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Il Mattino Rassegna Stampa
17.01.2005 Occultare e minimizzare: è la regola quando le vittime sono israeliane
per il quotidiano napoletano

Testata: Il Mattino
Data: 17 gennaio 2005
Pagina: 11
Autore: un giornalista
Titolo: «Soccorre l’amico morto, ucciso - Abu Mazen si insedia, mano tesa a Israele»
Anche il 16/01/2005 nella cronaca del MATTINO le vittime israeliane del terrorismo palestinese vengono nascoste: occhiello, titolo e sottotitolo dell'articolo sugli scontri del giorno precedente non menzionano minimamente il continuo lancio di missili e colpi di mortaio contro le abitazioni civili israeliane che ha causato il ferimento di due bambine, delle quali una ha perso un arto, e di una ragazza diciassettenne, ora in fin di vita, nella cittadina israeliana di Sderot, oltre ad altri feriti non gravi. Menzione solo per le vittime palestinesi, che a leggere Il Mattino sembrano palestinesi qualunque e non appartenenti ai diversi gruppi terroristici (4 di Hamas, 2 di Fatah e 1 della Jihad come riferisce anche Ha'aretz).

Il Mattino però va oltre, il titolo dell'artciolo è infatti il seguente:

"Soccorre l'amico morto, ucciso"

e il sottotitolo: "Orrore in diretta tv. Accuse a Tel Aviv"

Davvero impressiona la superficialità del quotidiano napoletano. Questa, in realtà, è al momento solo la versione di Mohamed Dahlan su quanto accaduto lungo il corridoio Philadelphia, dove sono stati uccisi due uomini di Hamas che si mischiavano a un gruppo di adolescenti. Ma per Il Mattino un'occasione così ghiotta va sfruttata, e tanto basta per criminalizzare ancora una volta Israele. Non importa che, come riferito nell'articolo, la versione israeliana sia differente (anche se lo stesso articolo sembra dare credito a quella di Dahlan), Il Mattino ha già deciso da che parte sta la verità. Le parole di Dahlan, nel titolo, non sono nemmeno virgolettate, perchè Il Mattino ha già emesso la sua sentenza, e per renderla più pesante usa un linguaggio che serve a destare una maggiore impressione nel lettore: "soccorre", "amico", "orrore", "accuse", insomma: un'esecuzione di due innocenti. L'obiettivo del quotidiano napoletano è sempre lo stesso: non informare, bensì descrivere gli israeliani come dei criminali e i palestinesi come delle vittime innocenti.

Ecco l'articolo:

Gaza. Sangue e violenza di nuovo a Gaza, nel giorno della investitura di Abu Mazen: sette palestinesi sono stati uccisi in scontri con l'esercito,


il giornalista si dimentica di riferire che le vittime palestinesi erano uomini armati legati alle diverse fazioni terroristiche


e a Sderot una donna israeliana è in fin di vita dopo essere stata colpita dalle schegge di un razzo Qassam sparato da Hamas.


donna? per gli israeliani non vale lo stesso linguaggio adoperato per i palestinesi, terroristi compresi? la donna non è una ragazza di 17 anni, quindi una "giovane donna"? come vedremo in seguito "giovani" sono solo i palestinesi


Cinque palestinesi sono stati uccisi a Gaza in scontri con un reparto israeliano intervenuto, stando a fonti militari, per porre fine a un bombardamento a colpi di mortaio contro la vicina colonia ebraica di Netzarim, che aveva causato il ferimento di alcuni civili fra cui una bambina di sei anni, amputata di una mano.
se sono stati feriti degli israeliani e dal momento che la pioggia di missili è un dato di fatto da diverse settimane, perchè il giornalista cerca di mettere in dubbio le motivazioni che hanno portato i reparti militari israeliani ad agire? Del resto, Il Mattino in queste settimane ha omesso quasi sistematicamente di riferire sui continui attacchi di razzi palestinesi.
Ma l’episodio che ha contribuito ad accendere gli animi è senza dubbio l’uccisione di due giovani palestinesi a Rafah, nel sud della Striscia.


Il giornalista in questo passaggio, che ha dell'incredibile, arbitrariamente stabilisce quale episodio ha più degli altri "contribuito ad accendere gli animi", e parla dell'uccisione di 2 "giovani" a Rafah (Per Ha'aretz i due giovani erano: "The two men, Nidal Abu Tiyur, 22, and Khazem al-Khut, 20, were identified as Hamas activists").
Inoltre, il giornalista sembra suggerrire che sparare in continuazione missili contro gli israeliani, ridurre in fin di vita una giovane ragazza, ferire due bambine in modo da far perdere ad una un arto, e colpire altre persone siano in realtà degli episodi secondari.



