Un quotidiano sempre eccellente: nella disinformazione che tratti del governo israeliano o del terorismo palestinese
Testata: Il Mattino Data: 14 gennaio 2005 Pagina: 6 Autore: Michele Giorgio - Egidio Mosca Titolo: «Sharon salva il governo, nei Territori torna il sangue - Al Aqsa e Hamas colpiscono i soldati israeliani»
Ormai non ci sarebbe nemmeno più bisogno di scrivere critiche sul modo di fare informazione de Il Mattino su Israele: basterebbe limitarsi a copiare quelle scritte il giorno precedente. Andrebbero bene lo stesso, perchè il quotidiano napoletano si limita a sfornare articoli e titoli fotocopia per giorni. Giovedì 13/01/2005, infatti, continua, dopo il 12 e l'11, la martellante propaganda apocalittica che vuole Israele e il suo governo agonizzante sull'orlo del precipizio. Per suffragare questa tesi Il Mattino fa ricorso ai soliti titoli ad effetto e alle solite strumentalizzazioni e scorrettezze circa le vicende politiche israeliane, il tutto condito dalle solite omissioni di quelle notizie che, se riportate, porterebbero la situazione su livelli più vicini alla realtà. Per due giorni Il Mattino, con i suoi titoli, ha calcato la mano parlando di "bufera politica a Tel Aviv" e "scissione nella destra", enfatizzando il voto contrario di 13 deputati del Likud sulla votazione per l'approvazione parlamentare della nuova coalizione di governo. Il 12, poi, aveva presagito (forse auspicandola) la caduta del governo tramite la bocciatura della Finanziaria da parte degli "oltranzisti del Likud" ("oltranzisti"? Dei deputati davvero meritano di essere definiti allo stesso modo dei terroristi palestinesi?). Ma questo non è accaduto: la quasi totalità dei tredici deputati ha votato a favore della prima lettura della Finanziaria. Nonostante ciò, il quotidiano napoletano anche oggi sceglie un titolo e un sottotitolo che non spiegano chiaramente quello che è accaduto, preferendo far passare un'immagine di un governo agli sgoccioli perchè ostaggio, come Israele, degli "oltranzisti". Il sottotitolo ("Fallito il tentativo degli oltranzisti del Likud di affossare il nuovo esecutivo con i laburisti") è addirittura scorretto: ieri alla Knesset non è fallito alcun tentativo degli oltranzisti, perchè questo "tentativo" non c'è stato: come detto prima il Likud, nella quasi totalità dei suoi deputati, ha votato a favore del bilancio. Passando sul fronte del terrorismo le cose vanno ancora peggio: anche in questo caso Il Mattino eccelle nella disinformazione e nell'occultamento dei crimini commessi dai terroristi palestinesi. L'attentato della Jihad islamica a Gaza, che ha provocato la morte di un civile israeliano e il ferimento di tre soldati, viene liquidato con pochissime righe nell'articolo ed è praticamente assente negli elementi della pagina che più colpiscono l'occhio del lettore (titolo, sottotitolo, occhiello e foto). Una particolare attenzione merita una frase del titolo che dovrebbe informare il lettore circa l'attentato, ma che in realtà lo nasconde e addirittura trae in inganno il lettore facendogli credere, parlando di "Territori", che le vittime siano palestinesi. La frase è la seguente: "... nei Territori torna il sangue". Anche la foto pubblicata riguarda tutt'altra cosa: dei non meglio precisati scontri presso Ramallah, con lancio di lacrimogeni da parte dei soldati israeliani. Le vittime israeliane, ancora una volta, non hanno un volto. Ecco il testo: Gerusalemme. Ariel Sharon è sfuggito ieri al primo agguato teso al suo nuovo governo (che da tre giorni include i laburisti di Shimon Peres), organizzato dalle correnti oltranziste del suo partito, il Likud.
