Tramballi mischia cronaca e propaganda il quotidiano della Confindustria sempre più al livello del Manifesto
Testata: Il Sole 24 Ore Data: 08 gennaio 2005 Pagina: 5 Autore: Ugo Tramballi Titolo: «L'ira dei coloni contro Sharon»
DAL SOLE24ORE DEL 7 GENNAIO 2004
A pag.5 è pubblicato un articolo firmato da Ugo Tramballi, dal titolo: "L'ira dei coloni contro Sharon", a proposito dei disordini avvenuti a Yitzhar, un insediamento ebraico tra Gerusalemme e Nablus, per l'evacuazione di un avamposto illegale, composto da un paio di camper.
Ed ecco a voi, in splendida forma, il caro buon vecchio Tramballi. Dopo un periodo di assenza e di articoli più o meno decenti dal punto di vista di corretta informazione, evidentemente il giornalista del Sole ha voluto, già rientrato sulle pagine del Sole di ieri (vedi IC del 7-1-05) sfogarsi con un reportage (definito così), dalla Cisgiordania.
Ecco la prima frase dell'articolo: "Diceva Theodor Herzl: "Non fate niente di stupido quando sarò morto". Dopo tanto soffrire e combattere, la fabbrica del sionismo che ha prodotto lo Stato d'Israele s'inceppa su queste colline spazzate dal vento e dalla pioggia in Samaria, la Cisgiordania occidentale."
Già dalle prime battute quindi, Tramballi si rende protagonista di una caduta di stile, facendo trasparire quanto gli abbia dato fastidio quel prodotto (lo Stato d'Israele), concepito dalla "fabbrica del sionismo", frase quasi sprezzante, che sta appunto ad indicare una certa acredine pregiudiziale del giornalista.
A seguire, Tramballi riferisce dell'intenzione dei militari israeliani, di smantellare quel piccolo avamposto ma nel farlo, nel descrivere la resistenza di 200 attivisti ebraici contrari allo smantellamento degli insediamenti e quindi anche di quello in questione cade nella solita propaganda: "Sulla loro strada i militari hanno trovato 200 giovani coloni, quasi tutti seguaci del rabbino estremista Kahan, razzista anti-arabo ucciso a New York da un arabo."
Per prima cosa, come faccia Tramballi a sapere che quasi tutti i giovani coloni siano seguaci del rabbino Kahan, non è dato sapere; che forse li abbia intervistati uno ad uno mentre si svolgeva la colluttazione con i militari? Inoltre, soprattutto, da quello che scrive Tramballi si capisce benissimo come l'arabo che ha ucciso il rabbino Khan, abbia fatto bene, tanto era un razzista anti-arabo, ben gli sta sembra dire Ugo. Ma si rende conto Tramaballi di quello che scrive?? E se lui non ha la capacità per farlo, il direttore Gentili agli sgoccioli del suo mandato, non se ne rende conto? Ma andiamo avanti. Tramaballi descrive la concitazione seguita al tentativo di smantellamento, con resistenza anche da parte di alcuni ufficiali contrari ad ogni ipotesi di ritiro da Gaza e quindi anche da altre parti, poi il giornalista si lancia in elucubrazioni mentali riguardo al pensiero dei padri fondatori di Israele, così: "I fondatori pensavano a una società moderna e non a trasformare la Bibbia in un testo di scienza della politica: la loro casa spirituale non era Gerusalemme, ma Tel Aviv, la città del nuovo ebreo. Per i coloni è l'esatto contrario. Il Muskeljudentum, l'ebraismo muscolare dei nuovi sionisti usciti dal ghetto, come lo definì il saggista Max Nordau alla fine del XIX secolo, per loro richiede la fede non meno del fucile". E' vero che per una parte della popolazione ebraica il concetto religioso viene prima di tutto, ma nella società israeliana, nonostante Tramballi, la fede ha sempre assunto un ruolo importante, così come Gerusalemme, il ritorno degli ebrei doveva avvenire a Gerusalemme, non a Tel Aviv. Anche se le leggi dello stato d'Israele sono concepite in modo laico, i valori religiosi che si mischiano inevitabilmente con la storia della popolazione ebraica facendone parte integrante e vitale, non possono e non saranno mai accantonate. Tramballi le divide con un colpo d'accetta, non è mai stato così, nè per i padri fondatori, nè per i governi seguenti e attuale.
Tramballi poi riferisce del sondaggio demografico di Sergio Della Pergola, riguardante la proiezione della popolazione ebraica e araba tra 50 anni, e a questo proposito poteva mancare l'inevitabile frecciata a Sharon? No, eccola infatti: "Forse sono queste le cifre (il sondaggio demografico), che hanno trasformato Sharon da conquistatore a premier realista. I coloni credono invece di poter creare uno splendido apartheid nel quale possa esserci tutto: la democrazia e il libero mercato, gli ebrei cittadini di prima classe e i palestinesi ossequientemente di seconda".
Caro Tramballi, è proprio anche grazie a Sharon e la sua abilità militare nelle numerose guerre scatenate dall'odio arabo che può esistere ancora lo stato ebraico (sfortunatamente per tanti). E se i palestinesi ora vivono come cittadini di serie B, possono tranquillamente ringraziare la dirigenza miope, terrorista e corrotta dell'Anp, fino ad ora. Si spera che dopo la morte di Arafat e con le elezioni cambi qualcosa, ma per Tramballi il terrorismo quasi non esiste e tutto ciò che avviene è colpa degli ebrei e di quella fabbrica del sionismo che ha prodotto lo stato d'israele.
In definitiva, Tramballi mischia cronaca e propaganda, senza rendersi conto che in Israele esiste la maturità per affrontare questioni delicate e spinose come il ritiro da Gaza e che in sostanza, saranno sempre predominanti l'unità nazionale ed i valori comuni, anche religiosi, quegli stessi valori usati come fondamenta sulle quali costruire lo stato d'Israele, unico stato democratico tra un mare di dittature, odio, corruzione, e violenza araba. Invitiamo i nostri lettori a inviare il loro parere alla direzione del giornale cliccando sull'indirizzo e-mail sottostante.