Se non sapete che cos'è un terrorista, chiedete la definizione a un terrorista seguendo l'esempio di Barbara Schiavulli
Testata: Avvenire Data: 13 gennaio 2005 Pagina: 14 Autore: Barbara Schiavulli Titolo: «Non ci comanda, ma possiamo trattare»
Barbara Schiavulli, su AVVENIRE di giovedì 13 gennaio 2005, intervista il capo terrorista Abu Abid, delle brigate al-Quds di Gaza. L'articolo inizia con questa descrizione dello scontro tra terrorismo palestinese e antiterrorismo israeliano: E' una "guerra" senza esclusione di colpi. Comincia alle prime ore dell'alba con un'incursione dell'esercito israeliano e finisce tardi la sera con qualche rivendicazione di attacco palestinese. La guerra "incomincia" con un'incursione israeliana e finisce con la "rivendicazione" di un "attacco" palestinese (che forse non ha avuto realmente luogo, si potrebbe supporre). Il rapporto causale tra terrorismo e risposta al terrorismo è invertito. Ma si capisce: le incursioni israeliane avvengono tutte al mattino, neanche una al pomeriggio dopo un attentato, le "rivendicazioni" palestinesi tutte alla sera; la giornata incomincia al mattino e finisce alla sera, quindi, secondo la logica della Schiavulli, sono gli israeliani a dare inizio alla guerra. Nel corso dell'articolo la Schiavulli usa alternativamente la parola "terroristi" e "militanti", apparentemente con questo criterio: "terroristi" sono i membri di un'organizzazione terroristica che muoiono durante un attentato, "militanti" quelli che muoiono tentando di sottrarsi alla cattura. A un lettore italiano, basta pensare all'applicazione di un simile criterio alle Brigate Rosse per farsi un'idea del suo grado di "equità". Tuttavia la Schiavulli è così incerta su cosa sia un "terrorista" che, dopo aver definito "terribili" le parole di giustificazione della violenza pronunciate da Abu Abid pensa bene di chiedergli: Lei si sente un terrorista? Un po' come chiedere a un lupo: "Lei si sente un predatore?" La risposta di Abid infatti è degna di lui: Bisogna definire che cosa sia un terrorista: mettere una bomba in una piazza in Europa lo è. Uccidere un innocente è contrario all'Islam. A questo punto il lettore accorto sa su Abid tre cose che lui non ha detto, ma ha chiaramente lasciato intendere con l'intreccio delle sue parole e delle sue omissioni: per lui mettere una bomba in una piazza in Israele non è terrorismo, gli israeliani che si trovassero in quella piazza non sarebbero innocenti, e ucciderli non sarebbe contrario all'Islam. Tenendo presente queste premesse si possono intendere senso e portata della conclusione di Abid: Noi difendiamo solo la nostra terra e i nostri diritti Inoppugnabile, ma un po' vacuo, il commento della Schiavulli: Non tutti concorderebbero. Perché non chiarisce invece se lei concorda o meno con l'auto-apologia di un terorista come Abid?
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