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La Repubblica Rassegna Stampa
14.01.2005 L'attentato è stato contro il valico di Karni, non contro una base militare
ma Alberto Stabile riporta la rivendicazione dei terroristi, dimenticando la realtà

Testata: La Repubblica
Data: 14 gennaio 2005
Pagina: 18
Autore: Alberto Stabile
Titolo: «Gaza, tornano i kamikaze cinque morti al confine»
( acura della redazione di Informazione Corretta)

A pagina 18 LA REPUBBLICA di venerdì 14 gennaio 2005 pubblica un articolo di Alberto Stabile, "Gaza, tornano i kamikaze cinque morti al confine".
La cronaca dell'attentato al valico di Karni è incompleta, apparentemante perchè scritta prima che venissero fornite informazioni sulla nazionalità delle vittime e sulla presenza di civili.
Altre imprecisioni e carenze appaiono meno giustificabili: Stabile scrive che l'attentato è avvenuto "vicino ad una base dell'esercito israeliano", e che è stato un "attacco alla base", come afferma la rivendicazione delle Brigate di al Aqsa.
Di fatto però i terroristi hanno colpito il valico di Karni. Principale punto di ingresso e di uscita delle merci tra Gaza e Israele, e dunque snodo vitale soprattutto per l'economia palestinese, il valico è stato colpito alle 11 di sera del 13 gennaio. L'apertura notturna era stata decisa da Israele il giorno stesso, come misura distensiva.
Nulla di tutto questo è presente nell'articolo di Stabile. Allo stesso modo non viene ricordato che le Brigate dei Martiri di al Aqsa, che hanno rivendicato l'attentato, sono parte di Al Fatah, il partito del presidente palestinese Abu Mazen.
Gran parte dell'articolo è comunque dedicato al racconto di un tragico incidente avvenuto ad un posto di blocco israeliano, costato la vita ad Alaa Hassuna, un giovane beduino che non si era fermato all'intimazione dell'alt.
Ecco l'articolo:

GAZA - Cinque morti e dieci feriti costituiscono il bilancio di sangue di un attacco dei miliziani palestinesi, vicino ad una base dell´esercito israeliano nel settore centrale della striscia di Gaza. Lo si è appreso da un servizio israeliano della protezione civile, che non precisa la nazionalità delle vittime.
L´attacco contro la base è stato rivendicato dalle Brigate dei Martiri di Al Aqsa, braccio armato di Al Fatah, il movimento guidato dal neo presidente palestinese Mahmud Abbas (Abu Mazen).
I servizi di soccorso israeliani, che hanno fornito il bilancio di cinque morti e dieci feriti, non hanno precisato se le vittime siano palestinesi o israeliani.
L´attacco al valico di Karni è stato un´operazione suicida condotta da due palestinesi che hanno fatto saltare una carica di circa 150 chili di esplosivo. Secondo stime ufficiose e non definitive, ci sono almeno cinque morti e più di una decina di feriti.
Lo ha riferito la radio statale israeliana, secondo la quale le operazioni di soccorso procedono con difficoltà, tra scambi di colpi d´arma da fuoco tra guerriglieri palestinesi e soldati israeliani.
Sempre ieri, un giovane beduino che portava in ospedale la moglie incinta è stato ucciso dai soldati israeliani, che lo hanno colpito con una pallottola alla testa vicino a Beit Lahiya, nel nord della striscia di Gaza. La donna, seduta vicino a lui nell´autovettura, è stata ferita da un´altra pallottola ad una mano, ed una terza persona nella medesima vettura è stata ferita ad una gamba.
In un primo tempo, i militari israeliani avevano smentito di avere sparato all´autovettura della vittima, Alaa Hassuna, 23 anni di età. Secondo la loro prima versione, erano stati sparati solo alcuni colpi di ammonimento con l´arma puntata sulla campagna, e la vettura guidata da Hassuna era uscita di strada, schiantandosi: il giovane sarebbe rimasto ucciso in quell´incidente.
Ma il direttore dell´ospedale di Beit Lahiya ha poi fatto sapere che il corpo esanime di Hassuna presentava una ferita mortale da pallottola alla testa, mentre erano del tutto assenti tracce di lesioni da incidente stradale.
A quel punto i militari israeliani hanno ammesso di avere sparato alla vettura, che si avvicinava alla loro postazione «a forte velocità», senza rispondere alle intimazioni di rallentare. Inascoltata la loro intimazione di fermarsi, gridata con un megafono, e disattesi i colpi di avvertimento, i soldati hanno allora sparato sull´uomo al volante, e lo hanno ucciso.
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