Come precedentemente detto non c'è stato nessun agguato, e Giorgio, infatti, si smentisce subito dopo
Il premier israeliano ha superato il voto in prima lettura sulla finanziaria con 64 «sì» e 53 «no». Quasi tutti i 13 deputati del Likud che si oppongono al piano di ritiro unilaterale israeliano da Gaza hanno votato secondo le indicazioni date da Sharon che martedì aveva minacciato di ricorrere alle elezioni anticipate pur di domare i rivoltosi. La crisi però è solo rinviata. Uno degli oppositori del piano del premier ha spiegato che prima della terza lettura della finanziaria (l'ultima scadenza è il 31 marzo) Sharon dovrà accettare che venga indetto un referendum nazionale sul piano per Gaza. In caso contrario i 13 deputati dissidenti voteranno contro per impedire il ritiro. Il premier si oppone al referendum in quanto vi vede uno strumento utilizzato dalla destra radicale per delegittimare il suo governo. Il nuovo esecutivo è molto vulnerabile poiché alla Knesset può contare su una esigua maggioranza di 64 parlamentari su 120. I nazionalisti più accesi quindi hanno ampi margini per ostacolarlo e, persino, provocarne la caduta. I 13 deputati ribelli del Likud fanno capo ad un ampio movimento schierato contro l'evacuazione delle 21 colonie ebraiche di Gaza, prevista dal piano del primo ministro e che è riuscito a penetrare anche nell'esercito. Il quotidiano «Jerusalem Post» ha inoltre riferito che 71 rabbini di estrema destra si sono riuniti domenica nella città vecchia di Gerusalemme in Sinedrio, come 2000 anni fa, per preparare «il ritorno del Re di Israele». I presenti hanno discusso a lungo del ripristino di una monarchia ebraica all'interno dello Stato di Israele. Il «re» dovrebbe essere Yosef Dayan, che qualche mese fa si è detto pronto a recitare la maledizione cabalistica della «Pulsa de nura» (fiamma di fuoco) per rimuovere dalla scena politica Sharon, colpevole di voler sgomberare gli insediamenti ebraici di Gaza. Ma perchè Giorgio, in questo puzzle di notizie nefaste, non riporta anche quelle che contribuirebbero a rendere meglio l'idea dell'attuale situazione politica israeliana? In realtà le possibilità di manovra per Sharon ci sono, potrebbe ugualmente vincere la sua battaglia per il ritiro da Gaza. E' notizia del 12 che Sharon ha intrapreso nuovi contatti con il leader del partito religioso Shas (11 deputati alla Knesset) per allargare ulteriormente la coalizione di governo e assicurasi una più ampia e sicura maggioranza per l'approvazione definitiva della Finanziaria. Giorgio questo non lo dice, altrimenti il suo castello, e quello de Il Mattino, rischierebbero di cadere; preferisce strumentalizzare una notizia ripresa dal Jpost per dire che la democrazia israeliana sarebbe in pericolo. Proprio a Gaza la situazione rimane molto tesa, nonostante la vittoria elettorale del nuovo presidente palestinese Abu Mazen, che afferma di voler mettere fine all'Intifada armata. Ieri le Brigate al-Quds, braccio armato della Jihad islamica, hanno comunicato di aver ucciso tre soldati israeliani nella colonia di Morag (Gaza). Un portavoce militare invece ha detto che nell'attacco sono rimasti uccisi un civile di 50 anni e due militanti palestinesi. Il portavoce militare non ha parlato di "militanti", bensì di terroristi. Fa piacere per una volta, però, leggere l'età (ma non il nome) dell'ennesima vittima israeliana del terrorismo palestinese
L'investitura ufficiale a presidente non c'è ancora stata - la cerimonia è prevista sabato al Consiglio legislativo di Ramallah - ma Abu Mazen è già sotto pressione da parte della comunità internazionale, di Israele e della sua gente. Ieri, in un'intervista alla Fox News, il segretario di Stato americano uscente, Colin Powell, ha affermato che Abu Mazen deve agire «in maniera risoluta contro i movimenti estremisti» per avere l'appoggio degli Stati Uniti. «Adesso vogliamo che le parole di stima che sono state rivolte al presidente si tramutino in realtà», ha affermato da parte sua il ministro delle telecomunicazioni palestinese Azam Al-Ahmad. «Abu Mazen deve fare in fretta e usare questo momento