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Il Messaggero Rassegna Stampa
19.01.2005 Molti israeliani sono morti, ma a soffrirne sono i palestinesi
quando la faziosità è talmente cieca da non accorgersi di smentire se stessa

Testata: Il Messaggero
Data: 19 gennaio 2005
Pagina: 9
Autore: Eric Salerno
Titolo: «Abu mazen frena l’Intifada armata. Agenti per proteggere le frontiere»
A pagina 9 de IL MESSAGERO del 2005-01-18 Eric Salerno firma un articolo dal titolo <>
A proposito degli ultimi attacchi terroristi contro i soldati ed i civili israeliani Salerno scrive:


Numerosi israeliani, soprattutto militari, sono stati uccisi negli attacchi ai valichi ma è la popolazione palestinese a soffrirne le conseguenze"


Una frase che si commenta da sola, nel quale viene semplicemente negata l'evidenza che nel conflitto soffrono anche gli israeliani. Oppure si pensa che la morte degli israeliani sia una sofferenza per nessuno? i popoli che soffrono sono due. Il recente attacco a Gaza ha colpito un nodo di scambio commerciale non solo per i civili palestinesi ma anche per quelli israeliani. Inoltre va sottolineato che spesso tanti soldati israeliani muoiono proprio per impedire l’infiltramento di militanti terroristi armati in città come Tel Aviv con lo scopo di compiere stragi di civili su autobus o ristoranti.
Scrive inoltre l’inviato a proposito di Al Aqsa:

Non intende deporre le armi, e anche alcuni gruppi di al-Aqsa, formalmente sono un'emanazione di al-Fatah"


Salerno descrive Al Aqsa come una "emanazione quasi involontaria" di Al Fath. Come se si trattasse di gruppi autonomi dalla dirigenza palestinese. Bisogna invece precisare che questo gruppo fu creato appositamente da Arafat per avere un braccio armato pronto all’azione sotto il suo comando. E’ proprio questo uno dei motivi che determinò la rottura tra l’ex Rais e Abu Mazen e che oggi crea pericoli per le volontà riformatrici del neo Presidente dell’Olp (pericoli anche di incolumità fisica personale).

Scrive infine Salerno:

Dai portavoce israeliani interpellati sulle notizie rimbalzate da Ramallah è venuto il solito commento, ossia, i palestinesi saranno giudicati dalle azioni e non dalle parole.


A Salerno forse il "solito commento" non piacerà molto ma bisognerebbe almeno ricordare al lettore de Il Messaggero che, la sicurezza interna e la fine del terrorismo è l’unica vera richiesta fatta dai politici israeliani (prima anche dei governi Sharon) all’ Autorità Nazionale Palestinese per tornare, seriamente, al tavolo dei negoziati. E la promessa della fine degli attacchi e del controllo delle fazioni eversive interne alla società palestinese è stato anche, da sempre, il presupposto di ogni accordo firmato nel passato. Un presupposto mai rispettato.

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