L'incidente, ripreso dalla Tv araba al Jazeera, ha provocato una dura condanna dell'ex-capo della sicurezza preventiva palestinese Mohamed Dahlan vicino a Abu Mazen, che ha parlato di un «crimine di guerra». Secondo Dahlan l'incidente si è verificato quando un sedicenne, Hazam Al Hut, si è avvicinato a un fortino dell'esercito, sventolando una bandiera palestinese. Una pallottola lo ha raggiunto colpendolo mortalmente. Un altro palestinese, Nidal Abu Tiur, di 22 anni, che si era avvicinato per prestargli soccorso, secondo Dahlan, è stato pure ucciso. Fonti militari israeliane hanno fornito un’altra versione sostenendo invece che un gruppo di circa 30 manifestanti, tra cui bambini, ragazzi e uomini armati si era mosso verso il fortino. Un carro armato ha aperto un «fuoco di dissuasione» ma il gruppo ha continuato a muoversi in direzione della postazione, sparando anche un razzo anticarro. Secondo le fonti i due palestinesi colpiti erano di Hamas. «Il fuoco di cecchini contro ragazzi che vengono a soccorrere un ragazzo colpito - ha detto Dahlan - è un crimine di guerra. Le immagini sono sconvolgenti e i responsabili dovrebbero essere processati con l'accusa di assassinio». Poco dopo un razzo Qassam lanciato dai miliziani di Hamas contro la cittadina israeliana di Sderot è caduto in pieno centro, sulla via Gerusalemme, provocando il ferimento di diverse persone. Una donna colpita è stata ricoverata in gravi condizioni all’ospedale.


L'articolo si conclude, ma mancano all'appello altre 2 vittime palestinesi. Sono due giovani che, accusati di "collaborazionismo", sono stati trucidati nella pubblica piazza di Nablus da uomini dell brigate al Aqsa. Le stesse brigate che, almeno quelle, Abu Mazen dovrebbe avere sotto controllo. Ma riferire sull'accaduto sarebbe stato deleterio, in quanto i lettori avrebbero appreso di crimini di cui Il Mattino non ha mai, proprio mai, parlato, e inoltre avrebbero compreso che forse Abu Mazen non comanda nemmeno in casa sua. Per non parlare del fatto che le due uccisioni, dal momento che non è possibile metterle a carico di Israele, non sono utili alla causa.

Venendo all'altro articolo, pubblicato dal Mattino che riferisce all'investitura di Abu Mazen, c'è da sottolineare come in questo caso il quadro d'insieme è più che positivo per la parte palestinese, le parole di Abu Mazen vengono presentate con grande risalto e i fatti presentati in maniera non equilibrata attraverso l'omissione di notizie scomode. Il titolo ("Abu Mazen si insedia, mano tesa a Israele") dà l'impressione di un Abu Mazen pronto a fare la pace, altrettanto fa il sottotitolo ("Il discorso di investitura punta sul rilancio della Road Map") ed alcune frasi evidenziate. La foto pubblicata ritrae il presidente e il premier palestinesi entrambi sorridenti (mai vista una foto simile di Sharon che, invece, viene ripreso sempre in espressioni che vorrebbero sottolinearne la durezza).
Sempre nel sottotitolo, le parole con le quali Hamas ha fatto capire che non accetterà negoziati con Israele vengono ridimensionate in un rifiuto a cessare il fuoco ("Hamas respinge l'appello a cessare il fuoco").
Le reazioni del governo israeliano, che ha giudicato deludente il discorso perchè elusivo sulle misure concrete da adottare contro i terroristi, vengono completamente ignorate, così come vengono censurate (non compaiono nè negli elementi sopra citati, nè nell'artciolo) alcune notizie che getterebbero più di un ombra sull'Anp:

1- i terroristi che a Karni hanno assassinato 6 civili israeliani (4 lavoratori presso il valico commerciale e 2 camionisti arabo-israeliani) avrebbero avuto complici nella polizia preventiva palestinese

2- le dimissioni di circa un terzo dei funzionari del colleggio elettorale palestinese in seguito a denuncia di pressioni e minacce ricevute dagli uomini della campagna elettorale di Abu Mazen.

Il Mattino ancora una volta non si smentisce, collocandosi tra i quotidiani che con più forza conducono una campagna propagnadistica contro Israele. Il Manifesto è in buona compagnia!

Invitiamo i lettori di Informazione Corretta a dare il proprio giudizio su quanto scritto dal quotidiano napoletano. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail pronta per essere compilata e spedita.


posta@ilmattino.it

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