favorevole per ottenere la fine delle operazioni militari israeliane nelle nostre terre», ha aggiunto. Anche oggi 14 -09-05 Il Mattino eccelle nella disinformazione. Un attacco terroristico palestinese a Karni, valico commerciale israeliano al confine con la Striscia di Gaza, che ha causato la morte di 6 civili israeliani addetti alla sicurezza e al controllo merci, viene trasformato in un attacco "kamikaze" in una non meglio precisata località a Gaza, e le vittime civili divengono "soldati" ancor prima di essere identificate. A tal proposito in prima pagina si può leggere un titolo che riporta alle pagine interne e che recita:
"Attacco kamikaze a Gaza: 5 morti"
Ancora più scorretto è l'occhiello:
"Al Aqsa e Hamas colpiscono i soldati israeliani"
A pag.6 il servizio con il seguente titolo:
"Tornano i kamikaze, nuova strage a Gaza"
Sottotitolo: "Attaccata una postazione militare israeliana al valico di Kami (proprio così, c'è scritto Kami!!!) : muoiono tre soldati e i due assalitori"
In base a quali notizie e quali fonti il quotidiano napoletano afferma che a morire sono stati dei soldati? Se le vittime israeliane sono state identificate solo nella mattinata, come hanno fatto quelli de Il Mattino a stabilirne già la sera prima l'identità? Il tentativo è forse quello di rendere meno grave, in quanto rivolto ai militari, l'ennesimo crimine dei terroristi palestinesi? Come fa Il Mattino a confondere, altresì, un valico commerciale, attraverso il quale vengono riforniti gli stessi palestinesi di viveri e medicinali, con "una postazione militare israeliana"? Anche nell'articolo pubblicato a pag.6, Egidio Mosca parla scorrettamente di "tre soldati" che hanno perso la vita. Una passaggio dell'artciolo merita un'attenzione particolare: Ieri sera al Cairo il ministro degli Esteri palestinese si è mostrato abbastanza pessimista: "Presto il governo israeliano tratterà il nuovo presidente palestinese Abu Mazen come il suo precededssore, Yasser Arafat, perchè segue la sua linea - ha detto Nabil Shaath dopo un colluquio con il suo omologoegiziano, Ahmed Abul Gheit - Dopo qualche settimana il governo israeliano disapproverà il presidente Abu Mazen come fece con il presidente Yasser Arafat e dirà che non è più un partner, perchè segue la linea di Arafat". Shaath ha affermato che colloqui tra vari gruppi palestinesi si concluderanno presto al Cairo con un accordo nazionale palestinese, più volte sollecitato per creare un fronte unitario nel processo di pace. "Noi abbiamo bisogno dei nostri fratelli arabi - ha aggiunto Shaath - in relazione alla posizione internazionale ed a quella americana, per esercitare pressioni su Israele che si impegni a fermare le aggressioni ed a ritirarsi dalle città palestinesi". Qui Mosca riporta acriticamente delle dichiarazioni propagandistiche del ministro degli Esteri palestinesi, Shaath, che ribaltano le responsabilità e fanno sembrare la situazione opposta a quella reale. I terroristi palestinesi, lo dicono i fatti, non sono interessati a nessun accordo con Israele e seguiteranno nei loro crimini. A fermarli non saranno certo i fumosi colloqui citati nell'articolo.
Passando all'edizione online, aggiornata, il quotidiano persevera nella disinformazione: titolo, occhiello e sottotitolo parlano ancora, nonostante sia stato appurato che le vittime dell'attentato erano tutte civili, di attacco contro i soldati, che i soldati morti sono ora 5 e che l'attacco è avvenuto contro "una postazione militare". Sempre Egidio Mosca, nell'articolo scritto invece per la versione elettronica del quotidiano, ricostruisce la dinamica dell'attentato riprendendola dal quotidiano israeliano Ha'aretz. E' singolare, però, che Ha'aretz venga citato in maniera selettiva dal giornalista che adesso parla di "cinque israeliani" morti ma senza specificare che erano civili. Eppure proprio il quotidiano israeliano citato da Mosca parla esplicitamente di sei vittime civili, fornendone l'identità.
Infine, da notare come Il Mattino ancora una volta cancella la parola terrorismo dal suo vocabolario.
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