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L'Espresso Rassegna Stampa
29.11.2004 Finanziatori di Hamas condannati negli Stati Uniti
per l'omicidio del diciasettenne David Boim

Testata: L'Espresso
Data: 29 novembre 2004
Pagina: 113
Autore: Leo Sisti
Titolo: «Intifada in beneficenza»
A pagina 113 de L'ESPRESSO del 2-12-04, un articolo di Leo Sisti informa sulla condanna, negli Stati Uniti, di organizzazioni di "beneficenza" islamiche che finanziavano Hamas. L'unica osservazione critica, a proposito diun articolo di corretta informazione, è che non viene spiegato che normalmente l'Anp non perseguiva i terroristi di Hamas. In questo caso il fatto che uno degli assassini (ammesso che resti in carcere) di David Boim sia stato condannato a dieci anni dall'Anp potrebbe dipendere dalla nazionalità americana della vittima: l'Anp non poteva permettersi, infatti, di attaccare gli Stati Uniti con il terrorismo, neanche nei momenti della più spietata aggressione a Israele.

Ecco l'articolo:

David Boim era un ragazzo americano di 17 anni che studiava in Israele, dove la famiglia si era trasferita. Il mattino del 13 maggio 1996 cadeva vittima di un attentato.
Era a Beit Eil, una cittadina della West Bank vicina a Ramallah. Stava aspettando un bus. Improvvisamente, due terroristi di Hamas gli spararono in testa da un auto in corsa. E ora, a distanza di più di otto anni da quel tragico fatto, il 10 novembre scorso il giudice federale di Chicago, Arlander Keys, ha firmato una sentenza di 107 pagine che farà epoca . Perché ha condannato al risarcimento dei danni chi quell’attacco aveva finanziato: due fondazioni caritatevoli con sede negli Stati Uniti, la Holy Land Foundation (HLF) e la Islamic Association of Palesatine (IAP). Nonché Mohammed Salah, un palestinese che vive nello stato dell’Illinois. Dando così ragione e soddisfazione ai genitori di David, Stanley e Joyce Boim, che rivendicavano 600 milioni di dollari. Se questa sia la somma giusta per risarcire la perdita del figlio lo stabilirà una giuria che si riunirà il primo dicembre prossimo.
E’la prima volta che in una corte di giustizia degli Stati Uniti viene definito un diretto collegamento tra omicidio politico e responsabilità civile di chi lo ha organizzato. Di più. E’, ancora, la prima volta che oltreoceano viene applicata una legge dell’aprile 1996. Un nuovo principio in base al quale è illegale mandare denaro a gruppi terroristici anche se, ha commentato sul "Jerusalem Post" Daniel Pipes, direttore del "Middle East Forum","il denaro viene inviato per scopi umanitari, come costruzione di scuole e ospedali".
Per arrivare alla sua decisione il giudice Keys, un afro-americano, ha ripercorso le tappe di quell’assassinio. Due gli autori, attivisti di Hamas, Amjad Hinawi, condannato a dieci anni dall’Autorità palestinese proprio per aver ammazzato il giovane David; e Kalil Sharif , che morirà durante un attacco suicida del 1997 a Gerusalemme.
Il magistrato di Chicago ha esaminato quali sono le norme che regolano la complessa materia del terrorismo. Punto di partenza: l’Executive Order 12947, un provvedimento che il presidente Bill Clinton aveva varato nel gennaio 1995, bollando Hamas come associazione terroristica e inserendola in una speciale lista nera. Con questo avvertimento: vietato fare donazioni a quel movimento.
Poi è stato il turno della Holy Land Foundation, costituita in California nel 1989 e poi spostata in Texas. E’ la più grande Charity musulmana americana. Definita in un memorandum del Federal Bureau of Investigation "la principale fonte di finanziamento di Hamas negli Stati Uniti", la Hlf è entrata anch’essa a far parte di quella famosa lista nera nel dicembre 2001. Risultato: il suo patrimonio è stato congelato. Tra le prove addotte, centinaia di migliaia di dollari girati in Palestina a Ramallah Zakat Commitee (Zakat vuol dire elemosina), Jenin Zakat Committee e Nablus Zakat Committee. Tutte organizzazioni, secondo l’FBI, paravento di Hamas". Peggio ancora, Mohammed Anati, manager di Hlf a Gerusalemme, ha dichiarato: "Sono militante di Hamas". Un altro testimone, Shukri Abu Baker, già presidente di Hlf, ha aggiunto: "Hlf riceveva soldi da persone che volevano destinarle alle famiglie dei martiri". Cioè dei suicidi di Hamas.
Anche la Islamic Association of Palestine ha le sue colpe. Ha raccolto denaro in occasione di conferenze annuali, facendo del merchadishing. E quindi ecco il ricavato di vendite di magliette, t-shirt, coppe e videocassette prendere la via della Holy Land. Così scrive il giudice Keys: ci sono prove consistenti che la Iap sosteneva Hamas"
Infine, il ruolo ricoperto da Mohammed Salah. E’ stato arrestato in Israele nel 1993 perché militante di Hamas (condanna a otto anni). Ha ricevuto dal capo politico di Hamas , Mousa Abu Marzook, 630 mila dollari, di cui 300 mila per "attività militari a Gaza"
Conclusione.
Per Hamas le 107 pagine del giudice Keys sono una mazzata. Anche perché un terzo dei suoi proventi proviene dagli Stati Uniti.
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