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Il Manifesto Rassegna Stampa
20.01.2005 Se Sharon interrompe il dialogo con Abu Mazen lo "silura", se lo riprende è come se nulla fosse successo
così Israele resta la "cattiva"

Testata: Il Manifesto
Data: 20 gennaio 2005
Pagina: 9
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «Abu Mazen riallaccia con Sharon ed epura»
Israele riprende i contati con l'Anp, dopo averli interrotti in seguito all'attentato al valico di Karni. In quell'occasione IL MANIFESTO aveva dato le notizie con un evidente squilibrio: un breve trafiletto sull'attentato due articoli a tutta pagina sulla decisione del govwerno israeliano, dai titoli inequivocabili: "Sharon silura Abu Mazen" e "La falsa euforia, la cruda realtà"
della successiva decisione di Sharon.
La notizia della ripresa dei conttati è data, oggi 20 gennaio 2005, quasi di sfuggita in un breve articolo. Il titolo "Abu Mazen riallaccia con Sharon ed epura", non fa cenno della decisione di Sharon mentre il testo è incentrato sui rischi che il nuovo presidente palestinese correrebbe licenziando i fedelissimi di Arafat.
Un accurato "montaggio" della realtà, che taglia alcuni fatti e ne mette in evidenza altri, secondo un criterio facilmente leggibile: si deve dimostrare che Israele non fa nulla che favorisca il dialogo, e anzi lo rende difficile o impossibile con la sua brutalità. I palestinesi per contro non fanno nulla che comprometta il dilogo, cercano la pace, ma sono costretti alla "lotta armata" dall'intransigenza dell'"occupante".
Proponiamo un cambio di testata: IL MANIFESTO, quotidiano orwelliano.
Ecco l'articolo:

Abu Mazen festeggia la ripresa dei contatti con Israele - decisa ieri da Ariel Sharon - licenziando una cinquantina di ex assistenti e collaboratori di Yasser Arafat. Si tratta di un' epurazione a tutti gli effetti a danno dei tanti che hanno gravitato attorno al presidente morto l'11 novembre in Francia. Quello che molti hanno interpretato come un segno del crescente potere di Abu Mazen potrebbe invece rivelarsi una mossa azzardata, dalle conseguenze imprevedibili, specie in seno ad Al-Fatah. La nuova generazione del movimento, molto legata ad Arafat, ha peraltro accolto con delusione l'annuncio fatto dal nuovo presidente, in un' intervista, che ai militanti più «giovani», dopo le elezioni interne del 4 agosto, sarà garantito il 15% dei seggi negli organismi direttivi. Tutto ciò però solo tra qualche mese e Abu Mazen si accontenta per il momento di aver riallacciato il dialogo che Sharon aveva reciso la scorsa settimana in risposta all'attentato al valico di Karni. I contatti tra responsabili dei servizi di sicurezza sono ripresi ieri sera. La decisione di Sharon è scaturita a conclusione della riunione del gabinetto politico-militare, nel suo nuovo formato con l'inclusione di ministri del partito laburista. «Israele tuttavia - ha precisato il governo in un comunicato ufficiale - seguirà con attenzione come saranno realizzate le misure contro il terrorismo annunciate dall'Anp». In precedenza il ministro degli esteri Silvan Shalom aveva aveva ammonito che «il tempo a disposizione di Abu Mazen è limitato». In serata l'ufficio del primo ministro ha precisato che è stata decisa solo la ripresa di incontri di carattere tecnico con i palestinesi e che il dialogo politico resta sospeso fino a quando l'Anp non avrà adottato misure concrete per combattere il terrorismo.

Ieri, due palestinesi, presunti militanti dell'Intifada, sono stati uccisi dall'esercito a nord di Gaza.(mic. gio.)
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