a Cannes. Dice l'autrice: « Paragoni con il muro di Berlino? Il muro è lo stesso, uno stesso gesto di divisione e dolore, ma in Medio Oriente l'esercito è uno, in Germania erano diversi » . La nuova dirigenza palestinese cambierà le cose? « Secondo me no, non basterà, il gesto concreto deve venire dagli occupanti e non dagli occupati » . Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla direzione del Corriere della Sera. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.